La nostra prima recensione di The Boys 2, dopo aver visto in anteprima tre episodi della nuova stagione dell’attesa e brillante serie Amazon, che tornerà su Prime Video a settembre.

Il primo fattore da riconoscere in una recensione di The Boys 2 è il successo della precedente stagione, che ha di sicuro cavalcato tutto un decennio di cinema mainstream dedicato alla figura del supereroe, ponendosi a contrasto – quantomeno per toni e temi – con quel fenomeno pur sfruttandone la scia.

Non c’era quindi forse momento migliore per adattare la serie di fumetti di Garth Ennis e Darick Robertson, e come prevedibile la serie Amazon Prime Video lo scorso anno ha fatto decisamente faville, guadagnandosi un certo seguito e anche un posto nella densissima classifica delle migliori produzioni dello scorso anno, qui su Lega Nerd.

Il ritorno di The Boys è di sicuro uno dei ritorni televisivi più attesi (e come vedrete apprezzati) di questo 2020 decisamente complicato, e sono più che sicuro che molti di voi non vedranno l’ora di mettere le mani sui nuovi episodi dopo l’apertissimo cliffhanger con cui si è conclusa la prima stagione.

Ebbene, ho avuto la possibilità di vedere le prime eccellenti puntate della seconda stagione in anteprima, e in questo pezzo mi limiterò appunto a recensire questa prima tornata, che arriverà sul catalogo di Prime Video dal 4 settembre. Gli altri cinque episodi arriveranno invece uno a settimana, ogni venerdì, fino al finale del 9 ottobre.

Nei prossimi mesi in ogni caso avremo modo di parlare anche del finale della serie e di buttare giù qualche opinione sia sui restanti episodi in parallelo all’arrivo in streaming, sia sulla stagione in generale una volta conclusa.

Intanto, questo è quello che penso dell’inizio di The Boys 2, senza spoiler se non vari riferimenti a diversi eventi della prima stagione, che chi legge questo pezzo in teoria dovrebbe già avere visto. Posso già anticiparvi che avete davvero poco di cui preoccuparvi, perché questa stagione parte decisamente con il turbo.

 

 

 

 

The Boys 2 come prevedibile – e come intravisto dai trailer – parte esattamente da dove eravamo rimasti con la precedente stagione, con Butcher che scopre che sua moglie Becca è ancora viva, e non solo che è ancora viva, che forse sarebbe già abbastanza, ma anche che ha un figlio da Homelander. Per quanto riguarda invece Hughie e gli altri membri della squadra, sono riusciti a darsi alla macchia pure grazie all’aiuto di Starlight, che ora si trova con il problema di un A-Train che sa troppo ed è in coma, a causa dei danni dell’abuso da Compound V.

A proposito di Compound V, abbiamo scoperto nei primi otto episodi che gli eroi non nascono, ma sono invece prodotti da questa sostanza proprietaria di Vaught, elemento centrale di tutta una serie di rivelazioni dell’esordio della serie, a partire dalla creazione dei supervillain da parte di Homelander per forzare l’ingresso dei Supes nell’esercito.

In questa recensione di The Boys 2 posso dirvi che quella storyline non si è nemmeno alla lontana esaurita e finisce per aprire a parecchie incognite che pure dopo tre episodi rimangono perlopiù tali.

 

The Boys 2 recensione Starlight Homelander

 

In effetti, a confronto con la prima stagione, il racconto sembra essere molto più reticente, dando continuamente l’impressione che ci sia qualcosa di più dietro la motivazione di determinati personaggi, seminando indizi qua e là in qualche criptica linea di dialogo e soprattutto costruendo una scacchiera invisibile complessa da non notare, quanto impossibile da decifrare nelle prime battute. Rispetto al passato, The Boys insomma sceglie di giocarsi le carte con maggiore cautela, e il risultato rende, specie in ottica di una cadenza televisiva.

Al centro di tutto questo grande punto interrogativo si pone chiaramente Stormfront, che interpretata da una bravissima e spaccona Aya Cash si piazza come una supereroina incredibilmente insidiosa e potente (come avrete modo di capire nel finale della terza puntata), addirittura in grado di tenere testa ad Homelander e dettare legge in quel di Vaught.

Stormfront è la novità più interessante e brillante di quanto visto finora

Nonostante questo ancora non emerga – se non attraverso qualche dettaglio – nei primi tre episodi, è chiaro che la ragazza, dotata di un carisma inquietante ed affascinante, sia la principale chiave di volta tematica (e probabilmente anche narrativa) di questo ritorno di The Boys. Comprendendo dove si andrà a parare, Stormfront è a mani basse e a trecentosessanta gradi la novità più interessante e brillante di quanto visto finora, e ho grandi aspettative per il ruolo che assumerà proseguendo nella stagione, senza andare troppo nel dettaglio per evitare spoiler.

