Esistono persone in grado di far perdere persino una guerra alla propria madrepatria per denaro? E non parliamo di semplici Mercenari, parliamo di vere e proprie carogne!

Siamo in una calda giornata di Agosto del 1935. Qui nove valorosi uomini, provenienti da vari Stati Europei si riunirono a Londra per formare la F.I.G.A.; essi hanno sempre pensato che come acronimo fosse davvero pessimo, ma per il nome ne valeva assolutamente la pena.

Qual è lo scopo di questi audaci uomini? Semplicemente, vengono chiamati da uno Stato qualsiasi – quasi sempre europeo – per svolgere missioni pericolosissime, e sono lautamente pagati una volta terminato il lavoro; sarebbero capaci persino di svolgere missioni contro la propria patria, pur di avere il denaro!

Ma vediamo di conoscerli meglio:

  • Götz Zimmermann di Ulm, detto lo Spadaccino. Nato a Ulm (Germania) nel 1914, fiero oppositore del Nazismo e abile spadaccino; tuttavia un giorno, mentre era ubriaco, si è inconsciamente tatuato una svastica storta nel collo.
  • Abbondanzio Zilio, detto il Bombarolo. Nato a Ravenna (Italia) nel 1916, ha sempre pensato che per ottenere migliori risultati nelle missioni bisognasse ricorrere alle bombe; gli mancano entrambe le mani, perse durante lo scontro con un membro del KKK.
  • Yago Aguilar, detto il Marinaio. Nato a Cordova (Spagna) nel 1909, viene chiamato così a causa della sua passione per le barche e per la vita da lupo di mare; ha un occhio di vetro e fuma sempre la pipa; possiede anche una Barca, che si porta sempre durante le missioni.
  • Nikolaj Jørgensen, detto il Piromane. Nato a Tårnby (Danimarca) nel 1913, gli piace semplicemente bruciare cose ed è in perenne scontro con Abbondanzio; è inoltre amico di Lars Ulrich.
  • Christoph Fuchs, detto il Demonio. Nato a Graz (Austria) nel 1929, è una persona davvero malvagia. Adora rubare farmaci nelle Farmacie per sottrarli ai bisognosi, bestemmiare in Chiesa, defecare per strada, stuprare bambine o rapire anziani.
  • Francesco Scorzelli, detto il Santo. Nato a Piazza San Pietro (Città del Vaticano) nel 1939, è un diretto discendente di Mastro Titta. È anche una persona molto religiosa e cattolica, tanto che si porta sempre la Bibbia con sè.
  • Håvard Harstad, detto il Cecchino. Nato a Stavander (Norvegia) nel 1937, nonostante sia in una sedia a rotelle, cieco e sordomuto, è il più abile cecchino della storia e riesce a colpire una mosca persino a 10 km di distanza; nessuno ha mai capito come fa.

 

Membri deceduti, ritirati o altro:

  • Nils Sjögren, detto il Biondo. Nato a Sundsvall (Svezia) nel 1917, è quello bello del gruppo e somiglia molto a Clint Eastwood; nonostante ciò, molte fonti sostengono che egli sia gay. [Ucciso durante un assalto alla Base Nazista 211 nel 1944]
  • Lenderd Dumont, detto il Nano o il Nerd. Nato a Bruxelles (Belgio) nel 1912, è alto circa 1,40m al contrario del suo collega Francese; è anche il nerd della situazione. [Ritiratosi dalla F.I.G.A. nel 1956]
  • Hippolytus Toles, detto l’Ellenico. Nato a Sparta (Grecia) nel 1914, è tristemente conosciuto nel gruppo a causa delle sue battute poco divertenti. [Ucciso da George nel 1958 perché era stanco dei suoi comportamenti]
  • Conrad Renard, detto la Collina. Nato ad Amboise (Francia) nel 1910, è chiamato così a causa della sua potenza e della sua stazza. [Ritiratosi dalla F.I.G.A. nel 1958]
  • George Jones, detto lo Scozzese. Nato a Londra (Inghilterra) nel 1915, nessuno sa perché venga chiamato così dal resto della squadra; è il Capitano della F.I.G.A. ma è anche piuttosto freddo e distaccato; ha una cicatrice nell’occhio destro; la sua arma preferita è lo Sten. [Partito per una missione segreta in Russia, non si sa se è ancora vivo né quando tornerà]

I loro nomi sono abbastanza difficili da pronunciare, ma quello che faranno sarà certamente fuori dal comune!

