Vero come la Finzione: Deadpool e quelli che “parlano allo spettatore”

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C’è chi è saggio e sa di non sapere… e poi c’è chi è pazzo e sa di sapere cose troppo assurde (e chiacchiera con le vocine nella sua testa).

Se poi le “vocine” sono addirittura degli strani esseri che leggono o guardano le gesta del nostro protagonista, le cose si fanno sempre più interessanti…

Deadpool è un personaggio che deve il suo successo in gran parte a questa caratteristica: nei fumetti si permette di fare un tipo di ironia che letteralmente salta fuori dalla pagina, rompe gli stereotipi della narrazione a vignette e strizza l’occhio in modo virtuale al lettore, dandogli una pacca e facendolo sentire “come lui”.

Il nostro mercenario chiacchierone è forse l’esempio più recente di personaggio di fiction consapevole di esserlo.

Raccoglie il testimone di illustri predecessori, protagonisti di opere che spesso hanno lasciato il segno nella storia dell’entertainment.

 

 

Rompere la “quarta parete”, dimostrare di sapere di essere personaggi e parlare direttamente al lettore non è roba da tutti.

Rompere la “quarta parete”, dimostrare di sapere di essere personaggi e parlare direttamente al lettore non è roba da tutti: molti autori si sono cimentati in questo gioco pericoloso, che nei momenti migliori regala divertimento spiazza e sorprende, e in quelli peggiori risulta vuoto, stucchevole e fuori luogo.

Persino Deadpool, che ha avuto decine di scrittori, è passato dall’essere geniale all’essere irritante: per fortuna, nel corso del tempo ha ritrovato identità e penne capaci di scrivere bene il suo sapere di trovarsi all’interno di storie disegnate (e il film sembra confermare questa tendenza, con entusiasmo della critica e record di incassi!).

La famigerata auto-consapevolezza di essere fiction, però, non è certo invenzione dei tempi recenti: fin da quando esistono mezzi espressivi, qualche cervello ha sgomitato per sorprendere il lettore interpellandolo in modo diretto.

Ecco alcuni esempi notevoli.

 

 

Animal Man

Il più celebre esempio di lunga saga costruita attorno alla riflessione meta-narrativa sul fumetto come mezzo espressivo e narrativo, Animal Man di Grant Morrison rimane una pietra miliare assoluta.

Fin da subito il giovane autore inglese, messo alle redini di questo super-eroe di serie B, sfodera una padronanza stupefacente del medium-fumetto e una capacità di costruire storie fuori dall’ordinario.

 

AnimalMan2

 

Da recuperare assolutamente almeno “Il Vangelo del Coyote” ancora oggi capace di dare i brividi fino quasi a commuovere.

L’intero ciclo di Animal Man (1988-1990) vede Grant Morrison entrare nelle storie come personaggio e persino noi lettori giocare un ruolo “interattivo”.

A volte confuso, ma mai pesante, questo percorso di scoperta di essere un personaggio tra tanti – e un supereroe in crisi d’identità – fa di Buddy Baker una figura davvero spettacolare e moderna.

 

 

 

John Constantine

Io amo Hellblazer. Quello vecchio, quello vero (perdonami la vena nostalgica).

La sacra triade di imbrattacarte composta da Moore-Delano-Ennis ha fatto faville e scritto pagine del mago cilatrone e tormentato che ancora oggi sono gioia per gli occhi.

 

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Durante il ciclo di storie di “Son of Man”, il nostro John si rivolge direttamente a noi lettori come se sapesse benissimo chi siamo e cosa stiamo facendo (cioè leggere le sue avventure)… che sia un incantesimo? Di certo, funziona benissimo.

 

 

 

Joker

Beh, se non ci pensa il Joker a spiazzare il lettore parlandogli direttamente, voltando pagina da solo o spostando i suoi balloon all’interno della pagina, chi altri dovrebbe farlo?

A più riprese il Clown Principe del Crimine ha dimostrato – in storia più o meno serie – la propria follia giocando con le aspettative dello spettatore e rompendo direttamente il “patto di credibilità” del fumetto.

 

joker

 

Lui sa di essere dentro una gabbia di vignette… ma tanto è pazzo, quindi vale la pena giocarsela fino in fondo!

 

 

 

Lobo

Non citare Lobo se parliamo di Deadpool sarebbe un delitto. I due sono praticamente le mine vaganti dei rispettivi universi fumettistici.

