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Testa di cane

L’altro giorno guardavo Futurama, che è comunque la miglior serie animata esistente. In Futurama ci sono le teste nei vasi e la cosa fa molto ridere. Ovviamente ci siamo chiesti tutti se una cosa così fosse possibile.

Beh, la risposta teorica è “certo che si!” mentre la risposta pratica è “ci abbiamo provato ma… ecco…”.

Visto che la teoria è buona soltanto per chi non sa fare la pratica, noi parleremo della pratica.

Parleremo quindi di teste senza corpo, trapianti di testa e di cani che nemmeno a Sine Requie…

Ossia parleremo di quando la Russia e gli Stati Uniti facevano a gara non solo nello spazio.

 

 

 

Dalla Russia con Amore Cuore

Sergei Sergeyevich Brukhonenko era un chirurgo provetto. Aveva un sogno, mantenere viva una persona senza la necessità di un corpo funzionante.

Certo le storie sul fatto che le teste dei decapitati vivessero o meno qualche secondo dopo la decapitazione erano (e sono) tutt’ora molto belle, ma Sergei non voleva qualche secondo lui voleva molto più tempo.

Quindi fece quello che si faceva ai tempi nella scienza di solito, prima di mettere a rischio la vita delle persone, si mise a decapitare cani.

Il regime sovietico non gli fece mancare i fondi e nel 1940 produsse la sua opera più famosa: Experiments in the Revival of Organisms un filmatino di 20 minuti in cui fa rivivere la testa di un cane attaccandola a una macchina.

 

 

Sergei riuscì davvero nel suo intento e le teste di cane sopravvivevano veramente collegate alla macchina.

Reagivano anche a diversi stimoli, ad esempio si spaventavano se sentivano dei forti rumori alle loro spalle, o cercavano di ingoiare il cibo che veniva loro dato. Insomma, la testa continuava a vivere normalmente, tranne che per il fatto che rimanevano vive pochi minuti di solito.

Bene, ma questa cosa aveva un senso?

Stranamente si, le scoperte di Sergei hanno salvato e salvano milioni di vite, infatti il macchinario per tenere in vita la testa di cane fu il prototipo per la macchina cuore-polmoni che ancora oggi usiamo e le sue ricerche gettarono le basi per la moderna chirurgia del trapianto di cuore.

Alla fine gli studi di Sergei dimostrarono che un essere vivente può sopravvivere anche senza il suo corpo se il sistema è debitamente sostituito, una lezione preziosa.

 

 

 

Kerberus

Tutti coloro che hanno giocato a Sine Requie sanno che i nazisti hanno creato i cani a due teste. Ma quella è un’opera di fantasia. Nella realtà furono i russi a creare i cani a due teste.

Vladimir Demikhov era un valente scienziato russo affascinato dai trapianti. Ricevette parecchi fondi per i suoi esperimenti e fu un luminare nel campo dei trapianti.

 

Vladimir Demikhov

 

A lui si deve il primo trapianto di cuore eteropico, il primo trapianto di cuore e polmoni, il primo trapianto di polmoni, il primo trapianto di fegato, il primo trapianto di cuore ortopico e, finalmente, nel 1954, il primo trapianto di testa.

Nel procedere in tutti questi campi ovviamente ci sono andati di mezzo un sacco di cani. Ma è di particolare interesse il suo ultimo esperimento. L’esperimento, tentato oltre 24 volte con tecniche differenti, prevedeva di trapiantare la testa di un cane sul corpo di un altro cane.

In particolare la testa di un cane più piccolo sul corpo di un cane più grande così che potesse fornire nutrimento a entrambi.

 

 

L’operazione incredibilmente complessa ebbe successo. I “due” cani si svegliarono dall’operazione senza grossi problemi.

Benché attaccati allo stesso cuore le due teste avevano vita indipendente, si svegliavano a ore diverse, reagivano in maniera diversa agli stimoli etc. La testa del cane più piccolo mangiava se veniva nutrita (come le teste di Brukhonenko), anche se poi il cibo cadeva per terra visto che non aveva un apparato digerente.

 

 

I vari esperimenti di Demikhov non durarono comunque molto, morirono tutti in al massimo un paio di giorni per problemi di rigetto o complicazioni post operatorie.

Ma il loro sacrificio permise di aprire la strada ai trapianti umani che oggi aiutano milioni di persone.

 

 

 

Guarda la! Una scimmia senza testa!

Gli americani vennero presto a sapere degli esperimenti russi e, come nella corsa allo spazio, vollero battere i russi anche nella chirurgia. Così incaricarono uno dei loro migliori neurochirurghi, Robert J. White, di stupire il mondo.

 

Robert J. White

E lui non si tirò indietro. Se i russi costruivano cani a due teste lui avrebbe trapiantato una testa di scimmia sul corpo di un’altra scimmia!

È difficile capire se si trattò di un trapianto di testa o, piuttosto, di un trapianto di corpo, in ogni caso, com’è come non è, Robert studiò il complessissimo problema per anni.

Poi, nel 1970, tentò il suo esperimento. A una scimmia venne tagliata la testa che fu connessa al corpo senza testa di un’altra scimmia.

 

 

Al risveglio la scimmia stava bene, al netto del fatto che fosse tetraplegica, infatti non era stato possibile, e nemmeno si pensava che lo sarebbe stato, riconnettere la spina dorsale, l’esperimento mirava solo a mantenere in vita una testa sopra un altro corpo.

La scimmia sopravvisse appena un giorno, prima di morire a seguito delle complicazioni post-operatorie, ma dimostrò che il trapianto di corpo era possibile.

 

 

 

Conclusioni

Gli esseri umani hanno fatto un sacco di esperimenti strani nella storia, alcuni utili, alcuni meno.

Per quanto questi esperimenti possano urtare la nostra sensibilità di uomini del nuovo millennio, gli scienziati che li compirono erano animati dalla ferma convinzione di migliorare le condizioni delle persone.

E lo fecero.

Se oggi possiamo trapiantare un cuore o dei polmoni è anche grazie a questi pionieri, ai loro studi e ai loro metodi, metodi che oggi forse si attirerebbero il biasimo della società.

Ma la scienza va avanti, e la medicina anche, alcuni animali vengono sacrificati nel processo certo, ma tante persone vengono salvate grazie al loro sacrificio.

 

 

 

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