Song to Song: la lunga riflessione sull’amore di Malick

Song To Song

Terrence Malick torna al cinema con Song To Song, una nuova pellicola controversa e complessa, sempre più in linea con lo stile adottato dal regista negli ultimi anni. Un film che affronta l’arduo compito di rappresentare, in tutte le sue forme, uno dei sentimenti più difficili e articolati: l’amore.

Song To Song è il nuovo complicato lavoro del controverso regista statunitense Terrence Malick. Bisogna fare una premessa necessaria: non è facile giudicare Malick o, più semplicemente, non si può giudicare Malick.

Tra i registi fuori dall’ordinario, Malick merita i primi posti. Un’artista che non è interessato a portare sullo schermo una storia lineare, dalla sequenza temporale logica e con delle tempistiche accattivanti.

Malick non rappresenta storie o personaggi, Malick rappresenta le suggestioni, i pensieri, lo stato d’animo dei personaggi o dei contesti che racconta.

Da The Tree of Life, Terrence Malick ha adottato uno stile denso, articolato e complesso.

Un linguaggio fatto di simboli, chiamando lo spettatore a interpretare le immagini e le parole. Il cinema di Malick vuole rendere il suo spettatore attivo, parte integrante del processo narrativo che prende vita sul grande schermo. Se da Malick vi aspettate un film di genere, una storia d’amore, un thriller o un film ad alta tensione, avete sbagliato regista.

 

 

Song To Song

 

 

Sicuramente a Terrence Malick non interessa essere amato o compreso da tutti.

Sicuramente a Terrence Malick non interessa essere amato o compreso da tutti. Malick non fa film per il grande pubblico e Song To Song ne è l’ennesima conferma. Questo non vuol dire che bisogna avere una spiccata intelligenza o essere degli intellettuali per poter comprendere Malick. Song To Song si rivolge alle persone particolarmente sensibili. A chi ha voglia di osservare, di perdersi lentamente in una visione, più che in un film.

In questo è giustissimo dire tutti sono legittimati a non apprezzare il cinema di Malick, soprattutto quando si ha voglia di andare al cinema per smettere di pensare, per perdersi in una storia, divertirsi, lasciarsi intrattenere da una pellicola.

Meno giusto è criticare Malick, pretendendo di vedere in un suo film qualcosa che non gli appartiene. Sarebbe come pretendere da un pittore astrattista un quadro realista.

Song To Song è una lunga, densa e sofferente riflessione sull’amore, ma non solo.

Una riflessione necessaria, che si prende il suo tempo,  e che porta lo spettatore all’interno di un viaggio in bilico tra l’astratto e il concreto, dove a parlare non è una storia ma sono l’emozioni, le sensazioni provate dai personaggi che alimentano le immagini.

I protagonisti di Song To Song, quattro attori estremamente versatili e apprezzati dal pubblico e dalla critica come Rooney Mara, Ryan Gosling, Michael Fassbender e Natalie Portman, sono degli extraterrestri all’interno della vita.

 

Song To Song

 

Disperatamente bisognosi di provare amore, ma incapaci a darlo. Incapaci nel lasciarsi amare. Ossessionati dalla libertà ma schiavi di se stessi, dei propri demoni, congetture e insicurezze. Personaggi masochisti e sadici. Fragili e incomprensibili.

 

Tutto questo viene rappresentato attraverso le immagini, alcune di facile lettura altre estremamente simboliche e metaforiche.

Tutto questo viene rappresentato attraverso le immagini, alcune di facile lettura altre estremamente simboliche e metaforiche. Si passa dai campi lunghi di paesaggi pacifici a disturbanti primi piani che vogliono intrappolare l’anima del personaggio. Da una parte c’è il cinema di Malick e dall’altra il suo aspetto più da documentarista. Sequenze incorniciate da frasi sconnesse. Lunghissimi monologhi interiori ascoltati dal pubblico, creando il duplice effetto di coinvolgimento ed estraniamento.

Si, perché se Malick da una parte riesce a parlare di un sentimento universale, mostrandocelo in tutte le sue sfumature, dall’altra parte ci rende assolutamente estranei a tutto ciò, lasciandoci osservare il suo mondo come se fosse racchiuso all’interno di un acquario, dove le storie dei protagonisti, i loro sentimenti e tormenti, galleggiano sospesi nell’aria.

 

 

Song To Song
Malick, con Song To Song, scava all’interno del pensiero e dell’anima umana, estrapolando gli istinti più primitivi, ma senza voleri davvero intrappolare in un’immagine filmica.

Dall’astratto al concreto, dal concreto all’astratto. Un gioco in bilico tra le forme, i colori, i lunghi silenzi dei protagonisti o i loro discorsi infiniti, passando da una scena all’altra, ma proseguendo con lo stesso dialogo.

Quello che il regista tenta di fare è dare una visione, quanto più veritiera possibile, del mondo che sta raccontando e lo fa con la musica, con i volti realmente sopraffatti degli attori, con le testimonianze di grandi nomi della musica, da Iggy Pop a Patty Smith, da Florence Welch ai Red Hot Chili Peppers.

Ed esattamente come si era già visto in The Three of Life o il precedente Voyage of Time presentato alla 73. Mostra del Cinema di Venezia, Malick compie un viaggio nella poesia, immortalando la complessità e bellezza dei sentimenti umani.

 

Song To Song

 

Dalla violenza alla follia, passando per la dolcezza e la depravazione, dall’egoismo all’innocenza

Dalla violenza alla follia, passando per la dolcezza e la depravazione, dall’egoismo all’innocenza, Malick rappresenta l’essere umano attraverso le sue suggestioni, avvalendosi di un cast di attori che segue perfettamente la linea narrativa dell’autore.

Si ha quasi la sensazione che nessuno dei quattro principali protagonisti stia realmente recitando, facendosi più che altro trasportare da quelle che dovrebbero essere gli incipit scatenati dai propri personaggi. Degli eterni adolescenti sopraffatti dalle proprie pulsioni. E cosa c’è di veramente logico nell’adolescenza? Quando ci si lascia guidare più dall’istinto che dalla ragione.

 

Song To Song

 

Song To Song è esattamente questo, come il suo autore, pur istinto. Una pellicola che si fa amare se lo si vuole davvero, ma che può diventare ferocemente ostica se non amanti dei lunghissimi tempi filmici, della realtà distorta e dei verbosi dialoghi e monologhi con richiami metaforici.

Un film che riscatta Malick dal meno convincente Knight of Cup, ma che lo consacra verso un tipo di esperienza filmica ben diversa da quella più ordinaria che si è abituati a fare. Malick invita, con le sue pellicole, a far un viaggio privo di regole, ma nessuno vi obbliga a fare il biglietto se la meta non è di vostro gradimento.

 

 

Song To Song sarà nelle sale italiane dal 10 Maggio

75
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