Pokémon Let’s Go Pikachu/Let’s Go Eevee

Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee sono finalmente arrivati su Switch, scoprite cosa ne pensiamo con la nostra recensione.

Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee sono stati definiti (erroneamente, ndr.) da molti dei remake per Nintendo Switch dei due giochi originali, Rosso e Blu. È bene che lo si metta in chiaro fin da subito, perché sebbene si sviluppino sul solco dei due fortunati titoli pubblicati per Game Boy a metà degli anni ’90 – dai quali, peraltro, origina l’intero fenomeno Pokémon – questi due titoli hanno una loro identità e ragion d’essere.

A volerla dire tutta, se c’è un gioco del passato da cui si prende palesemente ispirazione per questi due Let’s Go, quello è Pokémon Giallo (primo esperimento di “terzo” capitolo di innesto tra la coppia generazionale di turno, cui sarebbero seguiti poi Cristallo ecc…) nato per strizzare l’occhio al famoso anime con protagonisti Ash e il suo fidato Pikachu.

L’altra fonte d’ispirazione, come suggerisce il nome stesso di questo nuovo progetto, è ovviamente Pokémon Go, il gioco/app in AR per smartphone di NianticLab e Nintendo, a tutti gli effetti un successo planetario, seppur dopo una partenza piuttosto dubbiosa. È quindi un progetto derivativo il primo gioco di Pokémon che approda su Switch? In parte sì e in parte no, di certo è un gioco sperimentale con cui si vuole tastare il terreno al fine di comprendere meglio quali direzioni intraprendere in futuro.

Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee sono disponibili in esclusiva Nintendo Switch dal 16 novembre 2018. Se siete curiosi di scoprire se ci sono piaciuti o meno, non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione.

https://www.youtube.com/watch?v=UnU2InYRDyA

 

 

Storia e gameplay

Torna protagonista di questa nuova storia la regione di Kanto con le sue città, ben note ai fan della prima ora del brand Pokémon. L’avventura del nostro alter ego inizia infatti proprio a Biancavilla, ma ciò che notiamo fin da subito è che tanto lui quanto l’amico o rivale, che dir si voglia, non sono Rosso e Blu (o Gary, come chiamato nell’anime).

Tra le novità introdotte ormai già da anni resta anche la possibilità di selezionare il sesso del nostro protagonista e di personalizzarne lievemente i connotati, non sia mai che una qualche minoranza si senta discriminata. Dimenticatevi le tre Poké Ball sul tavolo del prof. Oak con i classici starter, in base alla versione scelta vi cuccherete Pikachu o Eevee che vi seguiranno nel corso di tutta l’avventura restando fuori dalla sfera (proprio come accadeva in Pokémon Giallo) e rifiutando di evolversi, qualora ci proviate. Questa volta però potrete farvi seguire anche dagli altri membri della vostra squadra, lasciandoli liberi dalle loro rispettive sfere.

 

 

La mappa della regione di Kanto in Pokémon Let’s Go

 

La storia dei due Let’s Go è alternativa a quella classica dei giochi originali (rimessa in scena con criterio nei quattro episodi dell’anime Pokémon Le Origini) e anche a quella dell’anime con protagonista Ash Ketchum, da cui però richiama parecchi elementi per strizzare l’occhio ai vecchi fan (come la presenza nel Team Rocket di Jessie e James, con il loro fido Meowth). Insomma, il prof. Oak ci affida il mitico Pokédex e ci manda all’avventura per catturate tutti i 150 mostriciattoli che popolano la regione.

Nel nostro percorso raccoglieremo anche le otto medaglie che ci condurranno poi alla Lega Pokémon, dove affrontare i Super Quattro (gli allenatori più forti e temibili che ci siano) per aspirare al titolo di miglior allenatore di Pokémon. Tutto molto bello, ma non starò qui a far finta che la scrittura si discosti più di tanto dalla semplicità degli originali, e questo non è necessariamente un difetto, ma ci arriveremo dopo.

 

 

Torniamo un attimo a parlare di Pikachu e Eevee, di cui si è detto solo il non voler stare nelle loro sfere; questi starter hanno anche altre caratteristiche peculiari che aiutano di molto il nostro percorso, da statistiche maggiorate a valori pressoché perfetti, dal poter apprendere mosse uniche all’utilizzo delle cosiddette tecniche nascoste (sostitute degli attacchi MN, da usare fuori dalla lotta come Flash, Taglio ecc., decisamente necessarie ma spesso limitanti nel bloccare uno slot su quattro di attacchi).