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Le Avventure della F.I.G.A. – 1960, Quando il prezzo si fa interessante…

Dopo cinque mesi dalla partenza di George, i restanti quattro membri del gruppo cominciarono ad arruolare nuovi uomini. E quale miglior modo per arruolarli, se non con un Torneo di Freccette?

A quel torneo parteciparono circa in cinquanta. In finale, però, rimasero soltanto tre; l’ultima partita durò ben 83 ore di seguito fino a quando Götz, stanco, decise di arruolarli tutti e tre. Uno di loro era un cattolico, l’altro era una persona malvagia e l’altro ancora era… Un sordomuto, cieco e sulla sedia a rotelle. All’inizio del Torneo nessuno credeva che potesse vincere, e invece ha totalizzato più punti di tutti; negli ultimi due anni si è inoltre rivelato un ottimo cecchino, capace addirittura di colpire una mosca a 10km di distanza col suo fucile, nonostante sia cieco! Pazzesco, c’era da rimanere davvero soddisfatti delle new entry. Adesso, nel pieno delle tensioni a Cuba, la F.I.G.A. era di nuovo pronta a tornare in azione!

– Bene, compagni! – esclamò Götz seduto nel tavolo delle riunioni; negli ultimi tempi era cambiato parecchio: oltre a diventare il capo temporaneo della F.I.G.A., si coprì la svastica storta che aveva sul collo rimpiazzandola con il tatuaggio di una margherita colorata, scaturendo lo scherno da parte di tutti i suoi conoscenti. – Ieri sera mi è arrivata una lettera da parte del Presidente della Francia, Charles de Gaulle; in poche parole, il nostro Charles è andato a cena col famoso Fidel Castro tempo fa, ma questo si è comportato in modo davvero maleducato con il nostro Charles. Così, dobbiamo rapire il Primo Ministro Cubano e imporgli di chiedere scusa al nostro Charles! Se ci riusciamo, riceveremo 100.000 franchi in totale! –
– Ah! E cos’ha fatto questo Fidel Castrato per essere così maleducato? – domandò Christoph, fumando il sigaro e sputando per terra (come solo un vero cattivo sa fare).
– Si è dimenticato di dire “arrivederci” prima di andarsene. –
– Ottimo! – esclamò Abbondanzio sorseggiando del vino. Anche l’italiano era cambiato nei due anni senza George, poiché adesso era diventato molto più saggio e cauto.
Francesco tentava di spiegare la faccenda ad Håvard tramite il Braille, visto che quest’ultimo non poteva capirlo in altre maniere. Appena ebbe finito, il Norvegese batté il pugno al tavolo come per dire “Ci sono!”.
– Perfetto! Possiamo partire domani. Yago, la tua barca è pronta? – domandò il tedesco.
Madre de Dios, mi dispiace ma non posso! Gli si è rotta un’ala la settimana scorsa mentre andava a fare visita a dei suoi parenti, in Spagna. – spiegò Yago con amarezza. Scese persino una piccola lacrima dal suo occhio di vetro.
– Partiremo con uno dei nostri aerei privati, allora, sperando che nessuno ci disturbi… –

