Uscito sulla PlayStation 3 e resuscitato sulla PS4 con un remaster, The Last of Us starebbe per tornare anche sulla PS5, con un “remake” che è già circondato da drammi corporativi. A farlo trapelare è la testata Bloomberg, la quale è recentemente entrata in contatto con alcuni ex dipendenti insoddisfatti da Sony.

Forte di successi indiscutibili quali Spider-Man, God of War e Uncharted, l’azienda nipponica avrebbe deciso infatti di puntare molto sui blockbuster videoludici, appoggiando con molti mezzi i grandi protagonisti del settore, ma a discapito dell’estro creativo di molti studi minori.

Al centro della vicenda in questione vi sarebbe il Visual Arts Service Group, team interno di Sony che da San Diego si preoccupa di assistere i principali studi di sviluppo di videogame, raffinandone e rifinendone i progetti.

A quanto pare, il gruppo californiano, stufo di ricoprire sempre un ruolo marginale, si sarebbe organizzato più o meno sottobanco per reclutare sviluppatori e dar vita a uno studio semiabusivo, il tanto famigerato studio di San Diego.

In pratica, il team si sarebbe organizzato di tutto punto per proporsi a Sony come responsabile del remaster PS5 di The Last of Us, ma l’azienda nipponica avrebbe rimesso al proprio posto gli sviluppatori di buone speranze, sottraendo loro il progetto e affidandolo nuovamente agli autori originali di Naughty Dog.

Sony non ha voluto commentare, lasciando in sospeso sia il destino di Visual Arts Service Group, sia l’effettiva esistenza del remake.

 

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