Grazie alle immagini ad alta risoluzione catturate da Sphere lo strumento montato sul Very Large Telescope gli astronomi hanno ottenuto informazioni preziose sulla superficie, sulla forma e sulle dimensioni di Igea, un asteroide individuato per la prima volta nel 1849, che permetterebbero di catalogarlo come pianeta nano.
Igea ha già alcune delle caratteristiche che lo definirebbero pianeta nano: è un corpo che orbita attorno al sole e non è un satellite. Un altro elemento fondamentale tra i requisiti richiesti è quello di possedere una massa con una gravità tale da renderlo di forma sferica.
Fino ad ora non era stato possibile capirne la forma in quanto la sua superficie particolarmente scura non permetteva agli strumenti di determinarne le caratteristiche.
Grazie alla capacità unica dello strumento SPHERE sul VLT, che è uno dei sistemi per la produzione di immagini più potenti al mondo, siamo riusciti a visualizzare la forma di Igea, che risulta essere quasi sferica
ha affermato il ricercatore capo Pierre Vernazza del Laboratoire d’Astrophysique di Marsiglia in Francia che precisa anche che
con le sue peculiarità Igea può essere riclassificato come pianeta nano, e sarebbe il più piccolo del sistema solare.
Igea ha un diametro di 430 km e prima di lui si contendevano il primato Plutone, il più famoso dei pianeti nani, con un diametro di circa 2400 km e Cerere con uno di circa 950 km.
Un’altra particolarità individuata, con l’aiuto dell’ottica adattiva di nuova generazione di SPHERE, è l’assenza di crateri di impatto. Igea fa parte di un gruppo davvero numeroso di asteroidi e questo presuppone che l’evento che ha generato questa grande famiglia abbia lasciato segni profondi anche sulla sua superficie. Con sorpresa dei ricercatori però si è appurato che non ci sono segni evidenti di questi impatti.
Attraverso simulazioni numeriche il team ha approfondito le ricerche e ha dimostrato che Igea e i suoi fratelli sono il risultato di una violenta collisione tra due grandi corpi avvenuta circa 2 miliardi di anni fa:
un evento degli ultimi 3-4 miliardi di anni del tutto eccezionale.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.
- ESO Telescope Reveals What Could be the Smallest Dwarf Planet Yet in the Solar System (eso.org)
- Credit Image ESO (European Southern Observatory)