[quote]”I neuroni-specchio saranno per la psicologia quello che il dna è stato per la biologia.”
– Vilayanur S. [tag]Ramachandran[/tag], Neurologo Indiano.
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Era il lontano (manco troppo) 1992 quando l’equipe di neurofisiologi dell’università di Parma guidati da [tag]Giacomo Rizzolatti[/tag] si trovò tra le mani una tra le più straordinarie scoperte che fossero mai state fatte nel campo della [tag]neurofisiologia[/tag]: la scoperta dei [tag]neuroni-specchio[/tag], appunto.

Nei laboratori dell’università parmigiana (so già che me ne pentirò) Rizzolatti & Co. stavano studiando il coinvolgimento della corteccia premotoria (con appositi elettrodi innestati sui singoli [tag]neuroni[/tag]) nell’apprendimento di azioni che non appartenevano al bagaglio specie-specifico del macaco. Si trattava di utilizzare una “pinza al rovescio” per prendere una noce e metterla in un contenitore: si utilizzò una pinza ad hoc perché ai fini dell’esperimento era necessario che il soggetto sperimentale (ovvero il macaco) non possedesse già le conoscenze per svolgere il compito assegnato, ma che dovesse apprendere da zero i movimenti necessari allo svolgimento dell’esperimento (e perché mai il macaco collaborava? perché ogni volta che compiva correttamente l’azione otteneva in cambio la noce da poter mangiare, semplice!).
Qui sotto un’immagine della pinza che veniva utilizzata:
[more] [image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_039974.png[/image]
ps: scusate se l’ho disegnata con paint, ma non ho trovato un’immagine decente in giro..[/more]

L’apparecchiatura collegata ai suoi neuroni pre-motori registrava le scariche ogniqualvolta il macaco compiva l’azione e, con l’acquisizione di padronanza nello svolgere il compito, si riscontrò un aumento significativo delle scariche dei neuroni in esame (con “scarica” si intende semplicemente la trasmissione di impulso elettro-chimico da parte di un neurone: è un modo elegante di dire che il neurone “si è attivato”).

Non mi dilungo oltre nella descrizione della situazione sperimentale (e degli scopi dell’esperimento) perché tutto questo mi serviva solo ad introdurre la scena in cui la [tag]serendipity[/tag] fece la sua maestosa entrata in scena..

Con ordine: un giorno, per sbaglio, uno dei ricercatori lasciò acceso il macchinario che registrava le scariche dei neuroni del macaco e, per mettere qualcosa sotto i denti (poraccio aveva fame! lo sappiamo tutti che le borse di ricerca in Italia non bastano nemmeno a fare la spesa) prese dal tavolo, posto davanti alla piccola scimmia, una noce sbucciata (ma c’è in giro una variante errata che parla di una banana) e se la portò alla bocca per mangiarla. In quel momento l’apparecchio registrò una notevole scarica neuronale da parte del macaco. Nessuno capì, sulle prime.. tanto è vero che venne ritenuto malfunzionante l’apparecchio che registrava le scariche dei neuroni: dopo averlo controllato e ricontrollato, però, non venne riscontrato alcun malfunzionamento di sorta. Funzionava tutto bene.

Allora iniziò a prendere luce un’idea: vuoi vedere che i neuroni che stiamo indagando (appartenenti al grande gruppo dei neuroni motori) scaricano non solo quando il macaco compie una azione, ma anche quando vede compiere una azione che riconosce?? (questo perché i neuroni della scimmietta non scaricarono quando il ricercatore iniziò a trafficare con i macchinari del laboratorio, azione nella quale il macaco non si riconosceva affatto, ma invece scaricarono notevolmente nel momento in cui il ricercatore si mise in bocca la nocciolina).

A quel punto l’equipe di Parma si ritrovò tra le mani un tesoro inaspettato: le conseguenze della loro scoperta erano di portata tanto larga, e tanto invadente, da poter rivoluzionare non solo la neurofisiologia, ma un lungo elenco di altre discipline scientifiche: psicologia, etologia, antropologia, filosofia della mente, scienza cognitiva, intelligenza artificiale, etica, politica!

Da quel momento, nel lontano 1992, sono passati 19 anni e Rizzolatti è ormai in odore di santità scientifica (ovvero il suo nome è in lizza per un possibile premio Nobel).

Per chi volesse approfondire l’argomento qui sotto c’è una bella (e lunga) intervista a Vittorio Gallese, il braccio destro di Rizzolatti, sui neuroni-specchio.
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Fonte: conferenza di Vittorio Gallese tenuta alla facoltà d Filosofia dell’università di Roma “La Sapienza” qualche anno fa (sì, ero presente).

Approfondimenti:
[url=http://it.wikipedia.org/wiki/Neuroni_specchio]Qui[/url] per sapere qualcosa di più sui neuroni specchio (wiki).
[url=http://www.universinet.it/facolta-notizie/psicologia/2107-i-neuroni-specchio-alla-scoperta-dellempatia.html]Quo[/url] per avere un’idea del binomio neuroni-specchio/empatia.
[url=http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=3520]Qua[/url] una breve presentazione della correlazione tra neuroni-specchio e autismo.
[url=http://brainfactor.it/index.php?option=com_content&view=article&id=174:neuroni-specchio-parlano-i-filosofi-brainfactor-intervista-laura-boella&catid=22:le-interviste-di-brainfactor&Itemid=3]Paperino[/url] (spero di non doverla spiegare, è già abbastanza triste così) per un’infarinatura sul legame neuroni-specchio/filosofia.

[rubrica][url=https://leganerd.com/tag/serendipity/][Serendipity][/url] è la rubrica a cura di @abbo che si occupa di scoperte accidentali.[/rubrica]