È un cambiamento bello grosso del metagame classico di Pokémon, una facilitazione al gioco in solitaria e per certi versi una mazzata al “competitivo”, ma a mio avviso non lo si deve vedere come difetto perché questi giochi non puntano allo stesso target a cui han parlato finora Ultra Sole e Ulta Luna, per intenderci. In questo senso parlavo di capitoli sperimentali in apertura, perché Game Freak vuole capire cosa fare in futuro ora che ai bambini piace anche Yo-Kai Watch, che gli fa una sorta di guerra interna.

I due capitoli Let’s Go non sono indirizzati al giocatore competitivo di Pokémon, ma ai vecchi appassionati che hanno abbandonato il brand proprio per la virata competitiva, oltre che alle nuove generazioni per cui il 1996 appare un passato vecchissimo e polveroso.

 

Entriamo allora più nel dettaglio anche sul gameplay, che di novità e stravolgimenti sulla formula classica ne ha parecchi: dite addio agli scontri casuali nell’erba alta, a tutta la frustrazione del backtracking obbligato a suon di Repellenti per non beccarvi l’ennesimo Zubat nelle grotte o Rattata nel percorso vattelapesca.

Ora i Pokémon sono visibili man mano che ci si muove nelle aree, così da poterci interagire solo se ci interessa catturarli.
Non esistono più scontri con i Pokémon selvatici perché li si cattura come in Pokémon Go.

È inoltre possibile riconoscere anche se un Pokémon è Shiny. Perché mai però questa scelta?  Perché non esistono più gli scontri con i Pokémon selvatici, ma li si cattura semplicemente a bacche e sfere come in Pokémon Go (qui si sono sbizzarriti con Joy-Con, giroscopio e persino con la Poké Ball Plus, con un risultato tutto sommato valido sia giocando su TV che in modalità portatile), a parte alcuni casi in cui bisognerà affrontare uno scontro con un limite di tempo – in stile battaglie raid della controparte per smartphone – prima di poter accedere alla cattura del Pokémon.

Tutta la squadra guadagna esperienza sia dagli scontri che dalle catture.

Questa dinamica funziona alla perfezione ed elimina anche lo scomodo rischio del far arrivare a zero i punti vita del Pokémon prima di riuscire a catturarlo, ribaltando anzi la lentezza di quegli scontri in un’adrenalinica battaglia a tempo per poter arrivare poi al momento desiderato e catturare il Pokémon.

Come sopperire agli scontri casuali per permetterci di far livellare a sufficienza la nostra squadra però? Estendendo la magica dinamica del “Condividi Exp.” di default a tutta la squadra. Anche catturare Pokémon fa guadagnare esperienza a tutti i membri della squadra, che variano in base alla qualità del lancio o alla grandezza del tal Pokémon rispetto alla media di quella specie.

Ai normali allenatori che troveremo nel nostro percorso (più diversificati e in maggior numero che in passato) si affiancano anche i Coach, che ci aiuteranno a livellare in tranquillità i Pokémon senza farci sentire la mancanza degli scontri casuali. Il sistema di combattimento comunque è rimasto quasi identico all’originale: gli scontri a turni hanno l’ordine degli attacchi regolato dalla velocità dell’utilizzatore, e l’unica novità mutuata dai capitoli successivi sono gli scontri a coppie.

 

 

In Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee si può accedere al box per poter cambiare la composizione della propria squadra direttamente allo zaino e in qualsiasi momento, senza doversi più recare necessariamente ai Pokémon Center. Cambia incisivamente anche la complessità delle build per i vari Pokémon, ora affidata a un sistema con le caramelle legate alla cattura che non è propriamente immediato.

Sono presenti le varianti di Alola e le Mega Evoluzioni dei Pokémon di prima generazione ma spariscono completamente le abilità e la possibilità di far deporre le uova, dando un colpo di grazia a quel comparto competitivo che rendeva repellente la serie per molti dei fan storici, affezionati alla semplicità non matematica e maniacale dei primi giochi. Tale scelta è audace e va premiata, anche se in molti l’hanno stupidamente criticata quasi in Game Freak si fossero dimenticati del competitivo. L’hanno deliberatamente tenuto fuori, semplicemente.

