Il 17 Gennaio arriva su Netflix la seconda stagione di Sex Education, serie originale Netflix creata dall’inglese Laurie Nunn e diretta da Kate Herron e Ben Taylor. Sarcastica, ironica ma, soprattutto, senza peli sulla lingua, Sex Education esplora il mondo degli adolescenti in modo realistico prendendo come lente di ingrandimento il sesso. Se la prima stagione vi aveva convinto, vi assicuriamo che la seconda non farà altro che appassionarvi ancora di più.

A poco più di un anno di distanza dalla release della prima stagione, torna su Netflix Sex Education, straordinaria serie britannica che nel 2019 si è mostrata essere una delle sorprese più interessanti dal lato televisivo.

Parlare degli adolescenti non è mai facile, basti pensare ai ben pochi di esempi riusciti che abbiamo nel panorama televisivo dopo il grande successo che ebbe Skins nei primi duemila (guarda caso, sempre britannica). Parlare di sesso e adolescenti è ancora più complesso. Sex Education, fin dalla sua prima stagione, ci aveva dimostrato che tutto questo era possibile, grazie anche all’uso di un linguaggio veritiero, intelligente ed anche ironico, spalleggiato da personaggi caratterizzati a tutto tondo, ben definiti e, soprattutto, realistici.

 

Sex Education

 

Parlare di sesso e adolescenti è ancora più complesso

La serie odierne tendono spesso a disegnare adolescenti inesistenti. Ragazzi che parlano e si muovono in modo del tutto atipico, per non parlare del loro modo di comportarsi o di porsi nei confronti delle figure più grandi.

Sex Education con la sua grande dose di originalità, l’escomatage di ambientare il tutto in uno spazio e tempo non ben definito, con elementi tipici dei nostri anni, ma con altri che strizzano l’occhio agli anni ’80 e ’90, è riuscita ad essere una serie universale, diversa da tante, inclusiva e, soprattutto, originale.

Sebbene ormai diamo per scontato che dopo una prima stagione ce ne sarà una seconda, anche quando quella serie non avrebbe bisogno più di nulla perché proprio perfetta nel suo essere unica, non è da dare per scontato che la seconda stagione possa bissare il successo e la riuscita della prima stagione.

Ebbene, Sex Education riesce nella sua missione più ardua, confezionando una seconda stagione non solo convincente, ma anche ben più matura!

La seconda stagione si preoccupa di approfondire tutte quelle situazione lasciate più in superficie ed appena accennate nella prima stagione, senza lasciare nulla al caso. Le tematiche si approfondiscono, il sesso continua ad essere il fulcro del racconto, ma i rapporti umani e la conoscenza di sé stessi sono il portavoce di questa season two.

 

Sex Education

 

Abuso, molestie e accettazione di sé stessi, entrano in gioco a questo giro. Senza mai cadere nel moralismo o nella retorica, ma mantenendo uno sguardo sempre veritiero, empatico e dettato dai protagonisti di ogni vicenda. Si da un accenno più grande anche al sessismo, agli stereotipi uomo-donna e alla questione dei ruoli sociali. Ma, come accennavamo prima, sono i legami – nella loro complessità – ad essere i veri protagonisti.

Una seconda stagione che, come i suoi protagonisti, cresce, matura, si amplia tanto nella scrittura quanto nella messa in scena, confermandosi un degno seguito di una prima stagione che già ci aveva conquistato con la sua incredibile spontaneità.

 

Il sesso: lente di ingrandimento dell’essere umano

Nonostante siamo nel 2020 – certo un 2020 dominato da uomini che credono ancora che le donne debbano stare un passo indietro loro – il sesso resta ancora un taboo. Soprattutto nel mondo degli adolescenti dove, tra casa e scuola, l’educazione sessuale è pressoché inesistente; anzi, il sesso viene ancora oggi presentato come qualcosa di cui vergognarsi, fare di nascosto, ammantato da un senso di giudizio quanto mai deleterio e che porta, il più delle volte, i giovanissimi a sbagliare, senza protezione, esponendosi a seri e gravi rischi.

Pensate a un sedicenne tipo che si vergogna ad andare in farmacia a comprare dei profilattici, sentendosi giudicato e messo sottopressione dal farmacista che, anziché elogiarlo per aver usato la testa e comprato le giuste precauzione, non farà altro che farlo sentire in difetto; o la famosa pillola del giorno dopo o, ancora, un “banalissimo” test di gravidanza.

 

Sex Education

 

Il problema è ben più radicato e profondo e parte a monte

Questa, però, è solo la punta dell’iceberg. Il problema è ben più radicato e profondo e parte a monte, ovvero da un dialogo inesistente tra genitori e figli che pensano, erroneamente, che non parlare di sesso sia meglio del parlare, di togliere dubbi, di fornire spiegazioni e i giusti strumenti per permettere ai ragazzi di fare sesso in modo sicuro.

Ma poi, perché è così importante il sesso? E come il sesso viene usato in Sex Education?

La sfera sessuale è così importante perché è un momento molto intimo per una persona che si mette completamente a nudo di fronte ad un’altra, o anche di fronte a se stessa.  Da un rapporto sessuale si possono capire molte cose sulla personalità di chi ci è di fronte, sulle sue insicurezze e paure, sui suoi desideri. É un momento di condivisione estremamente intima in cui far emergere realmente noi stessi. La stessa mancanza o rifiuto del sesso è sintomatico di un atteggiamento o personalità.

