Il Dragon di Space X partito il 27 luglio scorso per la Stazione Spaziale Internazionale con a bordo migliaia di strumenti necessari agli esperimenti scientifici torna a casa questa volta caricando una serie di campioni e dati raccolti che verranno analizzati sulla Terra.

Diversi sono gli esperimenti che sono stati sviluppati sulla Stazione Spaziale Internazionale orbitante. L’obiettivo della sperimentazione nello spazio è di verificare gli effetti della microgravità in ambito medico e tecnologico.

In particolare lo studio sulla microgravità è interessato a capire come questa influisce sulla formazione di fibrille amiloidi, un conglomerato di proteine ​​che possono accumularsi nel corpo. Queste sono associate a una serie di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson che potrebbero rappresentare un possibile rischio per gli astronauti interessati ai lunghi voli. I campioni esposti alla microgravità sono ritornati sulla Terra conservati in un frigorifero per esperimenti criogenici, che mantiene una temperatura di -20 ° C.

La fibra prodotta sulla stazione spaziale è tornata sulla Terra per essere testata: questo potrebbe rappresentare l’inizio per produrre grandi volumi di fibra in microgravità.

Oltre all’esplorazione in campo medico c’è lo studio di tecnologie come la produzione di fibre ottiche ad alta qualità e di alto valore commerciale. Queste, infatti, prodotte con materiali chiamati ZBLAN offrono un’elevata larghezza di banda che potranno essere utilizzate nell’industria delle telecomunicazioni o in applicazioni per chirurgia laser, telerilevamento e monitoraggio ambientale. La fibra prodotta sulla stazione spaziale è tornata sulla Terra per essere testata: questo potrebbe rappresentare l’inizio per produrre grandi volumi di fibra in microgravità.

 

 

Altri test hanno interessato la produzione di serbatoi di carburante flessibili che possono essere lanciati in formato compatto per poi formarsi mentre si riempiono. Questa capacità consentirebbe di alimentare in orbita piccoli satelliti, anziché prima del lancio, risparmiando potenzialmente massa e volume di lancio. I serbatoi flessibili di carburante hanno anche potenziali applicazioni sulla Terra tra cui operazioni di supporto in ambienti remoti e difficili e in caso di catastrofe.

Altri campioni che hanno interessato il campo della biologia e della medicina sono stati trasportati dal Dragon e per essere analizzati sulla Terra.

Si passa quindi ai campioni derivanti dallo studio dell’interazione tra microbi e rocce per verificare i cambiamenti fisici e genetici nello spazio di questi e dalla ricerca sulla cristallizzazione di proteine per il trattamento del cancro e la protezione per la radio terapia. In quest’ultimo caso i cristalli coltivati ​​a microgravità saranno confrontati con quelli prodotti da esperimenti di cristallizzazione eseguiti sulla Terra, usando immagini microscopiche, analisi della diffrazione dei raggi X e analisi strutturale.

Sul Dragon c’erano anche Synchronized Position Hold, Engage, Reorient, Experimental Satellites o SPHERES, piccoli satelliti usati per studiarne il volo, gli algoritmi di controllo e i dati sui materiali.

Hanno avuto un posto riservato a bordo anche delle colture poste in orbita per 21 giorni per esaminare gli effetti della microgravità sulla guarigione e rigenerazione dei tessuti e sugli agenti che inducono tale guarigione.

Tutti questi campioni rientrati sulla Terra saranno analizzati e studiati, per migliorare e garantire il futuro delle spedizioni spaziali e dell’uomo sul nostro pianeta.