L’ultimo Czarniano ha un rapporto tutto speciale con i suoi lettori, è praticamente un personaggio sui generis e, per i suoi fan, è più un compagnone con cui prendere una sbronza che un protagonista da seguire nelle sue (dis)avventure sopra le righe e sboccate.

 

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Lobo ci parla, ci ammicca e ci manda bellamente affanculo se gli va. Beh, mica gli basta essere immortale, forte quanto (e forse più di) Superman e capace di sopravvivere nello spazio.

 

 

 

Loki

Il dio asgardiano della menzogna e dell’inganno è solitamente sobrio nei modi e nei toni, per quanto beffardo e spietato sia.

 

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Ogni tanto però ci regala delle perle di rara bellezza, tipo quando zittisce il “narratore” della storia portandosi via le didascalie o chiede direttamente ai lettori di scrivere delle fanficion con un destino più soddisfacente per il suo personaggio (!!!)

 

 

She-Hulk

Non so se ti piacciono le ragazze muscolose, ma She-Hulk è assolutamente adorabile e irresistibile (anche perché, vai tu a dirle di no?)

La ragazza dalla pelle verde e il caratterino pepato è stata protagonista di alcuni gustosissimi episodi di rottura della quarta parete: e spesso se la prendeva proprio con i suoi autori!

 

 

Mai sfidare una ragazza che, prima ancora di avere la capacità di sollevare 100 tonnellate, ha un cervello notevole e un animo combattivo: ah, ed è pure avvocato.

 

 

 

Gli Albori…

Ovviamente l’auto-consapevolezza dei personaggi e il giocare degli autori con i limiti delle forme espressive di carta e d’animazione non è prerogativa dei tempi moderni.

Già nel 1943 si gridava dalla copertina di “Adventure Comics”:

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Nessuno lasci questa rivista! È stato commesso un crimine!

 

Ingenua mossa di marketing per attirare lettori o genialata?

Poco importa, perchè il risultato è di rara potenza.

Così come i folli autori della Warner Bros che, esattamente dieci anni dopo (1953), calano Daffy Duck in un episodio che porta agli estremi il gioco della realizzazione dei cartoon…

“Ehi, who’s in charge here?”

http://www.dailymotion.com/video/x2j6pt1

 

 

Concludiamo la piccola carrellata di opere che hanno interpellato direttamente il lettore dimostrando di “sapere di essere opere”:

 

Buffy l’ammazzavampiri

Beh, se l’autore risponde al nome di Joss Whedon devi aspettarti di tutto. E Buffy, non per prima ma di certo in modo più clamoroso, è stata la serie che ha portato i meta-riferimenti e le citazioni alla cultura pop, generi narrativi inclusi,

Quando gli autori della tv sono cresciuti con la tv, e quando l’horror si unisce al teen-movie, può succedere questo ed altro.

Punto-limite, il famoso episodio del musical dove, oltre alla consapevolezza di essere “costretti” a cantare, i protagonisti svelano pure i meccanismi del cinema di paura.

 

 

 

Community

La serie più geniale e intrisa di pop-culture degli ultimi anni ha al suo interno il nerd supremo della destrutturazione narrativa: Abed Nadir, l’amico che all’interno di una serie tv ti fa notare quando succedono cose tipiche delle serie tv.

Ma anche stereotipi del cinema, comportamenti classici di personaggi scritti come funzioni narrative, coincidenze che fanno andare avanti le storie, etc…

Insomma, lo spettatore sa benissimo di vedere una comedy consapevole di essere una comedy che omaggia cinquant’anni di serie tv e altri prodotti d’intrattenimento… e se la gode alla grande.

Vedere per credere (se non l’hai fatto, recupera Community SUBITO!)

 

NBC Photo: Mitchell Haaseth

NBC Photo: Mitchell Haaseth

 

Avevo intenzione di non citare il cinema, ma so che magari sei curioso di sapere qualche titolo di film dove sono presenti notevoli episodi di auto-consapevolezza e che chiamano in causa lo spettatore.

Cito, in ordine sparso: Fino all’ultimo respiro, Fight Club, Funny Games, Balle Spaziali, 007 Al Servizio Segreto di Sua Maestà, Io e Annie, La Montagna Sacra, Una pazza Giornata di Vacanza… e, interi esempi di meta-narrazione, The Truman Show e quello che ha dato il titolo all’articolo, Vero Come La Finzione.

 

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Deadpool arriva nei cinema italiani dal 18 febbraio, scopri tutto su Deadpool sul nostro hub dedicato leganerd.com/deadpool

 

In testa e in cover: Deadpool by Arian-Noveir

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