Mangatar

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Sarò sincero: quando c’è stata la possibilità di scrivere questo pezzo su Lega Nerd ero molto indeciso. Non è la prima volta che si parla di noi: al lancio del nostro primo gioco “Mangatar Saga” (ormai più di due anni fa) fu pubblicata una bella recensione e al lancio del nostro secondo gioco “Dengen Chronicles” fu pubblicata una mia lettera aperta di scuse alla redazione di LN.

Cercherò, quindi, di raccontare la nostra storia (o parte di essa) da un punto di vista differente ma per noi fondamentale: il rapporto con i nostri utenti.

La nostra storia da startup inizia ufficialmente poco più di due anni fa, anche se lavoravamo sul progetto già da qualche tempo prima. Quando abbiamo pubblicato il nostro primo gioco Mangatar Saga avevamo pochissima esperienza col mondo dei videogiochi.

Non sapevamo ancora che non basta giocare tanto per saper fare un videogioco.

Tutti e cinque (i fondatori) abbiamo un curriculum abbastanza nerd e delle passioni in comune che vanno dai videogiochi al cinema, dai fumetti alle serie TV, ma non sapevamo ancora che non basta giocare tanto per saper fare un videogioco.

La primissima versione di Mangatar Saga era un card game per browser con carte manga personalizzabili. Una scelta più o meno forzata visto che avevamo pubblicato, poco tempo prima, un generatore di avatar manga e volevamo cercare di riutilizzare gran parte di quella tecnologia.

Fin dalla sua messa online abbiamo avuto un costante numero di iscritti e un discreto seguito sui nostri canali social e non.

E fin dal primo giorno siamo stati inondati di email.

Non so di preciso perché, forse eravamo simpatici, forse eravamo disponibili o forse era semplicemente il pulsante “feedback” presente nella home page del gioco. Fatto sta che gli utenti hanno iniziato a segnalare bug, proporre nuove funzionalità e inviare ogni tipo di feedback.

Una cosa che mi ha colpito molto all’epoca e, a volte, colpisce ancora oggi, è che gli utenti si sorprendono quando rispondi alle loro email. Mi occupo io personalmente di leggerle e di rispondere e ancora oggi riceviamo risposte del tipo “ah, ma allora c’è una persona dietro quell’indirizzo email!” oppure “è la prima volta che un’azienda mi risponde”. Per noi è stato chiaro fin da subito la potenza di tutto ciò e abbiamo colto al volo l’opportunità.

Il 2012 è stato un anno molto importante per noi. Abbiamo avuto la possibilità di partecipare a diverse competizioni e di vincere numerosi premi, concludendo con la vittoria del Premio Nazionale per l’Innovazione.

Ci piace pensare che abbiamo contribuito in piccola parte a sdoganare i videogiochi nell’ambiente accademico e della ricerca.

In un contesto dove aziende provenienti da tutta Italia si sfidavano proponendo progetti di nanotecnologie, greentech, biotech, ecc… sale sul podio, per la prima volta, una startup di videogiochi.

Ci piace pensare che abbiamo contribuito in piccola parte a sdoganare i videogiochi nell’ambiente accademico e della ricerca.

Nello stesso periodo arriva anche l’investimento da parte di dPixel, uno dei più importanti VC italiani, che dopo averci “studiato” per un po’ crede in noi e nella nostra visione.

A quel punto avevamo un po’ di esperienza in più, un team e anche le risorse economiche. Ma soprattutto avevamo un bagaglio incredibile di feedback da parte dei giocatori.

 

dengen chronicles

 

Ci siamo tirati su le maniche e abbiamo realizzato il nostro secondo gioco Dengen Chronicles che rappresenta, in un certo senso, quello che Mangatar Saga doveva essere fin dall’inizio.

Con Dengen Chronicles la presenza degli utenti è ancora più forte e costante. Ci sono un piccolo gruppo di affezionati che si spostano dal vecchio gioco e un folto gruppo di nuovi utenti entusiasti che scrivono quasi quotidianamente per dare feedback di tutti i tipi (dall’interfaccia alle meccaniche di gioco).

Come immaginavamo la storia si stava ripetendo e noi abbiamo cercato di rendere il tutto ancora più coinvolgente e stimolante: gli utenti che segnalavano bug ricevevano in regalo coins e cristalli all’interno del gioco.

Ma non avevamo ancora idea di cosa significasse lo sbarco su mobile.

A fine 2013 veniamo selezionati da Microsoft e Nokia per il programma AppCampus: ci finanziano l’app Windows Phone con un grant da € 50.000 e ci invitano nel loro campus in Finlandia per un mese di mentoring serrato.

A febbraio 2014 usciamo con la prima versione mobile di Dengen Chronicles. I numeri diventano decisamente più interessanti: mentre Mangatar Saga si era fermato intorno ai 65.000 utenti, con Dengen Chronicles abbiamo in pochi mesi superato i 100.000.

 

dengen chronicles

 

Conoscevamo poco il mercato di Windows Phone e il tipo di utenza, ma ancora una volta, una conferma che ci arriva fin da subito è che amano dare feedback sulle app che utilizzano e amano ancor di più quando vengono ascoltati.

Potrebbe sembrare scontato ma non lo è. E questo dovrebbe far riflettere su quanto poco, in generale, le aziende ascoltino i loro consumatori.

Fatto sta che l’app Windows Phone macina numeri interessanti e, in linea col mercato, il mobile diventa per noi la fetta di mercato più importante: Gli utenti sono di più, giocano di più e, soprattutto, pagano di più.

Nei tre mesi di esclusiva con Microsoft l’app viene aggiornata di continuo (in media ogni due settimane) raggiungendo un’ottima stabilità e, soprattutto, introducendo tantissime nuove funzionalità (molte di queste, manco a dirlo, frutto delle lunghe chiacchierate con i nostri utenti) fino al rilascio, un mese fa, della versione 2.0 di cui siamo molto orgogliosi.

Cosa viene adesso?

Questo è difficile dirlo. La vita di una startup è piena di sorprese e di alti e bassi. Abbiamo lanciato da qualche giorno la versione Android di Dengen Chronicles e ci prepariamo all’arrivo su iOS.

L’unica cosa che sappiamo di sicuro è che nonostante il numero di utenti continui a crescere e di conseguenza anche le loro email, cercheremo sempre di fare attenzione a cosa hanno da dirci.

Non sempre ci riusciamo (e qualche recensione cattivissima ne è la prova) ma facciamo del nostro meglio per ascoltarli!

 

 

Raffaele è a vostra disposizione per rispondere a domande o dare suggerimenti nei commenti: #StartupStories serve a questo, non siate timidi.

 

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