 

Asa Butterfield interprete di Otis

 

Se nella prima stagione di Sex Education il sesso era legato ad una componente di esplorazione e sperimentazione

Se nella prima stagione di Sex Education il sesso era legato ad una componente di esplorazione e sperimentazione, quindi al primo approccio con il sesso da parte dei protagonisti e degli studenti dell’istituto superiore dove era girata grande parte della prima stagione; nella seconda stagione si raccolgono i frutti di quanto seminato, usando il sesso come chiave di lettura dell’individuo umano. Esplorando forme diverse di orientamento sessuale come la pansessualità o l’asessualità, ma anche la repressione sessuale; al tempo stesso, dandoci un quadro più completo sul mondo dei giovani e, questa volta con un focus maggiore, sul mondo degli adulti.

 

Anche gli adulti hanno i loro problemi

Sebbene grande motivo di elogio in Sex Education fosse quello di non ridurre – come spesso accade con serie con protagonisti gli adolescenti – i genitori a mere macchiette o cartonati sullo sfondo, non c’è mai stato davvero un focus approfondito su di loro, ma accenni che servivano a creare le prime tessere di un puzzle decisamente più completo che andrà a formarsi in questa seconda stagione dove, appunto, i genitori assumono una dimensione tutta loro.

 

Asa Butterfield e Gillian Anderson

 

E, come spesso accade per forma di emulazione volontaria o involontaria, i figli diventano il riflesso, in positivo o negativo, dei loro stessi genitori, portando a scegliere, a porsi nei confronti della vita e di alcune situazioni, proprio come loro. Ecco perché in questa seconda stagione è emblematico soffermarsi, per esempio, sulla stessa Jean Milburn (Gillian Anderson) e il suo trovarsi, dopo tanto tempo, di fronte alla possibilità di una nuova e seria relazione, con tutti i rischi che comporta, e il doversi definitivamente lasciare alle spalle il suo matrimonio; oppure il rapporto tra i genitori di Adam (Connor Swindells), in particolar modo la freddezza quasi cinica e priva di empatia del Preside Groff.

Elementi che sommati tra loro portano Sex Education ad un naturale processo di crescita e maturità, soprattutto poi attraverso il punto di vista dei giovani protagonisti che, superati i primi ostacoli legati alla sfera sessuale, si troveranno di fronte a montagne ben più ardue da scalare.

 

 

È fondamentale il lavoro fatto sulle relazioni, sul confronto e sulla prospettiva del futuro.

Si inizia ad entrare nell’ottica che le pareti di scuola e di casa sono “solo” una comfort zone e che i problemi reali stanno aspettando tutti al varco. La vita reale è fatto di ostacolo ben diversi, e le prime domande esistenziali come: “chi sono? cosa sono? cosa voglio essere?” diventano l’inizio per un percorso di vita ben più complesso e arduo.

 

Dalla scrittura al personaggio

A dar man forte alla scrittura che, nella sua crescita e profondità e naturale esplorazione del micro, mantiene sempre quello spiccato senso di ironia che aiuta a rendere l’argomento ancora più incisivo e, anche in questa seconda stagione, in alcuni momenti spiazzante, ci sono ovviamente gli interpreti.

 

 

Sempre straordinari i tre protagonisti principali: Asa Butterfield, Ncuti Gatwa e Emma Mackey, nei rispettivi panni di Otis, Eric e Maeve, che ancora una volta sanno coinvolgerci con una recitazione realistica, a volte un po’ stravagante, ma mai sopra le righe e sempre credibile.

Quello che viene mostrato è un naturale arco di trasformazione del personaggio, uno sviluppo di crescita naturale e sensato che, appunto come detto prima, porta i protagonisti di fronte i veri ostacoli della vita, le prime scelte e il prendere più consapevolezza di sé stessi e di quello che si vuole per il proprio futuro e di con chi lo so vuole.

A loro si aggiungono vecchie conoscenze ma che diventano centrali, come il già citato Adam, Aimee e Lily, e studenti nuovi come Ola, che avevamo intravisto sul finale della prima stagione.

Senza ovviamente dimenticare gli interpreti più adulti, prima fra tutti la meravigliosa Gillian Anderson che, ancora una volta, ci sorprende con un’interpretazione superlativa che sembra essere ricamata sulla sua stessa persona. Ironica, divertente ed estremamente professionale. La dottoressa Milburn è uno dei personaggi più riusciti e interessanti della serialità degli ultimi anni.

 

connor swindells interprete di Adam

 

Ciliegina sulla torta di questa straordinaria serie tv è la colonna sonora

Ciliegina sulla torta di questa straordinaria serie tv è la colonna sonora. Fin dalla prima stagione l’impianto sonoro della serie si era mostrato uno degli elementi caratterizzanti di Sex Education e, per fortuna, continua a mantenere una nota più che positiva anche in questa seconda stagione.

Stessa identica riflessione per la fotografia che, come si accennava all’inizio della nostra recensione, mantiene quel senso di mistero ed estraniamento sulla reale collocazione temporale della storia.

 

 

Sex Education riesce lì dove non è semplice facile riuscire

In conclusione Sex Education riesce lì dove non è semplice facile riuscire: confezionare il coerente, maturo e giusto seguito per un prodotto originale e di successo proprio per la sua semplicità e incisività e che, in linea di massima, non avrebbe necessitato di una seconda stagione.

Dopo averla vista nella sua interezza possiamo tranquillamente affermare che sì, questa seconda stagione è il risultato più che naturale di una prima stagione che, in fondo, aveva ancora tanto a da dire e… ne ha ancora molto! Restate sintonizzati!

 

Sex Education S2 è disponibile su Netflix dal 17 Gennaio