Fu presto mattina.
Il viaggio verso Cuba trascorse tranquillo. Ma, appena arrivati sopra i confini dell’Isola…
BOOM!
All’improvviso un razzo colpì l’aereo della F.I.G.A.!
– Che succede?! Che succede?! – domandò Nikolaj spaventato, che aveva battuto la testa e gli sanguinava.
Ci hanno colpito! Qualcuno ci ha fatto esplodere la parte posteriore dell’aereo… Stiamo precipitando!! –
Ci furono alcuni attimi di terrore: l’aereo stava scendendo in picchiata ad altissima velocità. Dopo cominciò a roteare e, in pochissimi secondi, si schiantò nel cuore della Foresta Pluviale Cubana!
Silenzio.
Götz uscì per primo dall’aereo in fiamme, cominciando a soccorrere coloro che erano feriti o svenuti. Appena furono tutti fuori, fecero il punto della situazione.
– Ci ha colpito un RPG-7 Sovietico… – spiegò Christoph mentre calcolava i danni. – Qualcuno non voleva farci atterrare su quest’isola… Chi è stato?! –
– Io conosco la risposta! – gridò un individuo che apparve dal nulla. Tutti si voltarono verso di lui.
Era un ragazzo biondo, con i capelli ricci e lunghi. Aveva un po’ di barbetta sul mento, gli occhi verdi ed era vestito con una canotta nera. Portava una fascia rappresentante la bandiera dell’Unione Sovietica sul bicipite destro.
– E tu chi sei? – domandò Götz puntandogli la sua nuova spada (che si era fatto forgiare subito dopo la distruzione della sua vecchia Katana nel 1944).
– Sono colui che vi ha fatto schiantare l’aereo! – rispose quell’uomo ridendo e mostrando il lanciarazzi che aveva nascosto dietro la schiena.
Tutti assunsero la posizione di difesa.
– Sei un Russo. –
– Errato. Sono un Polacco, ma lavoro per l’Unione Sovietica. –
– Qual è il tuo nome, folle?! –
– Il mio nome non importa… È il tuo che importa, sig. Zimmermann! Io sono un semplice Cacciatore di Taglie e c’è un certo Gran Generale Gorkij che vuole la tua testa in cambio di un sacco di soldi. –
Ci fu un po’ di imbarazzo nell’aria, poi tutti si misero a ridere.
– Okay, ragazzi, schiacciamo questo brutto verme e facciamola finita! – esclamò Götz.
– Povero illuso… –
Il Cacciatore di Taglie lanciò una granata soporifera e, in otto secondi esatti, tutti i membri della F.I.G.A. si addormentarono dietro la risata malefica del nemico.

Si risvegliarono dopo un po’ di tempo.
– State bene, compagni?! – domandò Götz.
– Sì! – rispose Yago. – Da quanto tempo dormivamo? –
Götz guardò l’orologio: – Cinque ore! –
– Quel marrano del Cacciatore di Taglie è scappato! – ribatté Francesco, facendo attenzione a non dire parolacce.
– Aspettate, c’è una cosa che non capisco… – disse Abbondanzio – Perché Götz è ancora fra noi? Perché quell’uomo è fuggito pur avendo l’opportunità di catturare la sua taglia o di ucciderci, visto che eravamo svenuti? E chi è questo Gorkij?! –
– Non so cosa sta succedendo – disse Götz – Ma una cosa è certa: bisogna inseguire quel pazzo! –
– E se fosse una trappola? Se lui ci ha lasciati vivi proprio per permetterci di inseguirlo? –
– Vuol dire che faremo scattare la trappola. Christoph, prendi la Mappa di Cuba! –
L’Austriaco portò la Mappa.
– Bene. Abbiamo ben cinque ore di distacco dal nostro nemico, se vogliamo prenderlo bisognerà seguire le sue tracce attraverso la Foresta… In marcia, uomini! –
Cominciarono a incamminarsi. L’inseguimento fu davvero duro per alcuni, come Nikolaj, che si fermò dopo i primi cento metri perché gli si era riaperta la ferita alla testa e bisognava tamponarla. Yago, che era ancora triste per la sua barca, rimase col Danese ad accudirlo.
Tramite le tracce e le impronte, Götz e Abbondanzio capirono che avevano già recuperato un’ora dall’obbiettivo. Sfortunatamente, però, era arrivata la sera ed era pericoloso incamminarsi col buio nel cuore di Cuba.
Improvvisamente apparve da un cespuglio un branco di Irlandesi ubriachi e selvatici che correvano imbizzarriti.
Ad un cenno di Francesco, Håvard ne abbatté ben tre in un sol secondo.
– Bene! – esclamò Götz – Abbiamo la cena per stasera! –
Preparato un fuoco, i cinque mangiarono a sazietà e si riposarono.
Si risvegliarono poco prima dell’alba, continuando la marcia. Christoph stava facendo pipì in un formicaio.
– Ahr, ahr! Guarda come scappano quelle piccole bestie! – rise indicando le formiche.
– Non sono bestie, sono creature di Dio! – rispose Francesco, che ricevette un pugno da parte del cattivissimo Austriaco. Nel cadere per terra, il Santo si prese una brutta storta.
– Maledetto te! Adesso non posso più seguire perché vi rallenterei… – disse.
– Ahr, ahr! Hai detto bene! Mi occuperò io di quell’orbo muto di Håvard, tranquillo. – rispose Christoph.
– Satana, prova a fare un’altra stronzata del genere e giuro che passerai un brutto quarto d’ora. – disse Abbondanzio.
Adesso erano rimasti in quattro, ma sempre più vicini al nemico.
Si fece mezzogiorno.
– Diamine… Queste tracce sono troppo chiare, troppo semplici da seguire. – pensò Abbondanzio – Questo Cacciatore di Taglie vuole che lo seguiamo… Ma a che scopo?! –
– Non abbiamo altra scelta se non seguirlo, e lo sai. – esclamò Götz.
Continuarono la marcia fino a sera, avendo anche spiacevoli incontri con piccoli caimani affamati mentre si cibavano.
Il giorno successivo recuperarono ancora più terreno: arrivati quasi al tramonto, il Cacciatore di Taglie ormai era distante circa mezz’ora da loro.
– Io e Abbondanzio andiamo in avanscoperta. Voi due restate qui e non muovetevi. –
– Bah… Io torno indietro! Sono quasi tre giorni che inseguiamo questo pazzo. Mi sono stancato, continuate voi da soli! – gridò Christoph.
– Satana, siamo quasi arrivati. Non andartene, ci servirà il tuo aiuto contro quel Cacciatore di Taglie! –
Christoph non lo ascoltò e tornò indietro, lasciando Håvard da solo nella sedia a rotelle. Probabilmente, dietro quel carattere scontroso e malvagio, si nascondeva un’altra verità: l’Austriaco aveva paura di affrontare il nemico e non farcela.
Adesso, erano rimasti solamente in tre. Sarebbero riusciti Götz, Abbondanzio e Håvard a raggiungere e sconfiggere quel nemico misterioso?

