Cinque miti da sfatare sulle auto elettriche

La transizione elettrica continua a suscitare forte perplessità e scetticismo in parte degli appassionati di automobili.

Farsi delle domande – e in generale evitare un approccio ideologico e fideistico – è non solo legittimo, ma anche doveroso. A maggior ragione, vale la pena di non farsi offuscare la mente da critiche pretestuose, in modo da poter avere un dibattito sano e proficuo sul futuro dei trasporti e dell’elettrificazione.

Cinque risposte ad altrettante preoccupazioni, spesso infondate o esagerate, sulle auto elettriche.

“Le auto elettriche hanno un’autonomia ridicola”

Nonostante i progressi enormi sul fronte dell’autonomia, la cosiddetta range axiety continua ad essere un chiodo fisso nella mente di molti automobilisti italiani. Cosa succede se l’auto si inchioda in mezzo al nulla? Non ci sono abbastanza colonnine. I tempi di ricarica sono troppo lunghi. Le auto elettriche fanno troppi pochi chilometri prima di scaricarsi. E via dicendo.

Peccato che nella maggior parte dei casi queste ansie siano semplicemente infondate. Secondo una stima di UnipolSai ottenuta esaminando le scatole nere di 3 milioni di vetture, gli italiani passano in media 1 ora 29 minuti al volante, tutti i giorni. Grossomodo equivalgono a 43Km, che tendenzialmente vengono percorsi per spostarsi dal luogo di lavoro all’ufficio, e viceversa.

Ormai tutte le auto elettriche offrono un’autonomia sufficientemente robusta per coprire le esigenze quotidiane degli italiani

Dobbiamo davvero specificare che qualsiasi auto elettrica – anche i modelli entry-level pensati per le città – oggi offre un’autonomia sufficientemente robusta per coprire queste distanze? Senza scomodare i casi più virtuosi, ci basta prendere una 500 elettrica, un’auto che non è esattamente pensata per le gite fuori porta, ma piuttosto per un uso quotidiano fatto di casa-lavoro-supermercato. Ebbene, il modello entry-level offre 320km con una singola ricarica. Quando l’auto è parcheggiata si può ricaricare utilizzando una comoda wallbox per uso domestico o condominiale, e l’ipotesi di rimanere a secco diventa straordinariamente remota. Per un’autonomia dell’80% – usando un cavo Modo 3 con potenza di 11Kw – ci vogliono circa 3 ore. Per avere 83 Km di autonomia invece è sufficiente un’ora. E lo ribadiamo: stiamo parlando di un’auto elettrica pensata per un utilizzo urbano. Se avete bisogno di prestazioni superiori, è evidente che la 500 elettrica (o altre city car simili, come la Mini Cooper SE) non facciano al caso vostro.

Ma ormai il segmento degli EV è veramente in grado di soddisfare tutte le esigenze. Ecco allora che chi ha bisogno di compiere tragitti più lunghi molto spesso troverà rassicurazioni nei 466 chilometri di autonomia di una Tesla Model 3, che grazie alle stazioni ultrarapide Supercharger può raggiungere l’80% di autonomia in appena 30 minuti. Modelli di fascia superiore, come la Model S, ormai superano abbondantemente i 600Km di autonomia e il segmento premium si sta spostando verso prestazioni ancora più ambiziose.

Secondo gli ultimi dati dell’EAFO (European Alternative Fuel Observatory), in Italia attualmente sono stati installati oltre 30.200 punti di ricarica e recentemente sono in aumento anche le stazioni ultrarapide, come le JuicePump Ultra di Enel X Way in corrente continua da 350kW, è già possibile ricaricare l’80% dell’autonomia di una vettura di ultima generazione in appena 15 minuti. Il tempo di prendere un caffé in Autogrill.

“Le auto elettriche non riducono l’inquinamento, ma lo spostano in periferia”

Non è vero che le auto elettriche riducono l’inquinamento! Lo spostano semplicemente fuori dai centri urbani. Del resto l’energia viene ancora prodotta con i combustibili fossili. Beh, non proprio.

