Élite 7: la recensione dei primi episodi

La serie spagnola di Netflix più famosa dopo La casa di carta è pronta a tornare sul piccolo schermo della piattaforma streaming. Chi l’avrebbe mai detto che Élite avrebbe avuto almeno 8 stagioni? Probabilmente nessuno e certamente nessun fan degli show spagnoli avrebbe immaginato che Élite avrebbe battuto per numero di stagioni la popolarissima La casa de papel. Così però è stato. Élite debutta su Netflix il 20 ottobre con la sua settima e non ultima stagione. Si avete capito bene: Élite è già stata rinnovata per l’ottava stagione e nessun produttore ha affermato che si tratterà dell’ultima. Rinnovo dopo rinnovo lo show si trova sempre più privato dei suoi protagonisti e delle rivelazioni scioccanti che tanto avevano conquistato il pubblico agli esordi. Questa settima stagione è la prosecuzione diretta della sesta ma forse appare leggermente più intrigante: nuove tematiche si fondono ai classici argomenti scottanti tipici del teen drama, nuovi volti e vecchi ritorni popolano Las Encinas e non solo. Nessun funerale? Questo lo lasciamo scoprire a voi. Ecco la nostra recensione senza spoiler dei primi episodi di Élite 7. 

Doverosa premessa: per quanto Élite possa agli occhi di molti sembrare una serie tv antologica, considerate le tante stagioni ed i frequenti cambiamenti dei personaggi, non lo è. Élite, anche se non in maniera strettissima come tante altre serie tv a trama orizzontale, fa della consequenzialità la sua firma. Stagione dopo stagione gli intrighi delle precedenti tornano alla ribalta. Se chi ha visto la stagione numero 6, senza aver visionato prima le precedenti, poteva comunque entrare nel filone della storia e comprendere a grandi passi quasi tutto, in questo caso non è possibile. Se deciderete di vedere Élite 7 sappiate che sarà fondamentale aver impressi nella mente i fatti della stagione precedente. Vi consigliamo di non saltare il riassunto posto all’inizio del primo capitolo dello show, vi aiuterà a rinfrescarvi la memoria. Noi vi abbiamo avvisato: se guarderete Élite 7 senza conoscere la storia pregressa state attenti agli spoiler. 

Élite 7: dove eravamo rimasti?

La ultime due stagioni di Élite non sono di certo state contraddistinte da storyline entusiasmati. Inutile girarci intorno: Élite dopo le prime tre stagioni è divento un vero e proprio spin-off della storia principale, su questo però torneremo dopo. 

La settima stagione, tuttavia, a differenza di quella precedente non è completamente nuova o meglio non lascia perdere le fila principali della storia. Élite 7 è una vera e proprio conseguenza della stagione precedente, ecco perché per poter comprendere a pieno ciò che vi andremo a raccontare è opportuno fare un breve recap degli eventi della sesta stagione. 

La penultima stagione di Élite si apriva, come ogni interessante stagione di Élite che si rispetti, con un mistero che man mano veniva raccontato riavvolgendo i flashback. In questo caso si trattava del terrible incidente che ha coinvolto Iván (André Lamoglia), investito da un auto che lo ha abbandonato senza soccorrerlo. La dinamica dell’incidente e coloro che ne sono coinvolti sarà fondamentale anche per la nuova stagione della serie. Élite, infatti, mediante la tecnica dei flashback porta lo spettatore, episodio dopo episodio, indietro nel tempo fino alla rivelazione di tutte le dinamiche che hanno condotto Ivan al fatidico incidente. Se in un primo momento siamo portati a pensare che alla guida dell’auto ci sia stata Mencia (Martina Cariddi), sotto l’effetto di alcol e stupefacenti, solo proseguendo la storia scopriamo che al volante c’era in realtà Sara (Carmen Arrufat) e che è stato il suo ragazzo Raúl (Alex Pastrana) a scambiare di posto le due ragazze in modo da far ricadere la colpa su Mencia. 

Ivan viene portato in ospedale dal fidanzato Patrick (Manu Rios) che sceglie di lasciarlo per proteggere la famiglia. Mencía, infatti, si ritiene la responsabile dell’accaduto e confessando il tutto a sua sorella Ari (Carla Diaz) decidono di mettere la famiglia al primo posto: aiutano il loro padre, Benjamín (colpevole della morte di Samuel), a uscire di prigione ed insieme fuggono dalla Spagna per iniziare una nuova vita lontani da Las Encinas. Per Ivan si prospetta una stagione all’insegna delle mancanze e della ricerca della verità. 

