MGSV-afghanistan

Videogiocando all’ultimo capolavoro di Hideo Kojima, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, alcuni segni che caratterizzano in modo univoco Venom Snake, il protagonista, non possono non essere notati. In questa sede tali aspetti altamente simbolici saranno analizzati secondo gli stilemi dell’epica norrena.

Spoiler Alert
Questo articolo contiene spoiler per chi non ha ancora finito MGSV, siete stati avvisati.

 

Innanzitutto come è chiaro a chiunque abbia finito il gioco, Venom Snake non è Big Boss. Il personaggio che il videogiocatore controlla per tutta la durata di MGSV:TPP è infatti un ex sottoposto di Snake, sopravvissuto come lui all’attentato che avviene alla fine Ground Zeroes e che ne prende il posto all’insaputa di tutti (anche alla sua) nel capitolo successivo.

È probabile che il buon Kojima abbia voluto così più che suggerire un’identificazione totale tra l’utente reale e la sua controparte virtuale (basti pensare all’avatar creato da noi stessi e che rappresenta la vera faccia di colui che diverrà Venom Snake/Big Boss), che con le sue azioni comporrà poi sui campi di battaglia le note della leggenda del più grande soldato del XX secolo. Ma stiamo divagando.

Sicuramente i connotati peculari di Venom sono: essere monocolo (aspetto questo in comune con BB), avere solo il braccio destro e aver sostituito il sinistro con una protesi bionica e l’aver un frammento metallico, che ‘cresce’ sempre di più nell’esperienza ludica a seconda del comportamento più o meno irreprensibile del giocatore, che fa bella mostra di sè sulla fronte. Il nostro condivide tutte queste caratteristiche (e anche altre) con tre divinità scandinave: Odino, Thor e Tyr.

Demon Snake al risveglio il lunedì mattina...

Demon Snake al lunedì mattina…

 

Iniziamo dall’occhio mancante.

Iniziamo dall’occhio mancante. Come detto in precedenza Venom Snake condivide questa caratteristica con Big Boss. A Venom infatti, durante il lungo coma dopo i fatti di Ground Zeroes, è stato reso inutilizzabile l’occhio destro per renderlo uguale in tutto e per tutto al suo ex comandante.

E l’aver un solo occhio è la peculiarità per eccellenza di Odino, re del panteon nordico. Secondo il mito, Odino cedette il suo occhio per poter bere dalla fonte di Mimir, che garantiva sconfinata saggezza. Simbolicamente l’essere monocolo significa aver concentrato in unico organo la potenza dello sguardo; inoltre la mutilazione elimina il rischio di una vista sdoppiata e perciò falsata. Venom Snake ha dovuto perdere il suo occhio per predisporsi alla possibilità di emulare il suo mito vivente, anzi per costituire la parte leggendaria del suo essere.

Odino cavalcava poi il leggendario Sleipnir, destriero a otto zampe e aveva nella sua reggia due lupi, Geri e Freki, animali a lui sacri. Similmente Venom inizierà il gioco proprio con il supporto di D-Horse e più avanti troverà un cucciolo di lupo, quel DD fondamentale per superare le missioni più ostiche.

 

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Ma alla fine era un lupo o un cane?

 

Passiamo al parallelismo con Thor.

Passiamo ora al parallelismo con Thor, l’antichissimo dio del tuono. Arma prediletta del dio era il martello Mjollnir, fabbricatore di fulmini: a più di qualcuno sarà venuto in mente che una delle funzioni del braccio bionico di Snake (quella stordente, colore giallo) alla massima potenza produce proprio una folgore che tramortisce il malcapitato… Ma non è questa l’unica analogia che lega le due figure. Una leggenda narra infatti che in seguito allo scontro con il gigante Hrungnir, un pezzo della cote del suo avversario rimase conficcata nella fronte di Thor, nonostante gli sforzi della maga Groa. Come non pensare al frammento di shrapnel che spunta allegramente sulla testa di Venom?

 

L'alternativa kojimiana al coltellino svizzero.

L’alternativa kojimiana al coltellino svizzero.

 

L’ultimo dio da scomodare è Tyr.

L’ultimo dio da scomodare è Tyr, il meno conosciuto dei tre. Tyr è protagonista della vicenda dell’incatenamento fraudolento di Fenrir, il gigantesco lupo figlio di Loki che alla fine dei tempi verrà per combattere gli dei e divorare Odino.

Gli Asi proposero a Fenrir di farsi legare con il magico nastro Gleipnir. Il lupo però, subodorando l’inganno, pretese che Tyr mettesse il suo braccio tra le sue fauci a garanzia del fatto che se non fosse riuscito a rompere il laccio fatato gli dei l’avrebbero liberato. Invece gli Asi lo lasciarono legato, lui rimase in catene ma mozzò di netto il braccio a Tyr, da allora conosciuto come il dio monco. Vi viene in mente qualcosa? Dio che presiede ai giuramenti e alle assemblee, compone insieme a Odino e Thor una triade fondamentale della religiosità norrena.

Se tutti questi segni (lasciando stare altri personaggi come Quiet, una valchiria perfetta!), che qui abbiamo letto in questo modo, siano stati inseriti consapevolmente o meno da Kojima, non è dato saperlo.

Anzi, per una lettura simbolica, questo non solo non è dirimente ma sarebbe persino più significativo che tali corrispondenze non fossero volute. Poiché una opera pregna di pathos (ritorna ora alla mente Venom Snake che ascolta il nastro verità lasciatogli da BB mentre si prepara all’arrivo di un giovane Solid Snake ad Outer Heaven: il suo personale Ragnarok) come l’ultimo capitolo della serie di Metal Gear, cerca riferimenti ancestrali prodotti dalla cultura umana come un magnete attira i metalli.

Voluti o no, tali messaggi passano purché ci sia chi ha voglia di coglierli.

 

 

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