Viviamo in un mondo in cui l’uomo ha distrutto la maggior parte delle barriere coralline, a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento degli oceani. I ricercatori oceanici ne hanno scoperta una che finora ci era sfuggita: si tratta di una barriera corallina, che secondo la CNN si trova molto al di sotto della superficie vicino alle isole Galapagos, lunga circa 3 chilometri e in condizioni sorprendentemente incontaminate. La barriera corallina, che secondo la Charles Darwin Foundation ha diverse migliaia di anni, ha più del 50% di corallo vivo ed è frequentata da diverse specie marine, tra le quali aragoste, pesci, squali, razze e polpi. Questa barriera è solo la seconda barriera corallina delle Galapagos ad essere sopravvissuta al disastroso clima di El Niño che ha colpito le isole nel 1982 e 1983.

El Niño-Oscillazione Meridionale (ENSO) è un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale. Si verifica in media ogni cinque anni e provoca inondazioni nelle aree direttamente interessate e siccità nelle zone più lontane. I paesi in via di sviluppo che dipendono dall’agricoltura e dalla pesca ne sono i più colpiti. Si ritiene possa avere effetti anche su scala globale attraverso modificazioni della circolazione atmosferica. In precedenza, solo la barriera di Wellington, situata vicino all’isola di Darwin, era nota per essere sopravvissuta.

Un tesoro nascosto

Il motivo per cui questa barriera corallina è rimasta sconosciuta per così tanto tempo ha probabilmente a che fare con la sua profondità. Mentre la barriera di Wellington si trova a soli 5-25 metri di profondità, questa nuova barriera si trova a 400 metri sotto la superficie dell’oceano. Gli scienziati hanno potuto scoprirla solo grazie all’utilizzo di un sottomarino HOV Alvin, un veicolo che consente a un team di due scienziati di scendere fino a 6.500 metri sotto la superficie.

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Gli scienziati hanno scoperto questa barriera corallina durante la mappatura di una montagna sottomarina precedentemente sconosciuta, durante gli studi portati avanti dalla spedizione Galapagos Deep 2023 . La barriera corallina è situata sulla cima di questa montagna. Questa scoperta arriva mentre le barriere coralline di tutto il mondo affrontano una minaccia esistenziale a causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento. La barriera corallina più famosa, la Grande Barriera Corallina (Great Barrier Reef), lunga 2.300 chilometri, al largo della costa nordorientale dell’Australia, è stata dichiarata “in pericolo” dall’UNESCO dopo che ha sofferto di molteplici eventi di sbiancamento di massa dei coralli (coral mass bleaching events), eventi innescati principalmente da temperature marine che superano il normale massimo estivo per periodi prolungati (settimane).

La frequenza e la gravità degli eventi di sbiancamento di massa sono aumentate negli ultimi decenni, causando il degrado della barriera corallina su scala globale. Abbiamo già perso circa il 50% delle barriere coralline del mondo e alcuni ricercatori ritengono che il 90% delle barriere oceaniche scomparirà entro il 2050. La perdita delle barriere coralline causerebbe un forte calo delle popolazioni ittiche costiere, che a sua volta danneggerebbe l’industria ittica mondiale e coloro che vi fanno affidamento.

La scoperta di questa nuova coral reef fa sperare gli scienziati: le barriere coralline del mondo non siano completamente condannate. Mentre la maggior parte delle barriere coralline del mondo è minacciata, la barriera appena scoperta dimostra che alcune di esse possono sopravvivere alle temperature marine record che il mondo sta affrontando. Gli scienziati affermano, inoltre, che l’esistenza della barriera dimostra l’importanza degli sforzi di conservazione, dal momento che essa fa parte della riserva marina delle Galapagos, che si estende per 200.000 chilometri quadrati. È probabile che vi siano altri Eden sottomarini non ancora scoperti all’interno del corridoio, che si è dimostrato molto efficace nell’aiutare la vita marina a prosperare in un mondo sempre più ostile.