ORIGINALS

Death or Glory

Cinquemila miglia, quattro colpi, tre giorni, due psicopatici e una donna che ne ha abbastanza. Questo è il claim di lancio di Death or Glory, il nuovo fumetto di Rick Remender, disegnato dal francese Bengal, che pare uscito da un mix tra un film di Tarantino e Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen. Motori, adrenalina e sentimenti lanciati a 200km orari per le strade polverose del sud degli Stati Uniti.

Rick Remender è ormai da un bel po’ di tempo uno dei nomi caldi sulla piazza dei comics. In Italia le sue opere extra Marvel sono sparse tra diversi editori (Panini Comics, Bao Publishing e Star Comics) ma ovunque lo si incontri le sue caratteristiche emergono prepotentemente e finora si è sempre dimostrato non solo all’altezza delle aspettative ma anche sinonimo di qualità.

Death or Glory è la sua nuova serie per Image Comics, in accoppiata con il francese Bengal (già apprezzato per diverse incursioni in Marvel e DC oltre per la sua produzione nel mercato francese) e fin da subito si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un’opera che non desidera altro che fuoriuscire dalla carta stampata per diventare un film o una mini serie tv di successo.

Perché la storia che sto per raccontarvi sembra essere uscita direttamente da un film di Quentin Tarantino, con richiami palesi a “Non è un paese per vecchi” dei fratelli Coen.

Ci troviamo a Yuma, Arizona, quell’estremo sud ovest degli Stati Uniti a letteralmente a due passi dal confine con il Messico.

In un fast food prossimo all’orario di chiusura si palesa un uomo con un lungo cappotto il quale, in maniera educata ma assolutamente fredda, ordina centoventitre hamburger. Al rifiuto da parte del personale che ormai sta per chiudere inizia un’assurda collutazione, con il nostro bizzaro individuo che estrae un’arma apparentemente alimentata ad azoto liquido e fa una strage, in pieno stile Javier Bardem/Anton Chigurh di Non è un paese per vecchi.

Cambia la scena e finalmente conosceremo la nostra protagonista, la bella Glory, abile meccanico e pilota, intenta a saldare e sistemare pezzi di un’automobile in un garage.

 

Glory, lo apprenderemo da un lungo ed emozionante flashback, è figlia di Red, un uomo che ad un certo punto della sua vita ha deciso di abbandonare le routine asfissianti della società, salendo su un camion e diventando un autotrasportatore nomade, libero ma comunque soggetto alle difficoltà della vita.

Glory, lo apprenderemo da un lungo ed emozionante flashback, è figlia di Red, un uomo che ad un certo punto della sua vita ha deciso di abbandonare le routine asfissianti della società, salendo su un camion e diventando un autotrasportatore nomade, libero ma comunque soggetto alle difficoltà della vita.

Con sua moglie ha intrapreso un cammino fatto di scelte e decisioni che lo ha portato a far nascere Glory, la nostra protagonista, e ad unirsi ad una carovana di trucker indipendenti.

Purtroppo però la madre di Glory muore coinvolta in un tentativo di rapina per mano di uno squilibrato; Red fa quello che può per trasmettere un’educazione alla figlia e la passione per i motori, oltre a non cedere mai alle lusinghe dei guadagni facili mediante attività illegali legate alle organizzazioni criminali locali e Glory, una volta cresciuta (ma evidentemente non abbastanza) finisce per innamorarsi e sposare il ragazzo con il quale è cresciuta nella comune di camionisti, Toby, già al tempo invischiato in traffici illeciti.

 

 

La vita prende derive imprevedibili e Glory finisce per lasciare Toby, non accettando la sua condotta criminosa e purtroppo Red si ammala gravemente di un cancro al fegato.

Una vita di libertà al di fuori degli schemi sociali comuni ha un prezzo devastante: Red non ha un’assicurazione medica, una tessera di previdenza sociale, niente di niente e l’unica cosa che può salvarlo è un urgente trapianto di fegato, che però costa oltre 300.000 dollari.

E quindi Glory, tenace ed indipendente, dura ma col cuore colmo di sofferenza per il padre, prenderà la decisione definitiva: costi quel che costi lei otterrà i 300.000 e la maniera più semplice per ottenerli (e non contravvenire troppo ai desideri del padre) sarà quella di rapinare l’ex marito e criminale Toby, ormai trafficante di droga affermato.

Il colpo però non va secondo i piani. Glory ha realizzato un’auto blindata per poter fronteggiare la situazione (a prima vista direi una Dodge Challenger SS Supercharger del 1969 e se ve lo state chiedendo si, l’adoro), ma le forze di polizia che trasportano la valigetta coi soldi appartenenti a Joe il Coreano, riescono a opporre resistenza.

 

 

 

 

Inizierà una fuga a piedi con Glory che becca un proiettile di striscio sul fianco e soprattutto il terribile incontro con l’uomo con il cappotto di cui alle prime vignette.

