Ebola creato in laboratorio? Il Brevetto CA 2741523 A1

Ebola-Virus

Il famigerato “brevetto degli Stati Uniti” di Ebola è stato ahimè recentemente portato alla ribalta come ipotetica prova che gli Americani avrebbero intenzionalmente scatenato un’epidemia in Africa Occidentale, verosimilmente sotto la guida degli Illuminati.

La notizia (LOL) è ovviamente falsa (o meglio, mal divulgata), ma è uno spunto per un approfondimento sulla terribile famiglia di Virus che ha già fatto, in quest’ultima epidemia, circa 9000 casi e 4493 decessi (12/10/14).

 

Casi e Decessi dell’attuale epidemia di Ebola in Africa Occidentale

 

 

Ordine: Mononegavirales, Famiglia: Filoviridae, Genus: Ebola. Ma il genotipo?

La prima epidemia registrata di Ebola è avvenuta nel 1976 in Sudan e in Zaire e da allora si sono susseguiti qua e là una serie di focolai di dimensioni solitamente modeste con la cadenza di circa 3 anni (range: 1 – 10). I genotipi coinvolti erano EBOV e SUDV.

Fino al 2008 erano noti altri due genotipi (RESTV e TAPV), mortali nei primati ma che negli uomini non hanno mai riportato casi clinicamente significativi (solo sporadiche diagnosi sierologiche, cioè rilievo di anticorpi in soggetti umani, chiaro segno di esposizione al virus).

Come tutti i virus, in modo particolare in quanto virus a RNA, Ebola ha una tendenza alla mutazione spontanea ed è plausibilmente per questo che nel 2007 un nuovo ceppo di Ebola compare in Uganda, venendo poi identificato  dal Dr. J. S. Towner e dai suoi collaboratori del Centers for Disease Control and Prevention (CDC) nel 2008 col nome “BDBV”, o “Bundibugyo “, per gli amici “EboBun”.

“EboBun” miete 37 vittime complessive e non riappare mai più come patogeno associato a casi di febbre emorragica.

 

 

 

Il CDC, i vaccini e “gli interessi di Big Pharma”

Il CDC, fondato nel 1946 ad Atlanta, Georgia, dal “pioniere americano della sanità pubblica” Barack Obama Dr. Joseph W. Mountin, ha come scopo la protezione degli States e non solo da eventuali minacce di tipo sanitario, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico.

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Dopo un inizio difficile e rischi di chiusura il CDC ha acquisito credibilità grazie a una serie di operazioni come il riconoscimento nel 1955 di una contaminazione di alcuni lotti di vaccino antipoliomielitico di tipo Salk prodotto in California e la conseguente correzione del problema con susseguente ripristino del programma vaccinale e rivestendo in seguito un ruolo di spicco nella lotta al Vaiolo del 1962.

Agli sforzi del CDC si deve anche l’identificazione della Legionella nel 1976.

Insomma, CDC non è propriamente “Big Pharma”.

 

 

Il Brevetto  CA 2741523 A1

Facendo un salto in avanti nel tempo, torniamo al 2008.

Towner e i suoi i collaboratori del CDC hanno appena codificato il genoma di EboBun, il nuovo ceppo di Ebola, attraverso l’impiego di metodiche innovative, rendendo gratuitamente disponibili queste conoscenze su riviste Peer-Reviewed.

Quando si scopre un problema è buona norma cercare anche le soluzioni, soprattutto se sei il CDC ed in questo caso, una volta identificato il virus, si è cercato anche di ottenere metodiche per una diagnosi rapida ed efficace così come eventuali possibili provvedimenti terapeutici, nella fattispecie il materiale anticorpale ed antigenico per lo sviluppo di un potenziale vaccino.

Il Brevetto, sviluppato su primati a partire dal virus umano precedentemente identificato, si articola in diversi punti. I più rilevanti sono:

  • 11 – 18: Deposizione di sequenze nucleotidiche identificate nel patogeno e corrispondenti polipeptidici e/o proteici di rilevanza immunologica
  • 19 –  23: Metodica per la diagnosi sierologica di infezione da EboBun o per l’identificazione di EboBun in materiale biologico (ad es. sangue, cellule e così via)
  • 24: Identificazione del meccanismo di propagazione intercellulare da parte del Virus e sviluppo di una metodica di coltura
  • 26, 27, 29: Sviluppo di Vaccino contro EboBun (materiale antigenico immunologicamente rilevante con tanto di carrier)
  • 28, 32: Metodiche di screening dell’efficacia degli antivirali noti nell’inibizione della replicazione
  • 30, 31, 33: Sviluppo di Kit diagnostici o di Kit vaccinali contro EboBun. Sviluppo di metodiche di generazione di Ebola ricombinante a scopo farmaceutico.

 

 

Ma allora la cura per Ebola esiste già?

Appurato dunque che quelli del CDC sono “i buoni” che cercano di combattere un’infezione, e non “i cattivi” che l’hanno causata (a controprova di tutto ciò l’attuale epidemia è sostenuta da EBOV e non da EboBun), sorge spontaneo chiedersi: ma se il vaccino esiste dal 2009, come mai non è stato somministrato?

La faccenda si fa relativamente più complessa.

Innanzitutto il brevetto propone una formulazione vaccinale, ma non ne testa efficacia e sicurezza.

Il brevetto propone una formulazione vaccinale, ma non ne testa efficacia e sicurezza.

Prima del rilascio commerciale di un vaccino sono necessari anni di studi per testare proprio questi due fondamentali fattori.

Tenendo conto della sporadicità delle infezioni di Ebola non stupisce la quantità ridotta di studi sull’uomo.

Resta inoltre il problema della cross-protezione: non è scontato che il vaccino contro EboBun – diverso al 43% dal più frequente EBOV – sia efficace anche contro gli altri genotipi (seppur ci siano alcuni studi su primati a riguardo).

 

 

Cosa ci riserva il futuro

Moriremo tutti di Ebola. Innanzitutto osserviamo come la diffusione extra-Africana di Ebola abbia colpito esclusivamente personale sanitario (a contatto diretto coi liquidi corporei di individui infetti) o sia in realtà causato dallo spostamento di alcuni pazienti in strutture extra-africane per la somministrazione di cure.

Considero personalmente il rischio di pandemia nei paesi occidentali molto basso.

Considero personalmente il rischio di pandemia nei paesi occidentali molto basso, dato che l’esplosione dei casi in Africa è stato supportato da condizioni igienico-sanitarie precarie.

In secondo luogo, speranze arrivano da ZMapp, un siero di immunizzazione passiva costituito da 3 anticorpi monoclonali diretti contro costituenti conservati tra le varie specie di Ebola.

Nonostante anche ZMAPP non abbia ancora superato tutta la trafila di studi di sicurezza ed efficacia, è il candidato principale per il trattamento degli attuali casi di Ebola, e verrà prodotto in larga scala.

Si è deciso di dare priorità a questo tipo di trattamento perché ha già mostrato segni di efficacia e perché ha il vantaggio di funzionare dopo l’infezione (mentre il vaccino è teoricamente una manovra profilattica), nonché di poter essere testato “sul campo” proprio in questa fase molto delicata permettendo una risposta rapida alla epidemia in corso.

Fonti

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