Qualche giorno fa ho scritto uno dei miei articoli di opinione su Stonex e il suo nuovo smartphone in uscita, quello Stonex One che nelle ultime settimane ha fatto il giro di Internet in Italia grazie soprattutto al nuovo direttore creativo di Stonex: Francesco Facchinetti. Si quel Francesco Facchinetti.

Dopo la pubblicazione il mio articolo ha avuto una buona visibilità online e sia il CEO di Stonex, Davide Erba, che lo stesso Facchinetti hanno lasciato commenti e interagito in vario modo con me e con i nostri lettori. Da li mi sono mosso per ottenere una intervista, perché volevo sapere di più su questa Stonex, per farmi un’idea più precisa e sentire, di prima mano, cosa sta combinando questa azienda italiana di cui si parla tanto.

Per farla breve ottengo un appuntamento telefonico con Francesco che si rende disponibile a parlare con me di Stonex e, vedremo, di tanto altro. Ne esce una lunga intervista di oltre un’ora in cui scopro un Facchinetti che non mi aspettavo per niente e che smentisce la gran parte di quelle idee che “l’uomo della strada” può avere su di lui: il personaggio che conosciamo dalla TV e dal mondo della musica in realtà non esiste o, per lo meno, è solo un aspetto oggi minore, quello che ho scoperto ieri è invece un mio coetaneo, che ha vissuto come me il periodo della nascita della tecnologia moderna e di Internet e si è appassionato tanto da creare società, investire tempo e denaro e diventare un esperto ottenendo successo e rispetto nell’ambiente.

Davvero una storia che non mi aspettavo.

Durante la nostra telefonata Francesco mi ha raccontato di come ha racimolato i primi soldi per avviare una attività, di come ha messo in piedi una agenzia che rappresenta youtuber e personaggi della rete oltre che fare produzioni musicali e cinematografiche e, più recentemente, di come ha conosciuto un altro entrepreneur de noialtri, quel Davide Erba che, anche lui trentacinquenne, ha fondato Stonex e fatto grandi numeri a livello mondiale in barba agli stereotipi del bamboccione italiano tutto casa, mamma e sicurezze.

Tutto questo sembrerà un marchettone.

Ora, tutto questo sembrerà un marchettone, lo posso capire, ma devo dire che chi parla male di questi personaggi lo fa in gran parte per ignoranza (letteralmente) o malcelata invidia: internet ne è piena e ho voluto fare un po’ di chiarezza con questa introduzione, tutto qua.

Ma passiamo alla “ciccia”, perché oltre a raccontarmi del suo animo “nerd” e delle sue avventure di imprenditore in erba Francesco mi ha parlato tanto e soprattutto di quello Stonex One che sta per arrivare a casa di chi l’ha da poco prenotato… e non sono pochi: oltre 10000 preordini in 48 ore sono stati fatti sul sito ufficiale di questo top di gamma venduto a 299€, per un totale fino ad ora di 15000 preordini.

Il modo migliore per sapere tutto è ascoltarsi l’intervista.

Il modo migliore per sapere tutto è ovviamente ascoltarsi l’intervista: ho deciso di registrarla infatti e di metterla a disposizione di chi ha voglia di ascoltarci parlare per un’ora, credo che sia molto interessante e che stupirà la maggior parte di chi era, come me, molto prevenuto su Stonex e Facchinetti.

 

 

Ovviamente non tutti avrete voglia o il tempo materiale di ascoltare un’intervista di un’ora, ho quindi provveduto a riassumere per punti le informazioni più interessanti: ci sono novità che non conoscevo e altre cose che probabilmente già sapete: l’impressione che mi ha fatto in generale il progetto è ottima, ma ovviamente dovremo aspettare di testare questo telefono sul campo prima di farci un’idea vera, questo mettetelo sempre in conto prima di gasarvi troppo.

