Anthem, tra speranze e incertezze

Dopo esattamente un anno dal suo reveal ufficiale, Anthem è tornato a mostrarsi nel corso dell’evento EA Play all’E3 2018; analizziamo quanto visto finora qui a Los Angeles.

Cos’è di preciso Anthem? Non sono bastate le sequenze mostrate alla conferenza EA Play né le informazioni arrivate direttamente dai ragazzi di BioWare a sciogliere le riserve su che tipo di gioco ci ritroveremo tra le mani il 22 febbraio, ma ora di certo sappiamo qualcosa in più. Oltre al nuovo trailer abbiamo potuto osservare una sequenza di gameplay hands-off di circa 10 minuti dalla quale sono emersi ulteriori importanti dettagli sul titolo.

Di certo sappiamo che nell’action GDR firmato dai creatori di Mass Effect e Dragon Age un gruppo composto da massimo quattro giocatori potrà perlustrare un mondo misterioso che a quanto pare è popolato da ogni tipo di creatura. L’enorme problema è che questo mondo è ancora fin troppo misterioso anche per noi, tanto da non avere idea di dove si collocano le vicende del/dei nostro/i protagonisti e quale sia la ratio che li spinge ad essere degli eroi in tuta super tech che si occupano di sistemare bestie come free-lancer.

 

 

Nel corso della conferenza i membri del team di BioWare si sono espressi sulla cosa nel sottolineare come le storie siano uno dei fattori più amati dai loro fan e di come proprio la storia e il racconto avrà un ruolo importante in Anthem, lasciando sperare che il tutto non sia annichilito in virtù della modalità multiplayer (quest’ultima dovrebbe essere integrata con un sistema simile a quello di Destiny, di condivisione del mondo di gioco con vari altri giocatori online).  I giocatori potranno creare la propria storia e rendere unica ogni missione all’interno di un vasto mondo open world, e questa è la cosa che più mi preoccupa.

Nel 2018 credo sia legittimo affermare che la maggior causa di flop in ambito videoludico sia il voler mettere l’open world ad ogni costo, spesso fatto male.

Ogni volta che si prova a inserire dinamiche open world in un prodotto che potrebbe anche rendere 10 – a meno che non ti chiami Rockstar o Ubisoft, e anche qui volendo se ne può parlare per un bel po’ – si rischia di farlo rendere in modo a mala pena sufficiente. La storia diluita in un mare di attività secondarie fine a se stesse perde inevitabilmente di spessore e ritmo, pregiudicando la buona riuscita del prodotto e rendendo tutt’al più un buon gioco quello che, se non si fosse inserito per forza un open world, poteva essere un capolavoro.

Dal momento che di dettagli extra sulla storia di Anthem non ne abbiamo ancora avuti, per quanto sia strano visto che è ormai ufficiale anche una data d’uscita, queste restano delle legittime preoccupazioni che, speriamo, possano svanire quando il gioco arriverà sugli scaffali il prossimo 22 febbraio per PC e sistemi PlayStation 4 e Xbox One.

 

 

 

 

Le esotute Javelin permettono ai piloti di acquisire velocità e potenza, maneggiare armi futuristiche

Le esotute Javelin permettono ai piloti di acquisire velocità e potenza, maneggiare armi futuristiche e compiere evoluzioni fondamentali per combattere in un ambiente di gioco ostile, e potranno essere personalizzate sia nelle componenti elettroniche che nella verniciatura, per essere preparate ad affrontare ogni situazione e pericolo. Nel corso della demo mostrata all’EA Play abbiamo visto il gruppo di quattro giocatori farsi strada attraverso un level design elaborato sia in orizzontale che in verticale (con la possibilità di volare liberamente in aria e anche di immergersi in acqua) per raggiungere il punto d’interesse di una missione chiamata Scars and Villany. 

Qui il gruppo, capitanato da un tank ma che presenta la classica struttura del genere con anche personaggi dps e healer (le classi saranno quattro: Ranger, Colosso, Storm e Interceptor), ha dovuto ispezionare un’area per trovare la sorgente di un misterioso uovo, sorgente che si è rivelata essere un gigantesco boss: lo Swarm Tyrant. Lo scontro col boss ci è sembrato piuttosto concitato e anche più impegnativo rispetto ai vari conflitti a fuoco visti in precedenza, ma purtroppo dopo pochi minuti la demo è stata interrotta e non abbiamo potuto vederne l’evoluzione.

La struttura da action shooter in terza persona ad ogni modo sembra solida e l’interfaccia non è invasiva: oltre agli indicatori missione e bussola nella parte alta dello schermo c’è un solo menù in basso a destra che indica i dettagli azione, vale a dire arma primaria e arma secondaria, lancio dei missili e altre abilità speciali legate ai tasti dorsali, attacco corpo a corpo (tasto Y) e una super eseguibile con i tasti LB+RB per cui bisogna caricare un apposita barra.

 

 

Il gioco potrà essere affrontato anche completamente in single player e non è previsto il PvP, al momento.

Come dicevamo sopra, in Anthem i giocatori si muoveranno in un mondo condiviso che lo sarà anche per quanto concerne le condizioni meteorologiche e le tempeste. Si potrà fare squadra con altri tre compagni d’avventura e verrà premiato sia lo sforzo combinato che l’utilizzo di abilità individuali uniche; il matchmaking – assicura BioWare – sarà fluido e in grado di trovare con facilità altri giocatori con cui condividere le proprie avventure, anche perché (e questo un po’ ci fa storcere il naso) giocatori di livello inferiore a quello del più alto del gruppo saranno momentaneamente livellati al suo pari. Ad ogni modo, si potrà giocare anche completamente in single player l’intero gioco.

Non ci sarà una modalità PvP ma sarà richiesta una connessione costante per usufruire di ogni funzionalità di gioco: lo ha confermato il producer, Mark Darrah, su Twitter dove ha poi specificato che il team di sviluppo sta ancora valutando la possibilità di inserire il PvP, che però al momento non risulta una feature pianificata. È confermato però che Anthem avrà  microtransazioni, ma effettuabili esclusivamente per oggetti di natura estetica. Le loot-box inoltre saranno assenti: ciò significa che i giocatori potranno decidere liberamente cosa acquistare senza affidarsi al caso.

Insomma, nonostante a distanza di un anno siano arrivate più informazioni su Anthem, dal canto mio dopo questo EA Play ci sono ancora più interrogativi che risposte ad essi e, tolto un comparto grafico su cui c’è ben poco da dire e che di certo è ciò che ha catalizzato tutti fin da subito, insieme ad un concept artistico decisamente accattivante, spero fortemente che venga detto in modo più chiaro di cosa parlerà questo gioco, prima che arrivi sugli scaffali dei negozi e che gli appassionati acquistino qualcosa a scatola (quasi) chiusa.

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