 

The Boys 2 Stormfront Recensione

 

The Boys tuttavia è anche e soprattutto Homelander, interpretato da un Anthony Starr in stato di grazia, così bravo soprattutto a rendere l’espressività di un maniaco da rubare spesso e volentieri la scena al resto del cast. Il leader dei Sette è un folle, sadico e complessato omicida senza scrupoli, come prima e più di prima, e in un particolare momento avrete modo di rendervene conto, smascellando per quanto sia eccessivo e totalmente gratuito (in senso buono, visto il contesto) quello che vi troverete davanti.

Il rapporto con il figlio appena scoperto e il conseguente maldestro e forzato ruolo paterno, compensazione e proiezione dell’assenza di una propria infanzia, sono campo fertile per alimentare il personaggio, che complice un bel po’ di minutaggio rimane tra gli elementi più caratterizzati e perversi della produzione.

La sua diretta nemesi, il Billy Butcher di quel matto di Karl Urban che sembra nato per il ruolo, ne è in qualche modo il ritratto speculare, e insieme si limitano a ribadire in questa seconda stagione l’essenza di una serie magari non adatta a chiunque nel suo gusto del grottesco, ma perfettamente consapevole di una propria identità, da perseguire senza riserve in un percorso anche di arricchimento ed aggiornamento dei propri temi.

 

The Boys 2 Traslucent

 

The Boys vuole e deve essere la fiera dell’eccesso

Dopotutto in questa recensione di The Boys 2 bisogna mettere in chiaro che la serie Amazon Prime Video vuole e deve essere la fiera dell’eccesso. É un dissacrare senza pietà e senza confini il modello del supereroe, è una caricatura dei valori che quei modelli rappresentano e incarnano, e questo approccio caustico e sopra le righe nel demolire sfocia in un racconto sfrenato e cattivo, intorno ai picchi esplosivi di macabro e violenza che fin dalla prima stagione hanno reso iconica la serie.

In The Boys non si passa e non si deve passare per mezzi termini, ed è forse questa la forza immensa della serie di Kripke: la volontà ferrea di mettere in scena una realtà figlia della nostra e permeata di questo continuo alone di assurdo, che traspare nelle scenografie volutamente pacchiane, nel porre agli estremi la società di consumo, nella caratterizzazione dei personaggi di ogni schieramento, e così via.

In queste montagne di russe sempre oltre la velocità massima, come giusto che sia, trova spazio pure tanto intrattenimento, che trascina tutta la ricca base tematica e cresce sia in più di qualche battuta/dialogo azzeccato e in qualche scena instant cult, sia in frazioni più ambiziose come tutta l’incredibile (e spietata senza alcun limite) seconda metà del terzo episodio (ne avete un assaggio qui).

 

The Boys 2 The Boys

 

Ma non è finita qui, perché in questa recensione di The Boys 2 vale la pena anche sottolineare il lavoro specifico su alcuni personaggi, che vivono un’attenzione dedicata, in particolare Starlight e The Deep.

Starlight (Erin Moriarty) ha vissuto nell’arco delle due stagioni una crescita davvero verticale, e in questi primi tre episodi vive una sicurezza ancora più ostentata rispetto al passato, con cui manovra – seppur per necessità di non essere scoperta – una buona moltitudine di persone attraverso ricatti e minacce; un buon passo in avanti rispetto alle titubanze del primo arco di puntate.

Laddove Annie diventa un carattere più quadrato, Hughie (Jack Quaid) tende a raggiungere al contrario un punto di rottura, e su questo si imposta la dinamica tra i due, che come sapete in segreto sono una sorta di coppia.

Degno di nota anche l’esilio dai Sette di The Deep (Chace Crawford), una vera chicca di parabola che si conclude nel delirio sadico e nella pena più totale (la balena squarciata della clip), dando grande spazio ad una sorta di processo psico-analitico al limite del surreale e del tragicomico.

In questo modo Kevin cerca di accettare le sue (disgustose oltre ogni immaginazione) branchie e quindi di comprendere il disagio alla base della propria necessità di umiliare la figura della donna. É una parentesi quasi di digressione rispetto agli eventi principali narrati, ma comunque abbastanza ridicola da guadagnarsi il proprio spazio, pure in funzione di una maggiore comprensione di un personaggio patetico come quello di The Deep.

La prima parte di The Boys 2 è quanto di meglio potevate aspettarvi dal ritorno di una delle serie più apprezzate dello scorso anno. Eccessiva, dissacrante e irriverente, la matta serie di Eric Kripke si conferma tra le produzioni più interessanti del corrente orizzonte televisivo.