Intelligenza artificiale: siamo naturalmente portati a fidarci di lei, finché non sbaglia

I ricercatori della Drexel University e del Worcester Polytechnic Institute hanno messo alla prova la fiducia delle persone nei confronti di un’intelligenza artificiale, così da testare quanto la nostra cultura ci porti a fidarci di una macchina, almeno finché non ci rendiamo conto che occasionalmente sbaglia anche lei.

Messa così, la cosa sembra ovvia, tuttavia la parte interessante dell’indagine consiste negli atteggiamenti che assumiamo prima di una simile epifania, ovvero prima di renderci conto che l’interfaccia sia gravata da qualche problema.

Gli scienziati hanno posto dei gruppi di volontari davanti a un PC e hanno fatto loro rispondere dei quesiti a scelta multipla. Al fianco di ciascuno di loro vi era EVA – no, nessuna relazione con Evangelion -, una IA programmata per simulare espressioni facciali che hanno aiutato o compromesso le decisioni dei partecipanti. In pratica, EVA sorrideva o scuoteva la testa in base a dove orbitasse il cursore mosso dai volontari.

I risultati ottenuti non hanno offerto alle due accademie una prospettiva del come si reagisce a un’intelligenza artificiale che sbaglia, ma anche al come funzioni in maniera diversa la fiducia che riponiamo nelle macchine e quella che invece concediamo agli altri esseri umani.

Per esempio, la fiducia nei sistemi computerizzati sono solitamente alti all’inizio perché sono percepiti al pari di uno strumento e quando ti viene presentato uno strumento non puoi fare a meno che confidare che funzioni come ci si aspetti debba funzionare, allo stesso tempo vi è una maggiore esitazione nel fidarsi di un umano, visto che esistono maggiori sfumature di incertezza.

Detto questo, se un sistema di computer compie un errore, la fiducia che vi riponiamo crolla rapidamente, poiché è come se lo considerassimo difettoso e ci aspettassimo che il problema persista. Nel caso degli umani, d’altro canto, se si è consolidato un rapporto di fiducia, un numero contenuto di violazioni non è in grado di danneggiare significativamente il rapporto,

ha riferito Reza Moradinezhad, uno degli autori della ricerca..

 

 

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