Davide Erba e Facchinetti si conoscono e decidono insieme di tentare di mettere sul mercato uno smartphone top di gamma ad un prezzo “onesto”

I tratti generali del progetto lo conoscete probabilmente già: Stonex è un’azienda famosa soprattutto per le sue attività B2B che ha da poco tempo approcciato anche il mercato consumer tentando la strada degli smartphone con qualche prodotto, fino a quando il suo fondatore, Davide Erba e Facchinetti si conoscono e decidono insieme di tentare di mettere sul mercato uno smartphone top di gamma ad un prezzo “onesto”, mantenendo i margini bassi, vendendo unicamente online e reinvestendo parte dei ricavati in progetti di hackathon e startup tecnologiche. Troppo bello per essere vero? È quello che hanno pensato in tanti.

Nell’intervista Francesco mi ha però raccontato di come siano passati due anni prima che Stonex si sia sentita pronta di affrontare il mercato consumer per davvero, con un progetto serio e complicato. Sono state fatte svariate ricerche di mercato, inizialmente l’idea era di produrre una smartband, ma si è poi cambiato idea quando si è arrivati ad una ricerca di mercato che descrive l’Italia come il mercato più importante d’Europa insieme all’Inghilterra per gli smartphone, in particolare i top di gamma. Ecco quindi cambiare direzione e puntare su quello che diventerà poi lo Stonex One.

Dimostreremo che nonostante il nostro primo margine sia inizialmente di soli 25€, non solo quei soldi ci basteranno, ma avremo anche soldi da reinvestire in progetti che riguardano i giovani, come hackaton e startup tecnologiche.

 

 

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La distribuzione

Le ambizioni di Stonex non si fermano certo allo smartphone per nerd che costa poco e ha ottime caratteristiche tecniche:

Non stiamo parlando di un progetto per gli smanettoni, ma di un progetto mainstream che vuole fare numeri eccezionali.

È talmente importante mantenere il prezzo basso e “etico” che questa scelta ha influenzato anche la distribuzione del telefono stesso: Lo Stonex One verrà venduto unicamente online. Se la Stonex avesse scelto di distribuirlo anche nella grande distribuzione ovviamente avrebbe ottenuto risultati migliori in termini di vendite, ma avrebbe al tempo stesso dovuto alzare enormemente il prezzo, per riuscire a “fare mangiare” tutti gli inevitabili nuovi intermediari che questa scelta avrebbe comportato.

Uno pensa che il grosso del costo di uno smartphone sia lo smartphone stesso, ma non è così: è il marketing e il costo di distribuzione.

Ecco allora che Stonex salta la distribuzione e vende solo online e al tempo stesso si inventa un marketing “economico”, basato largamente sulla visibilità di Facchinetti e sui meccanismi del social online, direi fino ad ora con risultati ottimi.

 

 

La creazione dello smartphone

Il design del telefono è stato fatto in Italia, ma chiaramente la sua costruzione e tutti i suoi componenti sono sviluppati in Cina:

Se vuoi produrre un top di gamma, non solo non puoi farlo in Italia, non lo puoi neanche fare in Europa: sei obbligato a farlo in Cina.

Nonostante i componenti arrivino da tutto il mondo l’unico posto dove esistono i distributori di tutti i più grandi componenti è proprio la Cina: è quindi inevitabile fare diversamente oggi.

La produzione di uno smartphone è fatta in Cina non perché ci sono i cinesini a fare un telefono: non stiamo cucendo i palloni.

La produzione è automatica e fatta da robot, la presenza dell’uomo è puramente di controllo e qualche saldatura, l’assemblaggio del telefono è l’aspetto meno costoso tra i tanti in gioco. La questione è puramente logistica insomma.

 

 

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Il vantaggio competitivo di Stonex

È chiaro che se si punta tutto sul rapporto prezzo/prestazioni è poi facile anche farsi superare dalla azienda cinese che magari dopo un mese esce con le stesse caratteristiche tecniche ad un prezzo inferiore.

La garanzia e l’assistenza italiana, date da un’azienda italiana che opera in Italia.

Ho chiesto quindi a Francesco cosa offre in più Stonex e la risposta è stata facile: la garanzia e l’assistenza italiana, date da un’azienda italiana che opera in Italia, sotto alle leggi italiane.

Non è certo poco in effetti se si pensa che siamo ormai abituati ad importare cinesate direttamente dalla Cina con un “rischio inculata” davvero alto.