Fermo restando che già rendere le nostre città meno inquinate e più vivibili sarebbe una conquista di fondamentale importanza, in realtà non è vero che il bilancio tra CO2 immessa e risparmiata è negativo, con rarissime eccezioni. Questo ovviamente dipende da quanto sono virtuosi i singoli Stati. Già oggi ogni studio ribadisce che le auto elettriche hanno tendenzialmente un’impronta carbonica incredibilmente più bassa delle loro controparti a motore endotermico. Secondo un’indagine di Radiant Energy Group, esistono due sole nazioni europee in cui sappiamo per certo che questo non è vero: la Polonia e il Cossovo. Il motivo è estremamente banale: sono due delle poche nazioni europee dove l’energia viene ancora prodotta prevalentemente dalle centrali a carbone e gli investimenti in fonti rinnovabili (ma anche solo nel gas naturale) sono ancora insoddisfacenti. Man mano che la politica diversificherà maggiormente la produzione di energia aumentando rinnovabili e il nucleare, il vantaggio dell’elettrificazione sarà ancora più forte.

Lo stesso Herbert Diess, ex N.1 di Volkswagen, cioè una delle case automobilistiche che ha investito di più sull’elettrificazione della sua flotta, aveva ribadito che le auto elettriche da sole non saranno sufficienti, senza risolvere il problema a monte. «Le auto elettriche hanno senso solo se l’energia è rinnovabile. In nazioni che basano la produzione di energia elettrica sul carbone, non ha senso vendere veicoli elettrici», aveva detto citando proprio la Polonia.

I Paesi più virtuosi, dove l’elettrificazione introduce una riduzione di CO2 più significativa, sono, in quest’ordine, Norvegia (-98%), Francia (-96%), Svezia (-95%) e Austria (-93%).

Ad ogni modo, la CO2 non è l’unica emissione inquinante prodotta dai veicoli endotermici. Bisogna fare i conti con altri due inquinanti altrettanto pericolosi: il Particolato o PM10 e gli Ossidi d’Azoto.

Il NOx è un prodotto della combustione e, semplicemente, non viene emesso dalle auto elettriche. Un’elettrificazione totale del parco auto circolante contribuirebbe dunque a rendere le nostre città più vivibili, eliminando una delle principali cause di insorgenza di tumori nella popolazione. Il particolato merita un capitolo a parte, perché non viene prodotto esclusivamente dalle emissioni dei motori ma anche dall’usura dei freni e dei pneumatici, che peraltro tendenzialmente aumenta all’aumentare del peso del veicolo. È proprio questo che meriterebbe un capitolo a parte: le auto elettriche pesano significativamente di più dei veicoli a motore endotermico, e questo per l’aggravio causato dalle batterie. In futuro sarà necessario chiedere alle case automobilistiche di puntare di più sulla produzione di veicoli snelli a misura di città, riducendo la produzione di mostri su ruote che, paradossalmente, rischiano di aumentare (e non diminuire) le emissioni di particolato.

Fortunatamente questo discorso oggi vale esclusivamente per alcuni casi limite, come l’Hummer EV, un’auto elettrica che ha delle batterie che, da sole, pesano quanto un’intera Honda Civic a benzina. Ad ogni modo, abbiamo il vago sospetto che non vedremo molti Hummer in circolazione in Italia.

“La classe media non se le potrà mai permettere”

Senza girarci troppo attorno, è evidente che oggi le auto elettriche abbiano un prezzo d’acquisto più alto delle loro controparti a motore endotermico, banalmente perché costa di più produrle. Questo fa sì che, anche con i generosi incentivi proposti dal governo e dalle regioni, la maggior parte degli italiani siano completamente tagliati fuori dal segmento dei BEV.

Ma anche qui ci sono delle importanti buone notizie. Sono sempre di più le case automobilistiche (il caso più recente è Volvo) che sostengono di poter arrivare ad una sostanziale parità di prezzo tra auto elettriche e endotermiche nel corso dei prossimi cinque anni. Secondo uno studio di BloombergNEF, nel 2027 le auto elettriche costeranno meno di quelle alimentate con benzina e diesel — e questo indipendentemente dall’erogazione di incentivi e bonus pubblici, che potrebbero contribuire ad abbassare ulteriormente il prezzo finale.

Un render immagina la Tesla Model 1, la prima Tesla “economica e compatta” di cui ogni tanto perla Elon Musk

Il calo dei prezzi delle auto elettriche sarà reso possibile dalla riduzione dei costi delle batterie agli ioni di litio, che oggi pesano enormemente sul prezzo finale degli EV. Dal 2020 al 2030, continua lo studio di Bloomberg, il costo delle batterie calerà del 58%. A ciò si aggiungono gli importanti investimenti dei marchi dell’automotive, che grazie all’economia di scala abbatteranno ulteriormente il costo di produzione. Nel corso di questo decennio le auto elettriche non saranno più un lusso.

