Le ossa scoperte dagli archeologi a Tsukumo vicino al mare interno di Seto hanno mostrato fin da subito caratteristiche particolari. Grazie ad indagine approfondite gli scienziati hanno concluso che lo scheletro appartiene ad un uomo che visse tra il 1370 e il 1010 a.C e che la sua morte è stata causata da morsi di uno squalo. I risultati offrono così una visione rara dei rischi corsi a quei tempi per i pescatori.

Lo scheletro fu recuperato dal sito archeologico del tumulo di conchiglie di Tsukumo vicino al mare interno di Seto all’inizio del XX secolo d.C. Già ad una prima occhiata i segni sulla ossa dell’uomo conosciuto come Tsukumo n. 24 facevano pensare a ferite particolari ma era difficile capirne la causa perché incoerenti con gli strumenti di pietra in uso all’epoca.

Le ferite potevano essere state causate da morsi di animali ma era difficile da capire. Quando gli archeologi dell’Università di Oxford hanno hanno recuperato le ossa per uno studio sui conflitti in Giappone nel periodo preistorico le hanno esaminate più attentamente.

Lo scheletro riportava almeno 790 ferite profonde e seghettate con lesioni concentrate su braccia, gambe e la parte anteriore del torace e dell’addome. Gli mancavano la mano sinistra e la gamba destra e la sua gamba sinistra era stata posta sopra il suo corpo in posizione capovolta per la sepoltura.

Dopo un processo di eliminazione hanno escluso come causa il conflitto umano e i predatori o gli animali spazzini più comunemente conosciuti.

Gli archeologi si sono rivolti al biologo marino George Burgess del Florida Program for Shark Research del Florida Museum of Natural History che esaminate le ferite ha confermato che l’uomo è stato vittima di un attacco di squalo:

L’uomo potrebbe benissimo essere stato a pescare con i compagni in quel momento, poiché è stato recuperato rapidamente. E, in base al carattere e alla distribuzione dei segni dei denti, la specie più probabile responsabile era una tigre (Galeocerdo cuvier) o uno squalo bianco ( Carcharodon carcharias).

hanno dichiarato gli archeologi J. Alyssa White e Rick Schulting dell’Università di Oxford

Secondo l’analisi dei ricercatori l’uomo era giovane o di mezza età al momento della morte e visse tra il 1370 e il 1010 a.C. e ricostruendo lo scenario i suoi resti potrebbero essere stati recuperati poco dopo l’incontro con lo squalo e sepolti nel cimitero locale.

Dichiarano i ricercatori:

L’attacco a Tsukumo n. 24 mette in evidenza i rischi della pesca marina e delle immersioni ai crostacei o, forse, i rischi della caccia opportunistica di squali attirati al sangue durante la pesca.

La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Archaeological Science: Reports.

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