Dall’altro lato della barricata troviamo la storia d’amore alla Romeo e Giulietta di Isadora (Valentina Zenere) e Dídac (Álvaro de Juana) che dopo aver compreso che nemmeno le loro opposte posizioni famigliari riescono a tenerli separati scelgono di ufficializzare la loro relazione, peccato che il momento romantico venga interrotto quando qualcuno, da un’auto in movimento con i finestrini oscurati, inizia a sparare sulla folla di ragazzi di Las Encinas. Così si chiude il sipario sulla sesta stagione della serie: non sappiamo chi è stato colpito né chi ha ordinato la sparatoria, quel che è certo è che in Élite 7 non rivedremo i personaggi di Ari, Patrick, Mencia e Benjamin.

Élite 7: la storia

La settima stagione presenta un notevole cambiamento rispetto a quelle precedenti: manca totalmente il mistero narrato mediante i flashback. Se pensate che il marchio di fabbrica dello show Netflix fosse la presenza di un caso o un omicidio da risolvere, beh questa volta non sarà così. Non solo il responsabile dell’incidente di Ivan ci era già stato rivelato sul finale della stagione precedente ma la serie sceglie di non prestare alcuna importanza alla sparatoria avvenuta sul finale della serie. Colui o colei che hanno ordinato la sparatoria vengono svelati nei primissimi minuti del primo episodio di Élite 7 e nessuna attenzione viene prestata all’accaduto. Tutto viene liquidato in pochi minuti. 

Élite 7 corre in fretta perché ha l’obbiettivo di rintrodurre una nostra vecchia conoscenza e arricchire la storia con nuovi personaggi. Omar Ayuso, che ha interpretato il personaggio di Omar dalla prima alla quinta stagione ed era assente nella sesta per girare altri progetti cinematografici, torna in scena nella settima nei panni di Omar. Il personaggio porta con se diverse tematiche interessanti che hanno da sempre caratterizzato la serie: l’essere gay ed al tempo stesso musulmano, l’essere non accettato dalla propria famiglia per ciò che realmente si è e grazie al personaggio di Omar Élite ha potuto sdoganare diversi pregiudizi religiosi e razziali che da sempre affliggono la comunità LGBTQ+.

Nella nuova stagione Omar torna protagonista fin da subito portando alla luce una tematica che da tanto i fan dello show si chiedevano come mai non fosse ancora stata mai affrontata: la depressione ed il disturbo da stress post traumatico. Omar ha letteralmente visto morire il suo miglior amico, Samuel sul finale della quinta stagione, e non ha potuto fare nulla per aiutarlo. In Élite abbiamo assistito a tantissime scomparse di personaggi molti amati ma non abbiamo mai visto quali effetti concreti queste perdite lasciavano su coloro che restavano nella serie. Élite 7 consente allo spettatore di comprendere cosa ha vissuto Omar dopo la scomparsa di Samuel ed al tempo stesso copre il buco di trama lasciato in sospeso dell’assenza ingiustificata del personaggio durante la stagione precedente. Depressione, solitudine e disturbo da stress post-traumatico sono alcune delle tematiche centrali della nuova stagione della serie, che come sempre sceglie di raccontare con i suoi toni eccessivi e sempre al limite del credibile ma che inevitabilmente finiscono per coinvolgere e scioccare lo spettatore, portandolo ad empatizzare con i personaggi. 