Sebbene le auto elettriche abbiano un costo d’acquisto più alto, in realtà già oggi offrono degli importanti vantaggi. In media, gli automobilisti che possiedono un EV spendono ogni mese in ricariche il 60% in meno di quanto speso in carburante dai proprietari di un auto a motore endotermico. Non bastasse, anche perché hanno meno componenti, anche i costi di manutenzione sono molto più bassi rispetto a quelli delle auto a motore endotermico.

Nessuno ha mai detto che la transizione ecologica sarebbe stata a costo zero, ma è altrettanto evidente che questo costo non può essere interamente scaricato sulla popolazione (e a maggior ragione sulle fasce meno abbienti). Quello delle auto elettriche è un segmento che deve ancora trovare una piena maturità, ma nel corso dei prossimi anni arriveremo finalmente a vedere le prime vere e proprie auto elettriche di massa, grazie all’unione degli investimenti pubblici e privati.

“Produrre e smaltire le auto elettriche inquina troppo”

Produrre le batterie delle auto elettriche ha un’importante impronta carbonica, ma i conti, come è di abitudine dire, si fanno alla fine. Il  maggior consumo di risorse della produzione di batterie viene bilanciato dalle emissioni risparmiate durante tutto il ciclo vita dell’auto.

Secondo uno studio dell’Argonne National Laboratory, a parità di segmento, le auto elettriche nel corso del loro intero ciclo vita hanno un’impronta carbonica significativamente più bassa delle loro controparti a benzina e diesel.

Un’infografica di GREET 2 illustra il totale dei gas serra prodotti (GHG) da un’auto a motore endotermico a confronto con il totale prodotto da un EV con un’autonomia di 300 miglia. In blu le emissioni prodotte dalla produzione e smaltimento delle batterie, in arancio il resto del processo di produzione del veicolo, in grigio le emissioni dovute alla produzione dei carburanti e dell’energia elettrica e, infine, in giallo le emissioni prodotte dall’utilizzo del veicolo su strada. Come è evidente, sono proprio le emissioni prodotte dalla combustione ad incidere di più quando prendiamo in considerazione l’intero ciclo vita delle auto.

Ad ogni modo, l’industria delle auto ha ancora degli importanti obiettivi davanti a sé. In particolare, le case automobilistiche stanno studiando come ridurre ulteriormente le emissioni aumentando il riciclo delle batterie esauste. Già nel 2021Tesla aveva dichiarato di aver recuperato 2.000 tonnellate di materie prime dal riciclo delle batterie, con un tasso di riciclo vicino al 92%. Man mano che la tecnologia farà nuovi progressi, il totale dei gas serra emessi dagli EV è destinato a diminuire ulteriormente.

“Le auto elettriche sono meno sicure di quelle a motore endotermico”

Ciclicamente la notizia di qualche auto elettrica che ha preso spontaneamente fuoco fa il giro del mondo, suscitando allarmismi perlopiù infondati. Sfatiamo anche questo mito: le auto elettriche sono sicure tanto quanto (e in alcuni casi di più) delle auto a motore endotermico.

Secondo un rapporto del National Transportation Safety Board e del Bureau of Transportation Statistics degli Stati Uniti, in realtà le auto elettriche tendono ad andare a fuoco meno frequentemente delle auto a benzina e diesel. Per la precisione, prendendo in considerazione ogni possibile evento potenzialmente pericoloso (a partire dagli incidenti stradali), i due enti hanno determinato che gli incendi hanno una frequenza di 3.475 casi ogni 100.000 veicoli quando si prendono in considerazione le auto ibride, mentre nelle auto a motore endotermico si scende a 1.530 ogni 100.000 veicoli. Per le auto elettriche il dato è estremamente più basso: 25 ogni 100.000 auto.

Preoccupazioni, dunque, più che legittime per le auto ibride (che hanno un motore a combustione interna e forme diverse di propulsione elettrica), ma completamente infondate per le auto elettriche, che risultano addirittura di gran lunga più sicure delle auto tradizionali.

In realtà il dato non dovrebbe sorprendere più di tanto: le auto elettriche non hanno liquidi infiammabili, inoltre le batterie sono progettate per disconnettersi automaticamente in caso di una collisione. Laddove il meccanismo di sicurezza facesse cilecca, i meccanici e il personale di pronto intervento ha la possibilità di disconnetterle manualmente.

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