Michelangelo risorge dall’oltretomba sotto forma di intelligenza artificiale

Non si tratta di un’oscura macchinazione atta ad addestrare i computer a percepire il bello e la creatività artistica, bensì di un progetto storico/didattico con cui l‘Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze e Querlo, Customized Artificial Intelligence Solutions di New York hanno voluto sintetizzare pensiero ed esperienze del noto Maestro.

Per progettare la IA, le due parti coinvolte si sono focalizzate sul Michelangelo del periodo precedente al suo epilogo romano, dando massimo risalto alle opere che l’artista ha portato avanti a nome di Firenze.

Il progetto nasce dichiaratamente con l’intento di promuovere le bellezze della città, ma i programmatori non si sono limitati a creare un catalogo enciclopedico dei lavori dell’artista, piuttosto hanno cercato di fornire uno spaccato che sia di ampio respiro, analizzandone anche il lato umano, religioso e filosofico.

 

Abbiamo rotto il ghiaccio con Mike.

Non aspettatevi però di poter effettivamente praticare spiritismo digitale: l’intelligenza artificiale di Michelangelo è tutto sommato molto limitata e cesellata con quello che sembra essere un lavoro manuale, più che di machine learning.

Querlo è un’azienda nota per i suoi chatbot programmabili ed è facile che questa stessa tecnologia sia stata applicata anche nel contesto dell’Opera di Santa Maria del Fiore, ovvero che le risposte siano precompilate attraverso un solido e costante intervento umano.

Nei nostri test, Michelangelo si è mostrato molto aperto nel parlare dei suoi lavori e delle sue esperienze storiche, ma si è chiamato fuori da qualsiasi analisi profonda e filosofica sullo stato dell’arte, non ha voluto gossippare su Donatello e non ci ha assecondati quando abbiamo iniziato a parlare di pupazzi di neve.

 

michelangelo IA

Se andiamo sul complesso, l’artista se ne chiama fuori con una scusa.

 

Michelangelo AI, promettono gli autori, impapererà man mano a interagire con gli utenti, sviluppando nuovi percorsi di dialogo sotto la cura dello staff di storici guidati da Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo a Firenze.

Per quanto sia improbabile riuscire a intavolare un discorso tête-à-tête con l’attuale IA, che è ancora in beta, vi invitiamo a esplorarne le possibilità, soprattutto se siete alla ricerca di un modo divertente per esplorare le bellezze fiorentine. Potete interagire con Michelangelo, in inglese, andando sul sito https://duomo.firenze.it/it/home e cliccando sul tasto MICHELANGELO AI oppure su https://www.querlo.com/michelangelo.

 

 

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