Se siete stanchi di continue discussioni tra Universo Marvel e Universo DC, forse vi farà bene un salto un un altro universo che, zitto zitto, si sta costruendo tassello su tassello e sfocerà da qui a pochi anni in un incontro-scontro di dimensioni colossali.
Stiamo parlando del MonsterVerse, dove due tra le creature più famose e terrificanti che il cinema mondiale ci abbia mai regalato stanno per incrociare i guantoni – pardon, gli artigli.
Cosa mi porta in questi lidi di dimensioni gigantesche? Beh, innanzi tutto il rewatch in 4K HDR su Infinity del recente Kong: Skull Island.
Oh, non sarà il classico film del periodo natalizio, ma come alternativa del fissare l’abete addobbato chiedendosi cosa porterà Babbo Natale contando i giorni che ci separano da Una Poltrona Per Due su Italia Uno, è davvero un’ottima alternativa.
Scherzi a parte, se siete di quelli che si divertono con i filmazzi di mostri e non lo avete visto al cinema, il recupero adesso su Infinity in qualità top dell’ultima versione di King Kong (potremmo addirittura chiamarlo “Le Avventure del giovane Kong”) è qualcosa di obbligatorio.
Kong is King
Il bello di Kong: Skull Island è che (finalmente?) il blockbuster ha superato la convenzione del “creiamo un’ora di attesa dove vi facciamo sorbire la vita di personaggi umani di cui il 90% morirà e del restante ci importa poco o nulla” prima di mostrare il vero protagonista: il mostro gigante.
Capiamoci: non ho nulla contro il Godzilla di Gareth Edwards, se non il sotto-utilizzo criminale di un attore come Bryan Cranston. Creare l’atmosfera è sempre un esercizio virtuoso, bisogna esser bravi e la tensione aiuta moltissimo a portare avanti gli eventi della pellicola.
Però andiamo, dover vedere ogni volta la trafila di volti stupefatti al manifestarsi di segnali misteriosi, quando noi sappiamo già per filo e per segno di cosa si tratta, inizia ad essere un po’ frustrante, dopo oltre cent’anni di cinema di genere e personaggi che conosciamo bene.
Insomma, vogliamo il mostro in bella vista ed azione esagerata, punto e basta.
Qualunque sia la direzione del MonsterVerse del quale faranno parte i rinnovati Godzilla e King Kong, una cosa è certa: i preamboli non saranno il piatto forte.
Che in fondo un male non è.
Monsters League
La tendenza del cinema di consumo moderno è quella di superare il semplice concetto di “bigger than life” e mostri/distruzioni di proporzioni spropositate, moltiplicando gli eccessi con l’accorpamento di brand e universi.
Certo, potrei dire che la Marvel ha fatto scuola, o perlomeno ha abbattuto le resistenze degli Studios, che si sa, sono pavidi finché non si palesano forti segnali di profitto.
Sarebbe però sciocco, perché parlando di mostri i crossover tra creature spaventose sono stati all’ordine del giorno dall’alba del cinema – con toni seriosi e non – e se dalle icone horror come Dracula e l’uomo lupo ci addentriamo nell’universo kaiju giapponese, di cui Godzilla è l’esponente più noto, non ne usciamo più, tante e tali sono le pellicole e gli scontri tra bestie gigantesche dagli anni Cinquanta del Novecento.
Il rinnovato entusiasmo verso i crossover tra personaggi appartenenti a universi (apparentemente) slegati ha fatto sì che di recente Warner Bros e Legendary Pictures siglassero un accordo per riportare sulle scene mondiali due mostri che ciclicamente tornano a fare capolino sul grande schermo: Godzilla e King Kong.
Se per Godzilla si è deciso di “fare giustizia” con un film molto classico e reboot-ante che cancellasse il tentativo di “dinosaurizzare” il Sauro Atomico fatto da Roland Emmerich nel 1998, con il Re degli scimmioni si è pensato ad un prequel che narrasse cosa accadde negli anni ’70 sulla famigerata Skull Island, dove alcuni temerari andarono a citofonare a casa Kong.
