Risk: tra Assange e Snowden, il coraggio di Laura Poitras

Risk

Al Biografilm Festival arriva Laura Poitras, documentarista di storie controverse e personaggi complessi. Risk è il nuovo incisivo documentario che indaga su una delle figura più discusse del nostro secolo: Julian Assange.

Laura Poitras è una donna dall’immenso coraggio, mossa dalla passione di indagare nella realtà e affondare le mani dei torbidi risvolti che riguardano, in particolar modo, il suo Paese: gli Stati Uniti d’America.

Risk è il suo settimo documentario, presentato per la prima volta nel 2016 al 69. Festival del Cinema di Cannes e arrivato oggi nel Concorso Internazionale del Biografilm Festival.

Particolarmente conosciuta per il documentario scandalo Citizenfour, che nel 2015 l’ha portata a conquistare il suo primo Oscar come Miglior Documentario, basato su quattro giorni di interviste all’informatico e attivista statunitense Edward Snowden, entrato nell’occhio del mirino del Governo per aver rivelato informazioni sulle pratiche di intercettazione illegali della National Security Agency (NSA) e di altre agenzie di intelligence, la Poitras aveva iniziato già anni prima a fare luce sui torpidi segreti riguardanti gli Stati Uniti, con focus particolare sull’11 Settembre.

 

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Ma prima di incontrare Edward Snowden, Laura Poitras è già coinvolta professionalmente con una figura molto complessa ed emblematica del nostro secolo, sempre coinvolta con fughe di informazioni riguardanti il governo statunitense, Julian Assange.

Co-fondatore e capo redattore del sito WikiLeaks, Julian Assange nel 2010 è protagonista in prima linea della più grande fuga di documenti, molti dei quali confidenziali e segreti, appartenenti al governo statunitense.

Infatti, il 28 Ottobre 2010 WikiLeaks pubblica, dopo aver dato un annuncio tempo prima, in particolar modo attraverso un video, Collateral Murder, in cui due elicotteri Apache americani attaccano uccidendo 12 civili disarmati afghani, 251.000 documenti diplomatici statunitensi.

Dal 29 Ottobre in poi per Assange è l’inizio di una vera e proprio guerra contro il governo, e non solo. Il principio di WikiLeaks si basa sulla condivisione, in forma anonima, di informazioni, documenti, materiale senza censura.

Elementi riguardanti l’intera umanità, spesso oscurati dalle Potenze mondiali, che devono essere di dominio pubblico. Proprio per questo motivo, Assange viene accusato dalla sua stessa terra natia, l’Australia, di aver ottenuto tutto quel materiale illegalmente.

 

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Da quello stesso 29 Ottobre, inizia una nuova lunghissima, estenuante e rischiosa avventura per Laura Poitras

Da quello stesso 29 Ottobre, inizia una nuova lunghissima, estenuante e rischiosa avventura per Laura Poitras. Esattamente come i suoi protagonisti, Assange, Snowden, Jacob Appelbaum, Sarah Harrison, Laura Poitras in ogni sua storia si assume il rischio della verità, il rischio di rivelare, in tutte le sue contraddizioni, lo stato reale dei fatti, pagandone ancora le conseguenze.

Risk abbraccia un lungo e complesso periodo della vita di Assange, precisamente dal giorno dopo la pubblicazione dei documenti di WikiLeaks, fino alla recenti elezioni presidenziali, coinvolgendo più aspetti della sua vita, come le accuse di molestie sessuali in Svezia, il rischio di estradizione da parte della Svezia per conto, in realtà, degli Stati Uniti, dove Assange è accusato di spionaggio, e che abbraccia molti altri personaggi come i già citati Edward Snowden, Jacob Appelbaum e il militare transessuale Chelsea Manning.

A differenza di quanto visto nelle diverse interpretazioni cinematografiche di Assange, nelle sue apparizioni televisive e sulle riviste, la Poitras ne fa un ritratto molto diverso, dove a predominare è la natura scissa di questa complessa figura.

Da una parte l’uomo che tenta, in tutto e per tutto, di gestire la propria immagine, apparendo come un uomo di facciata, da copertina, ma dall’altra parte anche la natura più fragile, quella più vulnerabile.

 

 

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La Poitras è famosa per i ritratti di uomini controversi. Uomini che a modo loro hanno fatto la rivoluzione e la Poitras si cimenta nel ritirarli nell’affrontare le conseguenze di questa rivoluzione.

E nonostante il filtro della macchina da presa, Laura Poiltras è capace di andare oltre l’apparenza, cogliere il dettaglio e penetrare all’interno della vera natura del suo protagonista.

Nelle sue intenzioni e nella sua vera essenza. Ma Julian Assange non è un uomo semplice, soprattutto è un uomo egocentrico che ama essere osservato solo come dice lui. Tra il genuino spirito di cambiare le cose e la mera smania di farsi conoscere, Assange è un burattinaio, deve poter avere il controllo su tutto e tutti.

Sebbene Laura Poiltras sia molto brava a dosare tra l’invadenza e l’essere una presenza invisibile, partendo dall’esterno per entrare nell’interno, Assange quando si sente troppo controllato si trasforma davanti alla camera. Gli aspetti che si notano, e che predominano, sono due: indossare una maschera oppure allontanarsi.

 

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Proprio questo “tira e molla” rende Risk, da un punto di vista narrativo e investigativo, molto meno incisivo rispetto a Citizenfour. C’è sicuramente un approfondimento minore, non solo a causa della presenza difficile di Assange ma anche per la consistente mola di materiale che, a differenza del documentario su Snowden si concentrava unicamente su quattro giorni, si protende dal 2010 al 2016.

Come la stessa Poitras afferma all’interno del documentario, la quale interviene saltuariamente come voce fuori campo in quello che viene chiamato il suo “diario di produzione”, questo film riserva aspetti contraddittori. Ma man che gli anni passano e su Assange vertono situazioni sempre più complicate, la Poitras mette in risalto le contraddizioni legate a questa figura. Contraddizioni svelate anche allo spettatore che scopre, quasi insieme alla regista, le diverse sfumature di Assange e portando, in questo modo, verso una riflessione oggettiva.

Su Julian Assange c’è sempre un punto di domanda, non riuscendo mai davvero a capire se la sua persona sia totalmente positiva o totalmente negativa. Una via di mezzo ma sempre in continui bilico. Una figura caotica, sembra ombra di dubbio, ma che, forse, non agendo sempre in fin di bene, ha messo in rilievo problematiche mondiali.

 

 

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Indubbiamente Risk ha una forte impronta anti-americana, e spesso ci si concentra sulla follia bellica statunitense, l’esagerato patriottismo che si espande dall’interno verso l’esterno, coinvolgendo altri Paesi nei continui conflitti.

Laura Poitras dedica come ultimo capitolo anche le questioni legate alle elezioni, in particolar modo legate alla figura di Hilary Clinton, svelando molte conversazioni private che sembrerebbe provare il volontario “manomettere” la campagna elettorale di Bernie Sanders.

Risk è l’ennesimo rischio di Laura Poitras. Un film documentario che, ancora una volta, porta lo spettatore ad aprire gli occhi su una realtà sconvolgente, avvicinando la regista sempre di più verso pericolosi coinvolgimenti.

La Poitras, infatti, è accusata di favoreggiamento spionistico e più volte ha dovuto vivere al di fuori degli Stati Uniti, a causa dei continui controlli da parte della polizia.

 

 

Risk verrà rilasciato quest’estate su Showtime negli Stati Uniti.

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