MSCHF, l’arte della protesta contro un futuro a marchio Boston Dynamics

Il robot Spot di Boston Dynamics verrà presto utilizzato per una performance d’arte che l’azienda detesta visceralmente.

Il gruppo newyorkese MSCHF – ovvero “mischief”, dispetto – ha messo le mani su uno dei celebri cani robot da 75.000 dollari, gli ha montato sulla schiena un fucile da paintball e si appresta a sguinzagliare la creatura meccanica contro una galleria in salsa pop-art.

Lo “Spot’s Rampage” avrà il via il 24 febbraio 2021, con una sessione di streaming online in cui i partecipanti si daranno il cambio nel controllare la creatura meccanica, il tutto con il prevedibile scopo di distruggere ogni elemento presente nella stanza.

Stanza che ci auguriamo con tutto il cuore contenga solamente riproduzioni di opere d’arte, visto che annovera alcuni capisaldi della scena quali Andy Warhol, Banksy e KAWS. Sembra tuttavia si tratti di opere originali.

Questo approccio distruttivo all’arte non è piaciuto affatto a Boston Dynamics, la quale ha fatto sapere che non approva affatto un simile sfruttamento della propria attrezzatura, soprattutto considerando che MSCHF ha l’intenzione esplicita di denunciare i possibili usi militari di Spot e omologhi.

Sarà l’intera umanità a perdere, quando droni canini da guerra diverranno d’uso comune. Mano a mano che questi “war dogs” diventeranno punti saldi del mondo militare e della polizia militarizzata, noi impareremo un nuovo significato di paura: un oppressore che può premere il grilletto senza neanche la necessità di essere fisicamente presente,

recita il sito di Spot’s Rampage.

Ovviamente l’azienda di robotica si discosta da una simile interpretazione, tuttavia va ricordato che proprio Boston Dynamics riceva finanziamenti dalla DARPA, l’Agenzia governativa per la difesa militare statunitense, cosa che crea un certo paradosso ideologico.

MSCHF, dal canto suo, è un’azienda che è nata originariamente per produrre pubblicità virale, sa come attirare l’attenzione del pubblico. Tra gamification e arte, il gruppo ha concretizzato una formula che si pone come atto di grande protesta, ma che allo stesso tempo orbita attorno a critiche prive di mordente.

I droni militari e le armi in remoto esistono da decenni, quindi non è chiaro se la manovra sia da considerarsi una forma di sensibilizzazione trasversale o una fenomenale trovata promozionale.

Quale che siano le intenzioni degli organizzatori, l’evento è comunque in forse. Spot viene venduto con una licenza d’uso che permette a Boston Dynamics di rendere inutilizzabile il drone, eventualità che potrebbe mandare a monte il progetto artistico.

 

 

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