Apple, l’iPhone e il fattore “s”

Anche l’ultimo evento di presentazione Apple è passato e molti nerd e analisti in giro per il mondo sono delusi. Tutti si aspettavano il Santo iPhone 5, con magari un iPhone 4 potenziato.. e invece la Apple ha presentato un iPhone 4s, cambiando processore, camera e poco altro di veramente significativo.

Esattamente come aveva fatto due anni fa nel passaggio da iPhone 3G a iPhone 3Gs.

Samsung, HTC e gli altri concorrenti di Apple lo fanno di continuo: nuovo processore, nuova camera, qualche minchiatella.. nuovo design e via, nuovo telefono. Ma da Apple ci si aspetta sempre che faccia il miracolo, che rivoluzioni il mondo conosciuto. Ma Apple lo fa ogni due anni a quanto pare e questo delude molti.

Ma come si spiega questa strategia di Apple? marketing at it’s finest guys.

L’iPhone è un’icona

Cambiare il design di un’icona è un suicidio.
Parliamoci chiaro, piaccia o non piaccia, l’iPhone è un’icona. La sua estetica, la sua forma. Se hai un iPhone in mano, tutti o quasi sapranno che si tratta di un iPhone. Non solo per quella mela sul retro, no. Perché di iPhone, in cinque anni, ne sono usciti fondamentalmente solo 3.

Cambiare il design di un’icona è un suicidio, lo insegnano al primo anno di marketing dello status symbol. Apple lo sa. E applica le sue regole. Il design di iPhone può cambiare unicamente ogni due anni, non prima, non dopo.

Il nome poi è importante. Il naming dei prodotti Apple è semplice e diretto. Un unico design per un unico prodotto con un unico nome per ogni segmento di mercato. Cosi si creano delle icone. MacBook, iMac, iPod, iPhone, iPad. Tutte icone. Riconoscibilità.

Il mercato degli accessori

Mantenere lo stesso form factor e tasti/porte poi consente ai produttori di accessori di avere due anni a disposizione per vendere i propri prodotti.

migliaia e migliaia di accessori non sono un caso.
Il fatto che per iPhone esistano così tanti accessori di ogni tipo è dovuto anche e soprattutto a questo punto: non solo iPhone è lo smartphone più venduto, ma assicura una programmazione economica di almeno due anni a chi volesse produrre.

In aggiunta avere lo stesso dock connector da dieci e più anni, in comune con un prodotto di successo come l’iPod, posizionato sempre nello stesso punto… di certo non guasta.

I concorrenti di Apple nel frattempo producono decine di telefoni diversi, li rilasciano ogni pochi mesi, cambiando ogni volta tutto. