Il pedale premuto sul futuro

il pedale premuto sul futuro

Questo è un #amarcord strano: solitamente usiamo questo tag per raccontare dei “vecchi” tempi di internet e della tecnologia… quindici, venti o trenta anni fa, secoli tecnologicamente parlando. Ma oggi torniamo indietro di soli sette anni, al 2007.

Dopo mesi di rumors passati a fantasticare su se e come Apple sarebbe davvero entrata nel mondo della “telefonia”, su come sarebbe stato il nuovo “iPhone” e infiniti articoli scritti praticamente sul nulla e commenti (davvero ridicoli se riletti oggi) dei massimi esponenti dei vari campi tecnologici coinvolti, l’8 gennaio 2007 Steve Jobs saliva sul palco e presentava un “prodotto rivoluzionario”.

Anzi tre. Anzi uno.

 

Every once in a while, a revolutionary product comes along that changes everything.

 

Riguardare oggi la presentazione del primo iPhone è impressionante.

Riguardare oggi la presentazione del primo iPhone è impressionante. Ricordo quel giorno molto bene, eravamo tutti collegati ai soliti siti per il live blog di rito e quando lo abbiamo visto il commento più comune è stato “cosa diavolo è questa roba”. Non ci piaceva, non eravamo abituati a quell’estetica e nessuno aveva davvero capito la potenzialità di quello schermo gigante, del touchscreen, del wi-fi… e di tutto quello che è arrivato, a velocità impressionante, nei mesi ed anni successivi.

Ora tutti gli hater in ascolto staranno giù mugugnando cazzate tra se e se, c’è chi blatera tirando fuori l’LG Prada, annunciato un mese prima e c’è chi proprio non ha memoria o è semplicemente ignorante in materia e tira fuori le solite cose su quanto spacca Google e quanto fa cagare l’iPhone.

Questo non è un post sull’iPhone: i tempi sono cambiati, tanto, e questo è un post su come, solo 7/8 anni fa, tutto è cambiato.

La presentazione dell’iPhone è stata solo la punta dell’iceberg. Il web stava già cambiando a velocità impressionante.

Facebook esisteva dal 2004, ma è nel 2006-2008 che ha cominciato a crescere davvero in tutto il mondo e a diventare quello che è oggi:

In Italia si è registrato un boom di presenze nel 2008: nel mese di agosto si sono contate oltre un milione e trecentomila visite, con un incremento sull’anno prima del 961%

via

Twitter ha una tempistica simile. Come del resto tutto quello che chiamiamo “web 2.0”, che si, è partito un po’ prima, ma è proprio sul finire degli anni duemila (come si dice? gli anni zero?) che la tecnologia in generale ha impresso un’accelerazione senza precedenti, tenendo

il pedale premuto sul futuro.

Gli smartphone si sono evoluti ad una velocità impressionante, come impressionante è stata l’ampiezza degli ambiti in cui hanno cambiato per sempre le nostre abitudini.

Nel 2008 mi sono comprato dall’Inghilterra il primo iPhone: sembravo un alieno. Non esistevano abbonamenti con traffico internet (o costavano davvero troppo) e ricordo che alla fine lo usavo come un grosso iPod e un telefono scomodo.

Certo, potevo collegarmi ad internet, ma alla fine se c’era una Wi-Fi, ai tempi, voleva dire che ero in ufficio o a casa, quindi tanto valeva usare un computer con un monitor decente.

L’iPhone era per i miei amici un modo per prendermi per il culo: La maggior parte sfoggiava un Nokia N95 che faceva foto migliori, era più veloce, più comodo, più leggero, aveva il copia e incolla

L’iPhone non aveva un app store. Non aveva proprio app a parte quelle preinstallate e le web-app… che però senza web servivano a poco.

Oltretutto per farlo andare serviva fare obbligatoriamente il jailbreak e l’unlock, perché erano tutti device legati ad operatori esteri: non era ancora disponibile in Italia.

Sembra di parlare di vent’anni fa. Ne sono passati poco più di cinque.

Ricordo che tra le cose più fighe che potevo fare era usare un’app compatibile con Wikipedia, in cui caricare in locale tutta Wikipedia, (senza immagini, solo testo) in modo tale da poter fare ricerche quando mi pareva… al bar era la svolta: ad ogni discussione potevo verificare su Wikipedia se stavamo dicendo cazzate o no.

