Recensione The Crew: nello spazio nessuno può sentirti urlare “briscola!”

Questa settimana parliamo di The Crew nella nostra consueta recensione, un gioco piccino dal cuore grande e vincitore del prestigioso Spiel des Jahre 2020

The Crew ha sgominato una concorrenza accanita per aggiudicarsi lo Spiel des Jahre 2020, il premio Oscar dei giochi da tavolo made in Essen, sbaragliando pezzi da novanta come Cartographers ed il nostro favorito, l’italianissimo The King’s Dilemma.

Eppure si tratta di una scatolina piccola, con un po’ di carte ed una premessa che sembrerebbe bizzarra: briscola collaborativa nello spazio profondo. Come ha fatto questo gioco (ora localizzato in italiano da Giochi Uniti) a vincere premi prestigiosi ed i nostri cuori? La nostra recensione di The Crew ve lo svelerà.

 

 

 

Rotta per le coordinate 15+18

Un equipaggio coraggioso si prepara per una missione alla volta del nono pianeta, un misterioso corpo celeste oltre l’orbita plutoniana che solo una gruppo di intrepidi potrà analizzare. Voi sarete questo il suddetto gruppo, un team di 3 – 5 giocatori (con una variante per 2 giocatori) pronti a lanciarsi in una missione spaziale a suon di briscola.

Le regole di The Crew infatti sono molto semplici. Un mazzo di carte grandi viene distribuito tra i giocatori. Sono 40 carte divise in 5 semi diversi: 4 colori (con carte dall’uno al nove) e quattro Carte Razzo che fungono da “briscola”, dominando automaticamente la mano in cui vengono giocate.

Ogni missione (ne sono presenti 50 nella scatola) vi chiederà di raggiungere alcuni obiettivi. Nella maggior parte dei casi questi obiettivi saranno rappresentati da delle piccole carte che rappresentano in scala ridotta le stesse carte che sono in mano ai giocatori (meno le 4 Carte Razzo). Queste carte saranno i vostri obiettivi e devono essere obbligatoriamente vinte dal giocatore a cui vengono assegnate. Dopo aver rivelato gli obiettivi, infatti, si giocherà un round che funziona fondamentalmente come una partita di briscola.

 

Una mano multicolor

 

A partire dal Capitano (il giocatore con la Carta Razzo numero 4) si giocherà una carta a testa. La prima carta giocata in un round sarà il seme dominante e chi giocherà la carta più alta di quel seme porterà a casa tutto; molto importante ricordare che non si possono buttare carte a casaccio: se si può giocare una carta di un certo colore, saremo obbligati a farlo. Si continua così a turno finché tutti i giocatori esauriscono le carte in mano o quando tutte le carte obiettivo sono conquistate. La partita allora finisce e si verifica se gli obiettivi sono stati raggiunti; se le carte corrispondenti agli obiettivi sono state prese dai giocatori corretti la partita è vinta, altrimenti è game over.

Per aggiungere pepe, ogni missione aggiungerà regole ed obiettivi diversi dalle precedenti. Se all’inizio per vincere basterà far prendere una singola carta alla persona giusta, ben presto le Carte Obiettivo diventeranno due o tre. Oppure dovranno essere conquistate in un certo ordine. Oppure alcune carte dovranno essere conquistate dal loro proprietario prima di altre carte.

Vi sembra ancora troppo semplice? Questo perché manca la regola più importante: è sempre vietato dire che carte abbiamo in mano. L’unico modo per comunicare con i nostri compagni di avventura è usare il nostro unico token comunicazione, che ci permette di rivelare una sola carta dalla nostra mano e dire se è la carta più alta, più bassa o l’unica di un dato seme. E questo complica non poco le cose.

 

Da regolamento le carte vanno sbattute con prepotenza sul tavolo

 

 

Una questione di spazio

Quando mi sono approcciato alla recensione di The Crew ero rimasto perplesso da come un gioco tanto semplice potesse aver avuto il successo fenomenale che era evidente dalle opinioni di chi lo avesse provato. Se però nelle prime missioni troveremo obiettivi molto semplici, in grado di farci gradualmente prendere mano con le meccaniche di base del gioco, man mano che procederemo nella nostra esplorazione spaziale ci troveremo di fronte a sfide sempre più complesse.

Se la semplicità delle regole è quello che prende da subito, la spezia che fa da condimento di questo piatto gourmet spaziale è la limitazione nella comunicazione. Avendo a disposizione solo una carta da mostrare ai nostri compagni (e a seconda della missione, talvolta neppure quella), dobbiamo stare estremamente attenti ai messaggi che possiamo mandare. La tensione sale facilmente e capita di rendersi conto troppo tardi che ci si è incartati senza via d’uscita, solo perchè non si è riusciti a far capire agli altri che PORCA DI QUELLA MISERIA HO TUTTE LE CARTE BLU IN MANO COME DIAVOLO FACCIO A FARTI PRENDERE IL 3 BLU??

 

I token comunicazione in azione, per dire che le carte corrispondenti sono la più alta, la più bassa o l’unica carta di quel seme in mano al giocatore che lo ha usato

 

Anche se magari perdere perchè il destino ci è contrario può essere fastidioso, ogni partita dura non più di una decina di minuti. Non c’è da disperarsi quindi se la sorte ci è avversa: basta rifare il setup in meno di un minuto e saremo pronti a riprovare a salvarci la pelle. Il filo narrativo che accompagna le missioni è un interessante spunto ed anche se di certo non si tratta di una storia che vincerà premi per l’originalità, rende un po’ più coinvolgenti le missioni spiegando il motivo degli ostacoli che ci troveremo ad affrontare man mano. Non ditemi che vi aspettavate una sceneggiatura da Oscar quando avete letto “briscola collaborativa con un arco narrativo”, vero?

La brevità delle partite è sicuramente un punto a favore, anche se l’effetto scimmia che si crea può essere snervante. Se infatti tutto il gruppo si fa prendere dal buco nero di The Crew, fare una partita dopo l’altra diventa quasi impossibile da evitare. Al tempo stesso, il gameplay semplice e diretto se non piace vi stuferà in fretta. The Crew è un gioco piccolo ed economico quindi vale la pena correre il rischio, ma tenete conto che non è proprio per tutti.

Altro dettaglio di cui tener conto è la scalabilità. Più cresce il numero di giocatori, più il gioco si fa inevitabilmente difficile e se vorrete affrontare l’avventura di The Crew in cinque giocatori è giusto che sappiate che avrete vita dura, mentre gruppi di tre giocatori si troveranno a vincere le missioni molto più facilmente.

 

Un panorama spaziale

 

La conclusione della recensione di The Crew a me sembra decisamente scontata. Dovreste comprare un gioco che è semplice, divertente, appassionante, facile da spiegare ma soddisfacente da affrontare, vincitore di premi prestigiosi ed anche alla portata delle tasche più vuote?

Che domande sono, ovviamente si! Non lasciatevi scappare questa chicca spaziale ed accaparratevela quanto prima per gettarvi a capofitto in questa turbinante avventura siderale.

80
ME GUSTA
  • Meccaniche semplici ma appassioanti
  • Partite brevi, da giocare a ripetizione
  • Facile da trasportare, economico da acquistare
FAIL
  • La difficoltà scal col numero di giocatori e non è modificabile
  • Se non è il vostro genere può stufare in fretta
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