Medevac: Evacuazioni Mediche Polari

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Il 14 Giugno 2016 viene dichiarata un’emergenza medica, medevac in gergo tecnico, nella base antartica di Amundsen-Scott. Due lavoratori necessitavano cure mediche avanzate, ma quando l’inverno imperversa il Polo Sud diventa uno dei posti più inaccessibili al mondo.

La base Amundsen-Scott, fondata nel 1956, è un centro di ricerca di proprietà degli Stati Uniti che si trova esattamente al Polo Sud. La base è la costruzione più a Sud di tutto il pianeta e si trova a 2800 metri di altitudine.

Da Settembre a Marzo, durante l’estate, il Polo Sud è perennemente illuminato dal Sole e può essere “facilmente” raggiunto per rifornimenti o emergenze. Durante il lungo inverno, invece, il buio perenne e il freddo intenso (fino a -78°C) rende i 50 inquilini della Amundsen-Scott ancora più isolati e rende pericoloso qualunque tipo di intervento.

Durante l’inverno il buio perenne e il freddo intenso (fino a -78°C) rendono la base irraggiungibile anche per emergenze.

La maggior parte della popolazione mondiale ignora cosa significhi vivere ai margini della Terra in posti dove la civiltà non esiste o almeno era così fino a quando un’emergenza medica ha portato la base polare su tutti i giornali del mondo.

Per la prima volta dopo quasi 16 anni la NSF (l’ente che gestisce la base) ha dichiarato la necessità di un’evacuazione di emergenza per alcuni lavoratori della Amundsen-Scott per problemi di salute che necessitavano una ospedalizzazione. In questo periodo al Polo Sud è pieno inverno e, in condizioni normali, i voli sono vietati perchè troppo pericolosi.
La compagnia aerea a cui è stato affidato l’incarico ad alto rischio è la Kenn Borek Air già nota per aver compiuto con successo altri salvataggi in condizioni estreme.

Prima di oggi due missioni di evacuazione della base erano state condotte con successo proprio dalla stessa compagnia rispettivamente nel 2001 e nel 2003.

Prima di allora nessuna missione aveva avuto successo con conseguenze anche molto gravi.
La dottoressa Jerri Lin Nielsen nel 1998 era stata assunta come unico medico della base antartica Amundsen-Scott. Durante il lungo inverno polare si autodiagnosticò un cancro al seno. All’esterno le condizioni rimasero critiche per diversi mesi con una temperatura costante intorno ai -60°C. Vista l’impossibilità di effettuare un’evacuazione di emergenza la dottoressa dovette eseguire una biopsia su sé stessa, confermando la diagnosi. Nelle settimane seguenti fu ordinato un lancio aereo con i chemioterapici necessari per iniziare la terapia.

L’atterraggio di un aereo in quelle condizioni fu considerato impossibile per il rischio di congelamento della slitta e del carburante. Il personale della base accese, nonostante le temperature bassissime, numerosi fuochi per indicare il punto di sgancio del materiale. La dottoressa iniziò la terapia e la portò avanti fino ad Ottobre, quando il primo aereo riuscì ad atterrare e a portarla in salvo. Jerri sopravvisse al cancro fino al 2009 quando delle metastasi al cervello non le lasciarono scampo.

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Due aerei della Kenn Borek Air decollarono il 14 Giugno dal Canada, la missione era di attraversare il mondo per giungere al Polo Sud. A causa del tempo avverso, 6 giorni dopo, gli aerei si trovavano ancora in Cile in attesa di condizioni meteo più favorevoli. Nel frattempo un secondo membro della base aveva richiesto un’evacuazione di emergenza per motivi medici.

Qualunque cosa stesse succedendo in Antartide, la riuscita della missione diventava sempre più importante.

