Dalla realtà alla finzione, passando dal sovranaturale alla vendetta, tra legami, risentimenti, complessi e idealizzazione: Le mamme e i loro figli nel cinema horror hanno raffigurato i limiti, gli alti e bassi, e le conseguenze di rapporti malati. Oggi ne scopriamo cinque tra le più inquietanti.
I veri mostri non sono quelli sotto al letto o nell’armadio, quelli pronti a sbucare dal buio o a sorprenderci in una casa nel bosco in compagnia di amici.
No, i veri mostri sono intorno a noi. Spesso nella nostra stessa casa. Sono quelli che alle 6 del mattino devono necessariamente passare l’aspirapolvere, aprire la finestra perché la stanza deve prendere aria (si, anche con – 6 fuori); quelli che ti ricordano costantemente di mangiare e di coprirti, che a stadi alterni devono metterti in imbarazzo e hanno sempre, sempre e dico sempre, un tempismo del cavolo. Sono quelli che a volte influenzano di più la nostra infanzia e adolescenza, a volte avendone paura, altre esasperandoci.
Se non avete ancora capito di cosa, o meglio, chi sto parlando, allora siete delle persone molto fortunate (o sfortunate, a seconda del caso). Ovviamente il lampante riferimento è quello alle madri. Croce e delizia della vita di tutti noi, alcune delle nostre mamme sembrano davvero uscite da un film horror, almeno la mia (anche solo per gli ultrasuoni che riusciva a mandare quando qualcosa non le tornava).
Tranquilli, nessuna mamma qui è stata maltrattata, si fa solo della facile ironia. Se ci pensate, però, spesso all’interno del panorama horror la figura della madre – reale o metaforica – è entrata prepotentemente all’interno di una storia, spesso rivoltando del tutto le sorti o caratterizzandola drasticamente.
Sono molte le madri all’interno della cinematografia horror classica, ma non solo, che sono state il vero motivo per il quale i propri figli hanno deciso di intraprendere una strada, come dire, non propriamente etica e spesso votata al sangue e al massacro. Del resto il rapporto madre – figlio ha da sempre un suo grande fascino.
Le motivazioni possono essere tante e disparate, come per esempio il fanatismo religioso nel caso della pellicola Carrie – Lo sguardo di Satana o l’attaccamento morboso che può valere tanto per il caso di Pamela Voorhees e suo figlio Jason (Venerdì 13) quando per l’iconica madre di Norman Bates.
Parenti serpenti, non trovate?
All’interno delle storie horror con protagonisti madri e figli si sta per aggiungere una nuova coppia che, senza se e senza ma, sembra pronta ad entrare nella “classifica” delle grandi madri horror al cinema. Sto parlando di Sarah e suo figlio Chris, protagonisti del nuovissimo horror soprannaturale Hole – L’abisso, scritto e diretto da Lee Cronin, che sarà nelle nostre sale a partire dal 10 Ottobre per Midnight Factory.
Al centro della pellicola c’è il rapporto madre e figlio, messo però fortemente in crisi da un’oscura voragine presente non troppo lontano dalla villa acquistata da Sarah per ricominciare, assieme a suo figlio, una nuova vita. Ben presto tanti piccoli avvertimenti faranno mettere la donna in allarme, a tal punto da iniziare a credere che suo figlio non sia più suo figlio, ma qualcosa che gli somiglia solo, spuntato dagli abissi della terra.
Cosa sarà disposta quindi a fare, una madre disperata, per riavere indietro il suo bambino?
Questo lo potremmo scoprire unicamente al cinema tra poco più di una settimana.
Nell’attesa, facciamoci una carrellata di quelle che, secondo me, possono essere identificati come i peggiori e più inquietanti rapporti madri e figli presenti all’interno della filmografia horror. Pronti?
Mamma Bates
(Psycho)
1960
L’abbiamo accennata prima e non possiamo non approfondirla e citarla ora. Per quanto non abbiamo davvero un’identità “reale” della madre di Norman Bates, è proprio attraverso il comportamento del figlio che possiamo farci una chiara idea di come possa essere stato il rapporto tra i due.
L’infanzia è uno dei momenti più delicati nell’esistenza di chiunque. I bambini sono come delle spugne e in questa fase sviluppano il loro senso di bene e male, giusto e sbagliato. Un background familiare particolare può gravemente compromettere l’adulto che sarà un domani quel bambino. Questo è indubbiamente il caso di Norman Bates.
La idealizzazione da parte della madre, in seguito alla morte prematura del padre, porta Norman a legarsi morbosamente alla genitrice, a tal punto da impedirle di rifarsi una vita.
Non sorprende quindi scoprire nel classico Psycho del 1960 di Alfred Hitchcock che la prima vittima di Norman sarà proprio sua madre, portandolo al famoso sdoppiamento di personalità che condurrà l’uomo su una strada lastricata di sangue e orrore.
Margaret White
(Carrie – Lo sguardo di Satana)
1978
Poteva mancare in questo articolo una madre presente all’interno dell’immaginario di Stephen King? Ovvio che no! E ho scelto proprio una di quelle indimenticabili tanto nel romanzo quanto nella pellicola di fine anni ’70 di Brian de Palma, ovvero Margaret White.
Ma cosa c’è di sbagliato in questa donna illuminata dalla luce di Dio?
Il suo fanatismo religioso, riflesso sulla figlia in modo pedante, morboso ed ossessivo.
Si sa, i figli durante l’adolescenza sono molto particolari, evidentemente Margaret non aveva messo troppo in conto questo problema, così quando la sua dolce Carrie torna ogni giorno da scuola lamentandosi delle angherie subite quotidianamente dai compagni, la donna pensa giustamente che il problema sia proprio la figlia.