Avremo due tipi di assistenza, la prima sarà un “primo soccorso”, per chi non sa neanche accendere il telefono e la seconda sarà un’assistenza tecnica.

Oltre a questo c’è la questione “Ciao OS”, una versione di Android AOSP che inizialmente sarà in pratica Android pulito con niente di più e poi aggiungerà funzionalità studiate insieme alla community che Stonex sta mettendo in piedi.

Stonex One verrà tenuto aggiornato almeno due anni

Di questo abbiamo parlato abbastanza: l’arrivo di Stonex One è imminente, si è parlato di fine luglio, il telefono è già in produzione e verrà spedito a chi l’ha preordinato davvero tra poche settimane ed è quindi impensabile che esista già una vera community di modders e di appassionati che danno feedback e creano insieme all’azienda la versione perfetta di Android… è un progetto in divenire chiaramente e su questo Francesco è stato chiaro, Ciao OS avrà aggiornamenti frequenti e lo Stonex One verrà tenuto aggiornato almeno due anni (se non molto di più: “fino a quando Vanni vivrà” ha scherzato Francesco).

Lo Stonex One uscirà con Lollipop e verrà aggiornato ad Android M “asap”.

 

 

Le “release”

Altra novità uscità dall’intervista è il modo in cui Stonex vuole rilasciare nuovi modelli: dopo lo Stonex One non arriverà uno “Stonex Two” come ci si potrebbe aspettare, ma si seguirà lo stesso metodo usato nel software, indicando semplicmente un numero di release, quindi arriverà il prossimo anno lo Stonex One 2.0 per intenderci, questo, parole di Facchinetti, è una filosofia declinata dalle aziende che producono auto:

Il nostro secondo modello non si chiamerà Stonex Two, ma sempre Stonex One, per non fare in modo che chi ha la versione vecchia si senta uno sfigato.

Ovviamente saranno diversi nella forma e personalizzazione, ma anche nel naming Stonex non si smentisce e continua a percorrere la strada del “politically correct”, almeno in apparenza, cercando di trovare tutte le soluzioni possibili per stare dalla parte del cliente e non del guadagno puro.

 

 

Il modding e Mediatek

Uno degli aspetti più discussi è come potrà Stonex creare una community di modders, come ha dichiarato più volte e sta già facendo online, quando il processore scelto per il suo primo smartphone è un Mediatek, azienda che notoriamente tiene “chiusi” i propri sorgenti.

A quanto pare Stonex è riuscita, con grande fatica, ad ottenere i sorgenti e li condividerà con la propria community di modders.

Ovviamente chi vorrà entrare a far parte di questa community dovrà prima firmare un non disclosure agreement, non possono certo semplicemente distribuire pubblicamente i sorgenti di Mediatek.

Non è mai successo prima per Mediatek e aspettiamo di vedere nella pratica come funzionerà effettivamente.

Arriverà anche una developer edition dello Stonex One, una edizione limitata con un hashtag diverso sul retro (la prima edizione ha #Galileo stampato sul retro)

Voglio trovare un personaggio famoso italiano che possa essere identificativo, magari potrebbe essere l’ingegner Peruzzo…

LOL, qui fail, ovviamente parla di Pier Giorgio Perotto, l’inventore della Perottina, il primo Personal Computer, ma ok, ci siamo capiti dai.

 

 

Il futuro

Dopo lo Stonex One chiaramente arriveranno altri smartphone come abbiamo visto sopra, oltre a questo si sta già lavorando agli accessori, in primis delle cuffie.

Insieme all’utenza stiamo costruendo le nostre cuffie e dopodiché andremo a cascata su altri progetti.

Idealmente arriveranno quindi smartband, action cam, televisori e quant’altro, sul modello, per intenderci di Xiaomi.

 

 

Nella mia intervista c’è davvero molto di più ragazzi, se avete un po’ di tempo vi consiglio ancora di ascoltarla, Francesco ha veramente parlato di tutto molto liberamente ed è interessante sentire come questo particolare progetto si è sviluppato e sta per arrivare effettivamente sul mercato.

Chiaramente, lo ripeto ancora, aspettiamo di provare questo Stonex One e di farne una delle mie recensioni, sarò cattivissimo come sempre, zero favoritismi chiaramente.