Se la sparatoria del finale della sesta stagione risulta a conti fatti ininfluente sulla trama dei nuovi capitoli lo stesso non può dirsi in merito all’incidenti di Ivan. Il personaggio di Ivan, complice anche il fatto che lui, Isadora e Omar siano ormai gli unici soggetti della serie a cui il pubblico si sia affezionato negli anni (e gli unici ad essere rimasti ancora nello show), è davvero centrale nelle dinamiche della nuova stagione. Sappiamo già chi è il responsabile del suo incidente ma è la confessione che manca ed è proprio quella la cosa più attesa della stagione. Nel mentre ovviamente la storia non si ferma. Ivan ha perso il padre nel corso delle stagione precedente ed è rimasto orfano, o almeno crede di esserlo. Nella sua vita irrompe con prepotenza la madre che per anni lo aveva abbandonato. I motivi dell’abbandono verranno svelati pian piano così come le ragioni del non proprio casuale riavvicinamento. Ivan è il personaggio emotivamente già fragile della serie, il più puro e innocente e quindi, secondo le dinamiche di Élite, anche il più facile da manipolare. Il personaggio interpretato da André Lamoglia è cresciuto tanto nel corse delle stagioni che lo hanno visto tra gli allievi di Las Encinas ma ha ancora tanta strada da percorrere. 

La regia e la fotografia di Élite 7 restano costanti e coerenti con le ultime stagioni della serie, nulla di così indimenticabile o interessante come invece avevamo intravisto nelle prime due stagioni del show. In questa stagione manca persino il tratto distintivo della serie: la narrazione mediante flashback. I fan di Élite amano ricevere piccoli spoiler mediante flashback dei loro personaggi preferiti ma in questa stagione non saranno accontentati. Tutto è noto e, anche se non lo è fin da subito, viene rivelato troppo presto. 

Le famiglie disfunzionali di Élite

Al centro della nuova stagione della serie spagnola più longeva di Netflix troviamo le famiglie di Isadora e Dídac, due famiglie mafiose che governano gli affari nella capitale. Isadora e Dídac sono i moderni Romeo e Giulietta: per quanto le rispettive famiglie cerchino di mantenerli lontani loro si avvicinano sempre. Peccato che la storia d’amore sia priva dell’epicità del classico dramma di Shakespeare. Le famiglie protagoniste dello scontro sono si temibili ma concretamente non trasmettono la minaccia che la serie vuole comunicare. La storia d’amore tra Isadora e Dídac non è per nulla intrigante o emotivamente coinvolgente. Lo spettatore non brama i due assieme come invece accadeva nelle prime due stagioni con Nadia e Guzman. La chimica che ha contraddistinto la storia d’amore più amata della serie non è mai stata rintracciata in un’altra coppia dello show. Sarà forse per questo che l’interprete di Nadia, Mina El Hammani, tornerà nella prossima stagione della serie? Forse Netflix Spagna ha concluso che il romance che ci avevano regalato Nadia e Guzmàn non è più replicabile o sostituibile. 

Élite 7 era davvero necessaria? Quali sono le premesse per la nuova stagione?

Stagione dopo stagione ci ritroviamo sempre a porci la stessa domanda quando parliamo di Élite: i nuovi episodi sono davvero necessari? La risposta resta sempre la stessa: assolutamente no!

Élite dopo la terza stagione non ha più nulla da dire, le tematiche variano leggermente ma di fatto vengono sempre riproposte aumentando i giri dell’assurdità e della volgarità. Lo show ha perso credibilità stagione dopo stagione ed è passato dall’essere un mystery young adult interessante ad una serie vietata ai minori per le eccessive immagini sessualmente esplicite. Questa stagione conferma il fatto che ormai Élite sia diventata uno spin-off di se stessa, non è più la serie d’origine ma un agglomerato di eccessivi e inutili tentativi di colpire il pubblico. Questa nuova stagione, almeno nei suoi primi 3 episodi risulta più interessante della precedente ma è presto per trarre un giudizio completo. Forse solo l’ottava stagione, con un ritorno alle origini grazie al rientro nel cast di alcune vecchie conoscenze, potrà far rientrare lo show lungo i binari consolidati. 

60
Élite
Recensione di Chiara Giovannini

Élite 7 si conferma in linea con le ultime stagioni della serie: eccessi, volgarità e desiderio di colpire il pubblico hanno la precedenza sulla costruzione dei personaggi. Lo show in questo caso perde la sua caratterizzazione principale: il lato mystery narrato mediante i flashback. Nel complesso però i primi tre capitoli risultano più interessanti della stagione precedente.

ME GUSTA
  • la storia risulta più interessante della stagione precedente
  • Finalmente lo show sceglie di approfondire tematiche inedite
FAIL
  • Eccessiva all'ennesima potenza
  • Mancano i flashback ed il lato mystery che ha sempre caratterizzato la serie
  • I personaggi non emergono per le loro specificità