Gli archeologi hanno scoperto in Egitto alcune antiche mummie che sfoggiano placche d’oro al posto della lingua, come riporta l’Egypt Indipendent. In particolare, sono state ritrovate tre lingue d’oro in tre mummie diverse, rispettivamente nella mummia di uomo, di donna e una di bambino. La scoperta è stata fatta nella necropoli di Quweisna, nel Delta del Nilo centrale.

Alcuni degli scheletri riportati alla luce hanno anche le ossa smaltate d’oro. Anche se non è del tutto chiara la ragione della presenza di queste lingue d’oro non è la prima volta che vengono trovate mummie “decorate” con questo metallo.

Com’è immaginabile, all’epoca della scoperta, il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano sospettava che l’oro fosse stato collocato lì dagli imbalsamatori per garantire che i morti potessero navigare nell’aldilà. Il perché si sta capendo negli anni, grazie a nuovi ritrovamenti e supposizioni. Tra le teorie emerse, c’è quella dell’odio di Osiride per il rumore: si pensa, infatti, che durante le celebrazioni funebri nell’antico Egitto venisse imposto il silenzio e l’introduzione di una lingua d’oro permetteva alle mummie di parlare con Osiride senza fare chiasso inutile.

Un altro aspetto da considerare è che solo alcune mummie sono state preparate al loro incontro con l’aldilà munite d’oro, sebbene fosse un materiale molto diffuso nell’antico Egitto e, soprattutto, molto utilizzato per la realizzazione di ornamenti per i riti funebri. All’epoca, il metallo prezioso era considerato la carne degli dèi, in particolare la pelle del Dio Sole, Ra, ed era associato al concetto di eternità. Ra era il capo di tutti gli dèi dell’antico Egitto, il creatore di tutto, ed era strettamente unito a Osiride. Ra rappresentava la parte del giorno illuminata dal sole, mentre Osiride rappresentava le ore di buio. Quindi la lingua d’oro doveva avere la funziona di una linea guida verso la luce, anche nella fredda oscurità dell’oltretomba.

Le mummie ritrovate nel sito, purtroppo, non sono in condizioni molto buone afferma Mustafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, a differenza degli scheletri con il corredo d’oro.