Forse nel tentativo di realizzare il peggiore incubo cyberpunk, il Nevada stava valutando di concedere alle aziende tech la possibilità di creare delle “Zone Innovative“, ovvero dei microgoverni in cui le ditte private avrebbero potuto amministrare per intero i servizi dei propri cittadini. Visto che la stagione legislativa terminerà in meno di 40 giorni, il Governatore locale Steve Sisolak ha però deciso di ritirare la proposta, rilanciando immediatamente un’altra.

Al posto di decidere direttamente della cosa, il Governo vuole ora creare una Commissione che vada ad analizzare e discutere problemi e dinamiche di un ipotetico futuro in cui le cittadine saranno dominate esplicitamente dalle corporazioni. Il gruppo, stipendiato con fondi pubblici, dovrà riunirsi per aggiornamenti ogni mese, quindi offrire un’analisi finale alla Commissione Legislativa entro la data del 31 dicembre 2021.

Il ritiro dei piani di legge è una strategia elementare della diplomazia statunitense: quando si è certi del fallimento, basta sfilarsi in anticipo alla bocciatura, così che la proposta possa essere avanzata in momenti più opportuni.

Anche ammesso che l’idea delle zone innovative possa essere una buona idea, gli ostacoli in cui si sarebbe dovuto scontrare Sisolak erano decisamente fuori da ogni possibilità di superamento. Dai popoli indigeni ai gruppi ambientalisti, dalle autorità che si occupano della rete idrica alle organizzazioni dei lavoratori: per qualche motivo tutti erano preoccupati che le ditte tech potessero regnare incontrastate soprattutto considerando che non era stato intavolato alcun dibattito capace di fugare ogni paranoia.

 

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