Non c’è matchmaking per scambi e lotte, ci si può connettere solo con un sistema di codici.

Ad avvalorare la tesi per cui era chiara volontà degli sviluppatori riportare il gioco su dei binari meno competitivi e meno online c’è anche la presenza di un multiplayer locale che permette anche la cooperazione tramite i Joy-Con.

 

 

Pokémon GO e comparto tecnico

Spendiamo due parole per il collegamento con Pokémon Go, che ci permetterà di trasferire su Let’s Go i Pokémon di Kanto ma solo in fase avanzata, a Fucsiapoli (per non sbilanciare troppo la difficoltà) attraverso i GO Park. Ognuno dei 20 Park può contenere fino a 50 Pokémon, che trasferiremo dallo smartphone ma poi dovremo ricatturare nel gioco su Switch.

Non c’è limite al numero di account di Pokémon Go che possono essere collegati a un salvataggio di Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee, Questo significa che si potranno trasferire Pokémon anche dagli account di amici o familiari. Per non dilungarci oltre nella spiegazione, qualora foste interessati, vi rimandiamo alla pagina ufficiale del collegamento con Pokémon Go messa a disposizione da Nintendo.

 

 

 

 

Parliamo, infine, dell’aspetto tecnico di Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee: è il sogno bagnato di ogni giocatore di vecchia data vedere un GDR Pokémon di questo tipo su una console con le potenzialità di Switch (c’è chi ha ancora il cuore spezzato da Pokémon Colosseum e Pokémon XD: Tempesta Oscura per GameCube) e finalmente si è fatto quel balzo decisivo nel superamento dei limiti, ormai evidenti, del 3DS.

Dal punto di vista grafico il gioco è estremamente godibile, colorato e pulito, rifinito nei minimi dettagli come ogni produzione first party della casa di Kyoto. Se vi aspettavate il comparto artistico di Breath of the Wild il problema è vostro, non di questi due titoli che restano coerenti con lo stile e l’immaginario del mondo Pokémon. Dove si poteva fare decisamente meglio è invece nel comparto audio, che al netto di una colonna sonora di tutto rispetto che riprende i temi originali, ripropone però i versi in 8-bit di praticamente tutti i 150 Pokémon della prima generazione.

 

 

Tirando le somme, dunque, Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee hanno due difetti evidenti: il primo, come appena rilevato, è la poca cura nel comparto audio, l’altro è l’aver inserito il leggendario Mew come contenuto necessariamente legato alla Poké Ball Plus, controller dal costo tutt’altro che irrisorio e che magari non tutti sentirebbero di voler acquistare (ma sai com’è, se in realtà mi stai vendendo un Pokémon leggendario quasi quasi…), quando si poteva magari cavalcare l’onda della nostalgia rendendolo disponibile in-game, magari, concretizzando una delle tante “storie popolari” come che lo si potesse trovare sul pontile della Motonave Anna di Aranciopoli, ma tant’è.

Tutto il resto è un pregio, anche e sopratutto il taglio netto dato al comparto competitivo che personalmente ritengo una frustrante deriva che ha allontanato molti fan storici e che è repellente, vista la sua complessità, per i più piccoli. E a scanso di equivoci è coi fan storici e coi bambini che The Pokémon Company fa i soldi veri, tra il merchandising ecc., storia vecchia che vale anche per Disney e compagnia cantante.

Quindi se questi titoli non vi piacciono per l’assenza del competitivo non vuol dire che siano brutti giochi, semplicemente che voi non siete più in target.

Nintendo sicuramente accontenterà i fan del competitivo con nuovi giochi, eredi di quel filone attualmente rappresentato da Ultra Sole e Ultra Luna, a tempo debito. Intanto, se voleste fare un tuffo nel passato e divertirvi per un buon numero d’ore in compagnia dell’originale storia Pokémon al massimo della sua espressione tecnica e artistica, Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee offrono proprio questo, e non dovreste farveli scappare.

88
ME GUSTA
  • La storia originale Pokémon nella sua versione migliore
  • Ottime nuove meccaniche di gameplay
  • Salto grafico notevole
  • Più longevo grazie a un end-game sensato
FAIL
  • Si poteva fare meglio con il sonoro
  • Mew solo con Poké Ball Plus
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