Sembra di parlare di vent’anni fa. Ne sono passati poco più di cinque.

L’intero mercato della telefonia è cambiato totalmente negli ultimi cinque anni. Blackberry? ciao. Palm? chiusa. Nokia? comprata da Microsoft per due spicci. Sono già fin troppe famose le frasi di certi C-level all’epoca che ci raccontavano di come il mercato fosse in mano loro, che non c’era spazio per nuovi player e tanto meno per nuove innovazioni.

Lo smartphone, questo nuovo device che quasi tutti abbiamo oggi in tasca ha cambiato le nostre abitudini, il nostro modo di usare la rete, di giocare, di relazionarci con gli altri.

Non ha rivoluzionato solo l’industria della telefonia, ma molto, molto di più.

E si continua a spingere sul pedale.

La robotica è uno dei prossimi settori che esploderanno sicuramente nei prossimi anni, ma non serve andare troppo avanti nel tempo per vedere come già oggi stiamo vivendo quello che solo pochissimi anni fa consideravamo pura fantascienza.

Poter prendere una macchina del tempo e tornare indietro di soli dieci anni.

L’ho già scritto tante volte, ma lo ripeto: avete mai pensato di poter prendere una macchina del tempo e tornare indietro di soli dieci anni, diciamo al 2002? Ecco, provate a pensare di portarvi dietro il vostro Nexus 5 e di mostrarlo in giro. Follia.

Apple ha smesso di innovare da un po’ (maledetto Cim Took), ma ha fatto scattare una scintilla incredibile che ha acceso il fuoco della spinta tecnologica in tantissime altre realtà, grandi e piccole, Google in primis.

Questa settimana al cinema potete vedere Lei, (o #Her, nel suo titolo inglese) il film di Spike Jonze, una bella storia d’amore che ci mostra semplicemente quello che succederà tra pochissimi anni.

L’assistente virtuale nel film (o “sistema operativo” come lo chiamano) è una semplice evoluzione di quello che già in parte abbiamo.

Pensate a cosa avremo in mano tra altri cinque anni.

Certo, potremmo disquisire sulla qualità del parlato e sulla velocità di elaborazione, ma sappiamo benissimo tutti che ci arriveremo e pure in poco tempo: pensate a cosa avremo in mano tra altri cinque anni.

Batterie che si ricaricano in pochi minuti e che durano settimane grazie al #Grafene (everything is better with grafene!) senza contare ai nuovi materiali che stanno per arrivare (il liquid metal per dirne uno) e non entriamo nella questione “wearables”: quest’anno sarà l’anno degli aggeggi inutili da mettere al polso, al collo, sul naso, al dito…

Scrivo inutili perché per ora, tranne qualche roba very fitness, di vera utilità ne ho vista poca, ma è chiaro che questo sarà il primo passo per arrivare a farsi implantare aggeggi nel corpo.

Occhio cibernetico che scatta foto anyone?

Quello che abbiamo immaginato giocando a Cyberpunk 2.0.2.0 diventerà realtà per davvero. Fino ad una decina di anni fa pensavamo di dover aspettare ancora tanti decenni e invece quel “2020” non sembra oggi così folle vero?

Persino i viaggi nello spazio sembrano più vicini e possibili grazie a progetti privati come Virgin Galactic o SpaceX… e se siete sfondi di soldi già oggi potete, da privato, farvi una passeggiata nello spazio.

Tra venti anni (venti! praticamente secoli tecnologicamente parlando oggi) avremo tutti un robot in casa che ci fa le pulizie e cucina. I “vecchi” come noi avranno probabilmente ancora uno smartphone in tasca, i “giovani” se lo faranno implantare come oggi ci si fa mettere un orecchino o ci si fa un tatuaggio.

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E sapete qual’è la figata più grossa di tutta questa storia? che tra vent’anni sarò ancora vivo (Skynet permettendo… /me grabs balls) e avrò vissuto tutta questa incredible evoluzione tecnologica.

Ogni volta che ci penso godo.

Ogni volta che ci penso godo. Questa volta invece che fantasticare e basta ci ho vagheggiato un po’ con voi scrivendo.

 

Voi ci pensate mai? Quali sono le innovazioni che aspettate di più e quelle che pensate arriveranno prima nelle nostre mani nei prossimi cinque anni?

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