Pokémon Detective Pikachu

Arriva oggi anche nelle sale italiane Pokémon Detective Pikachu, il primo live-action sul famoso brand nato come gioco per Game Boy. Scoprite come ci è sembrato con la nostra recensione.

Pokémon Detective Pikachu è una pellicola diretta da Rob Letterman che vede, nella sua versione originale, Ryan Reynolds come voce di questa buffa e curiosa versione di uno dei mostriciattoli più iconici dell’universo di Game Freak, il buon vecchio Pikachu. Il fenomeno Pokémon nasce in Giappone quando Satoshi Taijiri, appassionato come molti giapponesi fin da bambino di collezionismo di insetti, decide di trasportare il feeling del suo passatempo in un gioco per il Game Boy di Nintendo.

Correva l’anno 1996 quando arrivarono sul mercato nipponico i primi due capitoli per la console portatile della grande N: Pokémon Rosso e Pokémon Verde. Da allora, per 23 anni, i Pokémon (letteralmente Poket Monster) hanno continuato ad appassionare fan in tutto il mondo, dando vita a uno dei marchi più famosi dell’industria dell’intrattenimento.

Il marchio implica qualità, versatilità e attenzione ai dettagli. Ogni aspetto di questo universo è pervaso dalla gioia di collezionare, lottare e scambiare Pokémon.

 

Pikachu, in particolare, diventa famoso in tutto il mondo a tal punto da ergersi a vera e propria mascotte per l’intero brand, grazie alla serie animata che lo vede co-protagonista di un avventura che prosegue da 21 stagioni (per un totale di oltre 900 episodi). Affianca l’allenatore Ash Ketchum nel suo percorso, risultando un suo imprescindibile alleato e un prezioso amico nei momenti di difficoltà.

Prima di parlare del nuovo film è importante che rinfreschiamo la memoria a chi non lo ricordasse su un evento in particolare del primo di una lunga serie di OAV dedicati proprio alla serie animata: il lungometraggio del 1998 (arrivato in Italia nel 2000) e noto come Pokémon: Il Film, diretto da Kunihiko Yuyama. Qui infatti assistiamo alla genesi di Mewtwo, controverso e potentissimo Pokémon artificiale, che avrà un ruolo determinante anche nella pellicola di cui, a questo punto, andiamo a parlare.

 

 

La storia di Pokémon Detective Pikachu inizia quando il detective Harry Goodman scompare misteriosamente, costringendo il figlio ventunenne Tim (Justice Smith) a scoprire cosa sia successo. Tim ci viene presentato come un ragazzo semplice e un po’ solitario, che vive in provincia con la nonna e fa un lavoro noioso. Non ha un Pokémon e pare non provare alcun interesse per loro, è anche totalmente imbranato nel provare a relazionarcisi (il film si apre con un fallimentare tentativo di cattura di un Cubone).

A fare da sfondo alle vicende c’è però Ryme City, moderna e disordinata metropoli dove umani e Pokémon vivono fianco a fianco.

A fare da sfondo alle vicende c’è però Ryme City, moderna e disordinata metropoli dove umani e Pokémon vivono fianco a fianco in un iperrealistico mondo live-action (plasmato sul modello di Londra). Tim è costretto a recarvisi per sistemare le questioni di rito dopo la notizia della morte del padre, che non sembra averlo scosso particolarmente. Non ci vorrà molto a scoprire, grazie alla conversazione con il tenente di polizia Hide Yoshida (Ken Watanabe), che padre e figlio non si vedevano da anni e che quest’ultimo, dopo la morte prematura della madre, si era sentito abbandonato da un padre che ha dedicato sempre più tempo al lavoro che alla famiglia.

La città di Ryme City comunque è un elemento molto importante per lo sviluppo degli intrecci: essa esiste come il sogno e il progetto di Howard Clifford (Bill Nighy), miliardario condiscendente e responsabile. Egli è CEO del complesso Clifford Enterprises e la città è praticamente un suo esperimento: un luogo in cui per la prima volta umani e Pokémon possono convivere da pari. Ironia della sorte, Howard non vive in armonia neanche nella propria casa, essendo in costante disaccordo con l’irritante figlio Roger (Chris Geere), che ha idee del tutto diverse dal padre ed è l’attuale presidente della compagnia.

 

 

Ma il mosaico dell’avventura di Tim andrà presto ad arricchirsi di nuove tessere: prima fra tutte l’apparizione dell’ex compagno Pokémon di Harry, il detective Pikachu: un adorabile, esilarante e saggio investigatore che mette in dubbio che Harry sia davvero morto in un incidente. Il caso vuole che Tim e Pikachu siano in grado di comunicare tra loro in un modo unico, visto che il ragazzo è l’unico essere umano in grado di capire e parlare direttamente con Pikachu, così uniscono le forze per svelare l’intricato mistero.

L’altro personaggio che avrà un ruolo piuttosto importante nella ricerca di Tim e Pikachu è la reporter Lucy Stevens (Kthryn Newton), affiancata dal fido Psyduck e sempre alla ricerca di uno scoop con cui scalare le vette da semplice stagista a giornalista di spicco del network. Lucy scaverà più a fondo del dovuto nell’affare della sparizione del detective Goodman, trovandosi inevitabilmente coinvolta in una situazione ben più grande e intricata del previsto.

Considerando il target di riferimento, Pokémon Detective Pikachu riesce a portare sullo schermo un giusto mix di avventura e azione (non mancano scene di lotte Pokémon, anche se il film non si concentra su esse). Il respiro è quello delle nuove generazioni, la stessa tecnica di tentativo di cattura iniziale del Cubone di cui parlavamo sopra ricorda più Pokémon GO che i giochi per Game Boy, ma i mostriciattoli a schermo sono su per giù tutti delle prime quattro generazioni, strizzando l’occhio agli spettatori più “attempati”.

 

 

 

 

Tirando le somme, il film funziona e diverte sia grandi che piccoli. Non ha la pretesa di essere autoriale, non vuole prendersi troppo sul serio, ma veicola anche messaggi non banali che arriveranno nel giusto modo ai più giovani. Per i fan più attempati forse arriva fuori tempo massimo per essere una pietra miliare, ma di sicuro resta molto godibile e vola via senza mai annoiare.

Unica nota un po’ stonata, per chi vi scrive, l’averlo visto in versione doppiata perché probabilmente la voce originale di Reynolds potrebbe essere un valore aggiunto comico (senza nulla togliere, comunque, a un ottimo doppiaggio). Speriamo che Warner Bros. lo distribuisca anche in versione originale in alcune sale. In generale però, promosso a pieni voti!

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