Malattie sessuali? Diagnosi via usb!


Provvedimento per arginare il contagio, in forte aumento fra i giovani
Gb, diagnosi delle malattie sessuali su cellulare e computer
In arrivo un kit autodiagnosi che si collega via usb per aiutare i ragazzi che non riescono a superare l’imbarazzo di recarsi dal medico per informarsi

Il cellulare e il computer presto saranno in grado di dire se si è contratta o meno un’infezione sessuale. Accade, anzi accadrà nel Regno Unito, dove il servizio sanitario nazionale sta correndo ai ripari per mettere un freno all’elevato tasso di infezioni sessuali che si registrano nel Paese (oltre 480mila casi solo nel 2009 e i due terzi riguardava ragazzi con meno di 25 anni), uno dei peggiori d’Europa, insieme al numero delle gravidanze in adolescenza. Il Medical Research Council ha messo a disposizione 4 milioni di sterline per la messa a punto di kit di diagnosi, simili ai test di gravidanza, che dalla saliva o dall’urina saranno in grado di stabilire la presenza di una malattia come clamidia, gonorrea o herpes. Il kit sarà dotato di un chip, si potrà collegare al telefono o al computer, come un dispositivo USB e in pochi minuti fornirà la diagnosi.
Si tratta di un dispositivo destinato soprattutto ai giovani, poiché secondo gli esperti, sono quelli più imbarazzati nel rivolgersi ad un medico per curare un’infezione sessuale e rischiano di sottovalutarla o contagiare altre persone. Da qui l’importanza dell’autodiagnosi nel pieno rispetto della privacy. I kit, nelle intenzioni degli sviluppatori, saranno accessibili ai ragazzi sia sotto il profilo economico, poiché non dovrebbero arrivare a costare più di una sterlina, sia per la loro reperibilità, dal momento che saranno venduti in distributori automatici, farmacie e supermercati, come avviene già per i preservativi. Il telefono cellulare o il computer si trasformeranno, secondo Tariq Sadiq esperto di malattie sessuali e HIV presso la St Georgès university di Londra, in un «medico mobile». È una trasformazione necessaria, per Sadiq, perchè esiste una forte componente di imbarazzo tra i giovani «che non fanno i test perchè ignorano i sintomi delle malattie». Per sviluppare la tecnologia alla base del test di autodiagnosi è stato creato un consorzio di cui fanno parte il sistema sanitario nazionale inglese e la compagnia di telefonia mobile britannica 02.

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Fonte Corriere della Sera (notizia battuta anche dall'Ansa)

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