Glory perderà i soldi e inizierà una fuga su un camion rubato, appartenente al giro malavitoso di Toby. Solo che dentro al camion non c’è un carico di droga ma una realtà ben peggiore: un carico di esseri umani clandestini.

Dopo che Glory avrà salvato il gruppo di disperati conosceremo le vere intenzioni del terribile Joe il Coreano, di Toby, dell’improvvisato compagno di avventura Pablo ed inizierà la vera e propria avventura, tra motori ruggenti, inseguimenti, criminali dediti al traffico di esseri umani, spietata bande di thugs messicani mascherati e chi più ne ha più ne metta.

Tutto rigorosamente ai 200 km/h.

Death or Glory è un fumetto dal taglio spiccatamente cinematografico, dannatamente veloce e rocambolesco, dove l’unico momento di apparente tranquillità è circoscritto nella fase di flashback che ci racconta la vita di Glory.

Il ritmo degli inseguimenti e delle scene d’azione ricorda quello di Tokyo Ghost, sempre dello stesso autore.

La scrittura di Remender è solida, anche se si ha la netta sensazione che nonostante le molte situazioni e i colpi di scena di questi primi 5 numeri, raccolti nel cartonato edito da Bao, siano solo un antipasto e che il meglio debba ancora venire.

Glory è un personaggio abbastanza “tradizionale” per connotazione e personalità, ma il contesto in cui è inserita, fatto di aspetti verosimili di vita al limite e bizzarre attività criminali degni del cinema, la valorizzano molto.

E si ha davvero la sensazione di essere in un film dei Coen o Tarantino.

Nella frenesia delle scene d’azioni e del susseguirsi degli eventi, tutti molto seri, c’è una vena di humor che si percepisce sotto la superficie; anche i villain in questo caso sono tutti molto al di sopra delle righe proprio come nei film dei sopraccitati registi e nonostante alcuni dialoghi siano in effetti un po’ stereotipati tutto fila davvero bene.

Nella frenesia delle scene d’azione e del susseguirsi degli eventi, tutti molto seri, c’è una vena di humor che si percepisce sotto la superficie; anche i villain in questo caso sono tutti molto al di sopra delle righe proprio come nei film dei sopraccitati registi e nonostante alcuni dialoghi siano in effetti un po’ stereotipati tutto fila davvero bene.

E poi arriviamo a Bengal, artista francese dal grandissimo talento e adattissimo alla storia grazie alla sua propensione per le inquadrature cinematografiche e le scene d’azione spettacolari.

Disegni puliti, linee eccellenti, ricorda vagamente Terry Moore, dando nel contempo prova di un’ottima dimistichezza con auto e mezzi meccanici.

Bengal riesce a portare la storia di questo fumetto al suo massimo potenziale visivo, interpretando perfettamente la scrittura e facendo un più che discreto lavoro anche sui colori che ricordano le calde e polverose strade dell’Arizona.

 

Glory è stupenda, con il suo look a metà tra la pilota e il rockabilly.

Glory è stupenda, con il suo look a metà tra la pilota e il rockabilly. Purtroppo non si può dire altrettanto del character design degli altri personaggi, decisamente più ordinari e privi di caratteristiche peculiari.

Death or Glory ha tutti gli elementi per appassionare, è veloce, coinvolgente, ricco di colpi di scena e dannatamente adatto ad essere trasposto su grande schermo (e la cosa potrebbe anche non essere così campata in aria vista la prossima trasposizione di Deadly Class).

 

 

Ottima la scelta di pubblicare questo tipo di fumetti solo in formato cartonato anche se devo ammettere che, sulla mia copia, ogni tanto tra le pagine si riscontrano delle tavole che sembrano – concedetemi il termine – “sfuocate”, probabilmente a causa di errori di stampa con pagine/vignette “fuori registro”.

 

 

Questa tipologia di errore può anche essere limitata ad una piccolissima parte della tiratura quindi non è detto che sia presente sulle copie che acquisterete come invece si nota sulla mia.

In ogni caso Death Or Glory è una lettura davvero consigliata, che di certo non deluderà la vostra sete di azione e che non vi farà prendere fiato fino alla conclusione del volume!

 

 

 

76
ME GUSTA
  • Veloce e coinvolgente e con un taglio cinematografico davvero apprezzabilissimo
  • Buoni i personaggi, in particolare Glory che riesce ad emergere nella storia
  • Disegni eccellenti: Bengal si adatta perfettamente alla storia eporta il fumetto da un livello superiore
  • Atmosfere alla Tarantino e fratelli Coen
  • Tanti colpi di scena
FAIL
  • Il design degli altri personaggi non brilla particolarmente per creatività e caratteristiche
  • Alcuni problemi nella stampa: alcune tavole risultano "sfuocate" e la cosa non passa inosservata
  • Acluni dialoghi sono un po' stereotipati ma nulla di grave
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