Non ho intenzione di rivelare niente per chi non lo avesse ancora visto (l’avete capito che è su Infinity in ‘sti giorni?), ma sappiate che Kong: Skull Island è l’esatto opposto di Gozilla e Kong le mazzate le lancia da subito, con cattiveria, e che nella migliore tradizione, la sua isoletta trabocca di creature antiche, gigantesche e letali.
Un film divertente e che fa fare capriole al nostro bambino interiore, con tante citazioni gustose, un clima retrò che non guasta e degli attori come Samuel L. Jackson, John Goodman e John C. Reilly che fanno spettacolo. Beh, poi ci sono anche i protagonisti Tom Hiddleston e Brie Larson.
I più attenti capiranno anche che c’è più di un aggancio alla continuity che ci porterà a godere nel 2019 di Godzilla: King of the Monsters e nel 2020 dell’annunciato Godzilla vs. Kong.
Insomma, per gli appassionati c’è da leccarsi i baffi e le zanne.
PS. Sì, qualcuno a un certo punto ha parlato anche di un crossover con Pacific Rim. È stato bello sognare, ma a quanto pare la cosa è irrealizzabile, un po’ per ovvi motivi di universi narrativi (anche se, per carità, nulla è impossibile), un po’ perché la Universal non sembra voler ibridare il suo franchise di robottoni ma sfruttarlo per un altro po’ da solo. Almeno se Pacific Rim 2 andrà bene!
Le Prime Mazzate non si scordano mai
Quello tra Kong e Godzilla è uno scontro fra titani che solletica l’immaginazione di grandi e piccini da tempo immemore.
Nel solco di quesiti esistenziali tipo “È più forte Superman o Goku?”, “Surfa meglio Silver Surfer o Bodhi di Point Break?”, “Chi vincerebbe tra Goldrake e il Grande Mazinga a biliardo?”, anche lo scontro tra il Sauro Atomico e il Re degli scimmioni assume contorni leggendari.
A dire il vero, quello del 2020 sarà una sorta di remake, perché un primo incontro a base di mazzate, calci volanti, fulmini e polpi giganti già c’è stato: nel 1962, partorito dalla fervida mente dell’autore degli effetti speciali del primo King Kong (1933), ovvero Willis O’Brien, e dal papà di Godzilla, Ishiro Honda.
La natura selvaggia sfida l’incarnazione della devastazione atomica, con gli uomini a fare da Cupido delle Legnate, “favorendo” dapprima l’incazzatura poi l’amorevole incontro tra le due mastodontiche creature.
Film di pupazzoni gommosi (anche se c’è un polpo gigante interpretato da un polpo che si pappa dei modellini), “King Kong versus Godzilla”, da noi “Il Trionfo di King Kong” è un divertente reperto dei tempi andati che merita una visione anche per i suoi 98 minuti tutti azione e satira sociale, con tutti i tic che riguardano l’Occidente (Kong) contro l’Oriente (Godzy).
Come il titolo nostrano suggerisce, sarà il pantagruelico primate a uscire vincitore dallo scontro: tra l’altro, nel corso della pellicola cresce a dismisura (fino a 50 metri di altezza!) e si dimostra capace di manipolare l’elettricità usando fulmini che Imperatore Palpatine, scansati.
Leggenda urbana volle che esistessero due versioni del film, e nell’altra, destinata al mercato giapponese, fosse il Sauro Atomico a ergersi trionfatore… ipotesi che ha resistito fino agli anni ‘90 del secolo scorso, quando è stata definitivamente confutata.
Del resto, Godzilla non è mica morto: come al solito, si stufa di prendere schiaffoni e se ne torna nei suoi abissi, in attesa del prossimo risveglio e della prossima devastazione…
Chiudo rimandando a una domanda esistenziale:
“Sono più forti Avengers, Justice League o Godzilla e King Kong che fanno team-up?”
Nel dubbio, prendiamo i popcorn e attendiamo fiduciosi godendoci quello che passa sul grande e piccolo schermo!