Il mining di criptovalute non è l’unica ragione dietro alla scarsità di GPU, ma è sicuramente un fenomeno rilevante. Secondo un nuovo studio di Jon Peddie Research, circa una scheda grafica su quattro, tra quelle immesse sul mercato, finisce nelle mani dei miner.

Solamente nel primo trimestre del 2021 sono circa 700.000 le GPU ‘sottratte’ dal mining di criptovalute ai videogiocatori, per un valore di circa mezzo miliardo di dollari. Il dato si riferisce esclusivamente alle GPU da gioco di fascia alta o media.

A rendere più complicato questo scenario ci pensano altri fattori, come i ritardi nella filiera di produzione maturati a causa della prima ondata del Covid-19, oltre che la scarsità – e quindi i prezzi più alti – di componenti chiave come le GDDR6, condensatori e regolatori di tensione.

AMD non sembra particolarmente interessata a ridurre i volumi d’acquisto da parte degli appassionati di criptovalute. Al contrario, NVIDIA ha iniziato ad interessarsi al fenomeno, nel tentativo di offrire maggiori tutele ai consumatori più tradizionali.

L’azienda ha implementato un meccanismo anti-mining sul BIOS di alcune GPU della sua linea RTX, in modo da scoraggiarne l’acquisto da parte dei mining. NVIDIA ha anche cercato di differenziare il suo catalogo, offrendo alcuni prodotti esclusivamente progettati per il mining di Ethereum. In questo modo l’azienda spera che le due tipologie di consumatori finiscano per non cannibalizzarsi a vicenda. Per il momento la strategia non ha ancora dato i suoi frutti.