– Håvard, tu rimani qua e non andartene, mi raccomando. Io e il Bombarolo andiamo a guardare avanti. – riferì Götz.
– Ehi, ricordati che non può sentirti perché è sordo… – ricordò Abbondanzio imbarazzato.
– Ah, già. –
Passò mezz’ora, l’ultima mezz’ora di marcia; fine dell’inseguimento: erano arrivati, le tracce si erano interrotte.
– Lui è qui. Si è nascosto, siamo vicinissimi… – disse Götz, poi gridò alcune parole in tedesco.
All’improvviso sbucò da dietro un albero, un losco figuro: era proprio il Cacciatore di Taglie… E rideva!
– Ehehe! Checkpoint, luridi pezzi di merda! – esclamò il nemico.
– Arrenditi. Siamo in due contro uno, non puoi vincere. – intimò lo Spadaccino con uno sguardo ostile.
– Sì, ma voi avete solo una Spada e una Pistola… Io ho le tasche piene di armi!! –
Fu così che il nemico uscì dalla tasca una frusta e colpì Abbondanzio in faccia, facendogli sanguinare la guancia. L’Italiano tentò di sparargli, ma venne ancora frustato nella mano (anche se vi ricordo che Abbondanzio non ha mani) facendogli cadere la pistola, e si gettò a terra dolorante.
Götz venne bloccato dalla frusta, ma grazie alla sua Katana si liberò dalla morsa e la tagliò.
– Round 2! –
Il Cacciatore di Taglie Polacco uscì dalle tasche una scorta coltelli affilatissimi e li lanciò contro i due avversari. Vennero schivati tutti, non senza ferite. Götz ne uscì quasi affettato e ci mancava poco che morisse dissanguato.
Abbondanzio cercò di saltargli addosso, ma fallì miseramente ferendosi alla spalla.
– Se solo avessi con me le mie bombe..! – imprecò egli.
– A proposito di bombe… Che ne dite di giocare un po’ con un Lanciagranate? – domandò sarcasticamente il nemico.
– Tu sei un pazzo!! –
Per quasi un quarto d’ora, i due membri della F.I.G.A. non riuscirono ad avvicinarsi nemmeno di 10m al Polacco per via del Lanciagranate: erano esausti. C’erano così tante esplosioni che sembrava un Inferno.
Il chiarore del Crepuscolo cominciava a scemare.
– Non possiamo continuare ad affrontarlo così… – disse Götz appoggiandosi al compagno.
– Io invece ho un brutto presentimento… Lui non cerca di ucciderci, ma soltanto di ferirci! Sembra che stia temporeggiando! –
– Non importa. Appena deve ricaricare il Lanciagranate lo assaliamo insieme! 1… 2… 3! –
I nostri due eroi attaccarono il nemico con le loro ultime forze, uno da un lato e uno dall’altro, ma questo era troppo veloce e riuscì a schivare quasi ogni colpo. Appena si fermarono, il Cacciatore di Taglie si tolse una scarpa. I nostri lo guardarono incuriositi, ma preoccupati.
Infatti, stava per sfoderare le sue ultime carte: questa volta uscì dalla tasca non uno, non due… Ma ben tre Bazooka americani! Due li teneva con le mani e uno col piede nudo, stando così in equilibrio solo su una gamba.
– È finita, membri della F.I.G.A… Game Over! Vi tengo in pugno. –
– Perché non ci fai saltare in aria e basta?! – disse Abbondanzio.
Ci furono attimi di sguardi, poi finalmente il Cacciatore di Taglie rivelò i suoi piani.
– Il Gran Generale Gorkij mi aveva ingaggiato per consegnare a lui la tua testa, Spadaccino. Avrei ricevuto ben 70.000 руб (Rubli, ndr)! Ma, proprio due minuti dopo, mi arrivò una telefonata da… Fidel Castro! –
– Maledetto Castro! –
– Il buon Fidel mi disse che era disposto a darmi addirittura il doppio di quando offerto da Gorkij… Per averti, però, vivo! E mi avrebbe dato anche un bonus se ti avessi consegnato a lui in un luogo prestabilito: cioè QUI! –
– Era una trappola, lo sapevo! – gridò Abbondanzio.
– Adesso state buoni. Fidel sarà qui fra pochi istanti. Se tenterete di scappare, non esiterò a farvi stare… zitti. –
– Ma chi è questo Gran Generale Gorkij?! – domandò Götz.