E cosa potrebbe mai pensare una donna di una figlia poco incline al modello designato dal Signore? Che ci sia ovviamente lo zampino del maligno.
E forse Margaret tutti i torti potrebbe non averli, ma sarà proprio la sua convinzione, la sua rigidità, l’idea di liberare Carrie sacrificandola al proprio dio a rendere la ragazza ancora più esasperata, frustrata e rabbiosa, portandola letteralmente a scoppiare in una furia investita proprio dall’ombra di Satana.
Pamela Voorhees
(Venerdì 13)
1980
Altro rapporto estremamente complesso è quello tra Pamela e suo figlio Jason, un ragazzo già con forti problemi fisici e psichici, che verrà ancora di più tormentato dai compagni durante il tanto famoso quanto tragico campo estivo, anche a causa del rapporto morboso con sua madre.
E qui ritorniamo proprio al discorso di prima con Hole – L’abisso: a cosa è disposta una madre per suo figlio? A tutto, letteralmente a tutto, e Pamela lo sa benissimo.
La donna non è solo l’artefice dell’oscuro mito legato a suo figlio ma, per vendetta, sarà proprio la prima a dare inizio alla lunga scia di sangue che, in seguito, porterà avanti suo figlio Jason, “riemerso” dalle stesse acque in cui era annegato vent’anni prima per vendicarsi di chi l’aveva da sempre maltrattato e fatto sentire ancora più “diverso” e poco accettato.
Quando si dice che, in fondo, la mela non cade troppo lontano dall’albero!
Amelia Vanek
(Babadook)
2016
Molto simile a quello che vedremo con Hole – L’abisso (che non a caso è stato proprio definito il “nuovo Babadook”), il rapporto tra Amelia e suo figlio Samuel, in quello che è stato l’horror che più ha convinto pubblico e critica negli ultimi anni (un po’ meno la sottoscritta, ma questa è un’altra storia). Strutturato proprio come una favola gotica dalle sfumature horror, il Babadook è il classico “uomo nero”, quel personaggio creato per spaventare i bambini e indurli a comportarsi bene. Cosa succede se non mangi tutto? Ti prende l’uomo nero. Cosa accade se non smetti di fare i capricci? Ti prende l’uomo nero.
Ma quella che è solo una brutta favola, una di quelle leggende tramandante di generazione in generazione, diventa un incubo reale tanto per Amelia quanto per Samuel.
Gli incubi del bambino si fanno talmente tanto consistenti che lo stesso rapporto con la madre inizia a farsi ancora più complicato e morboso, portando la donna stessa a credere nell’esistenza del mostro e nella costante minaccia che possa prendergli suo figlio.
Ma cosa si nasconde davvero dietro a questo film?
L’esaurimento nervoso di una madre sola, vedova. Una madre che da una parte sente di non riuscire a rendere come madre, di non farcela, di non riuscire ad adempiere ai suoi doveri anche a causa del disturbo comportamentale di Samuel che lo rende un bambino iperattivo, pestifero, con il quale è impossibile creare un dialogo e trovare un compromesso.
La pellicola è forse la più realistica tra quelle citate qui, descrivendo in modo veritiero il rapporto che spesso si ritrova all’interno della figura mamma – figlio, dove non manca “lo sguardo dall’alto” giudicante della società quasi incapace di accettare il concetto che, essere una mamma a volte è davvero un’ardua impresa al punto tale che, forse forse, la minaccia di un “uomo nero” non è poi così terrificante.
Annie Graham
(Hereditary – Le radici del male)
2018
E giungiamo così all’ultima madre all’interno del nostro panorama di mamme e figli nel cinema horror. In questo caso sarebbe opportuno parlare del doppio rapporto madre e figli e di come una madre “sbagliata” possa influenzare una madre del domani, portando avanti una generazione fatta di insicurezze, paure e terribili segreti.
Ed è esattamente questo il caso di Annie Graham, una donna di mezza età che fa la modellista. Annie è madre di due figli adolescenti, Charlie e Peter, con i quali ha un rapporto normale: giorni di conflitto e giorni di amore viscerale. Tutto cambia con la dipartita della vera matriarca della famiglia, Ellen Graham.
Ellen e Annie hanno da sempre avuto un rapporto conflittuale: troppe aspettative, troppa incomprensione. Le donne sembravano appartenere a due universi diversi, soprattutto a causa di alcune manie di Ellen che Annie non ha mai compreso.
Carica ancora di rancore e rimorsi, Annie non riesce davvero a lasciar andare sua madre, sentendosi perseguitata dal fantasma della donna, come se avesse lasciato qualcosa in sospeso, qualcosa che Annie deve scoprire e dal quale sarà segnata per sempre.
I segreti di Ellen ricadranno, ovviamente, anche sui figli stessi di Annie e sul loro rapporto con la madre, in seguito soprattuto ad una serie di terrificanti incidenti che comprometteranno sempre di più la relazione, portando tutti i membri della famiglia al limite della follia, posseduti da una spirale di terrificanti segreti tramandati di generazione in generazione, di donna in donna, che segnano inevitabilmente il destino di ogni singola persona, fin dalle sue radici.
Un film che respira l’angoscia, la tensione di quelli che sono intrecci, relazioni all’ordine del giorno, dove le madri sfogano le loro frustrazioni sui figli e la loro idealizzazione non fa altro che incrinare ancora i più quei fragili legami portati sull’orlo del baratro fino a spezzarsi e divorare tutto ciò che è vicino a loro.