 

Il 25 Agosto 2003 Barry McCue, lavoratore di 51 anni alla base antartica iniziò ad accusare forti dolori addominali. La visita del medico non portò a particolari conclusioni, ma pochi giorni dopo le condizioni cominciarono ad aggravarsi. Nonostante nessuna diagnosi certa fosse stata fatta, presto divenne obbligatoria un’evacuazione medica. Gli aerei della Kenn Borek Air giunsero a destinazione a Settembre inoltrato e Barry fu portato in Texas per essere operato. Alcuni calcoli furono estratti dal dotto biliare.
The 10-m (32.8 ft) South Pole Telescope and the BICEP (Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization) Telescope at Amundsen-Scott South Pole Station is seen against the night sky with the Milky Way in this National Science Foundation picture taken in August 2008. Astronomers announced on March 17, 2014 that they had discovered what many consider the holy grail of their field: ripples in the fabric of space-time that are echoes of the massive expansion of the universe that took place just after the Big Bang. The gravitational waves were detected by the BICEP telescope. REUTERS/Keith Vanderlinde/National Science Foundation/Handout (ANTARCTICA - Tags: SCIENCE TECHNOLOGY TPX IMAGES OF THE DAY ENVIRONMENT) ATTENTION EDITORS - IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY. IT IS DISTRIBUTED, EXACTLY AS RECEIVED BY REUTERS, AS A SERVICE TO CLIENTS. FOR EDITORIAL USE ONLY. NOT FOR SALE FOR MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS - RTR3HGWY

 

Grazie al miglioramento delle condizioni meteo i due aerei di salvataggio decollarono dal Cile il 20 Giugno toccando il suolo antartico il giorno stesso presso la base antartica di Rothena, a 3000 km di distanza dalla Amundsen-Scott.

Il 22 Giugno, attraverso il buio e con una temperatura di oltre -50°C, dopo un volo di 10 ore uno degli aerei ad elica della Kenn Borek Air ha toccato la pista di atterraggio al Polo Sud.
Viaggiare nel buio per 10 ore deve essere stata un’esperienza che pochi vorrebbero provare, soprattutto considerato che questi velivoli hanno circa 12 ore di autonomia, perciò superate le 5 ore l’unica possibilità è andare avanti.

I velivoli hanno circa 12 ore di autonomia, perciò superate le 5 ore l’unica possibilità è andare avanti.

Dopo aver posto l’aereo su delle slitte in legno per evitarne il congelamento ed aver posto degli elementi riscaldanti per tenerlo in temperatura, i piloti si sono riposati per 8 ore prima di evacuare i due lavoratori e ripartire verso la base di Rothena.

 

Nell’Agosto del 2011 Renée-Nicole Douceur mentre lavorava nella base polare ha perso la vista da un occhio per motivi misteriosi. Il medico di stanza alla base le ha diagnosticato un infarto ed ordinato l’evacuazione di emergenza, ma la missione non è stata approvata dall’NSF che ha considerato le condizioni di Renée non critiche. Nella base non ci sono strumentazioni per monitorare la funzionalità cardiaca e tanto meno per trattare gli infarti.

Nonostante una forte campagna mediatica portata avanti dai parenti e il peggioramento delle sue condizioni, la paziente fu evacuata quasi due mesi dopo a causa delle condizioni meteorologiche critiche.

 

I due pazienti, nonostante il riserbo mantenuto dalla NSF, pare abbiano, rispettivamente, delle gravi complicazioni gastriche e un infarto. Questo dovrebbe rendere l’idea di quanto sia pericoloso lavorare ai margini del nostro pianeta.

La missione appena portata a termine è stata la terza nei circa 60 anni di vita della base.

La ricerca che si conduce alla Amundsen-Scott è così importante da giustificare tali rischi? Avete presente le onde gravitazionali? Ecco, proprio nella base antartica ha sede BICEP2 un esperimento che già nel marzo 2014 aveva trovato dei segnali di queste elusive onde.

Nonostante i dati di BICEP2 sono tutt’ora discussi, oggi abbiamo la certezza che le onde gravitazionali esistono e questo è possibile anche grazie al lavoro di tutte le persone che, consapevolmente, scelgono di vivere dove il Sole sorge solo una volta l’anno.

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