Proprio in quel momento cruciale, un proiettile colpì il Cacciatore di Taglie al petto, facendolo cadere a terra in un bagno di sangue: era stato proprio Håvard, che aveva sentito delle vibrazioni nell’aria ed era accorso in aiuto ai due combattenti!
– Grazie, Cecchino! – esclamò Götz.
– Non può sentirti… – ricordò nuovamente Abbondanzio.
– Ah, già. –
Ad ogni modo, il Tedesco corse verso il corpo esanime del Polacco.
– Forza, rispondi alla mia domanda prima di morire! –
– Ah… M-Morirete tutti… L’Unione So… Sovietica vincerà! Il Fuoco Nero… I-Il Fuoco Nero… Morirete… Tutti per mano del F-Fuoco… Nero! A-Abbiate p-paura, morirete… tutti… Morirete… –
Il Cacciatore di Taglie morì.
La missione per la Francia e le scuse di Fidel Castro a Charles erano passate in secondo piano, adesso c’erano altre priorità.
Che cos’è il Fuoco Nero? Chi è Gorkij? E che fine ha fatto George?

Epilogo

Il corpo del sicario Sovietico era lì, a terra. George lo aveva ucciso con 33 pugnalate, tutte in punti non mortali (tranne le ultime due, al cuore) per farlo soffrire di più. A quanto pare, l’Unione Sovietica sapeva della sua missione e aveva cominciato a inviargli degli assassini specializzati. Finora, lo Scozzese aveva cambiato residenza ogni 18/19 ore, ma a quanto pare non bastava: erano comunque riusciti a trovarlo. Probabilmente, per non farsi prendere, avrebbe dovuto cominciare a dormire di meno e a farlo per strada…

Mentre osservava il sicario morto e lucidava il suo Sten, George pensava a quanto fosse stato appagante vederlo sanguinare e gridare. Ma anche divertente. Si rese conto di quanto stesse diventando sadico… E gli piacque ciò.

FINE 1960

Nella prossima puntata: Le Avventure della F.I.G.A. – 1967.

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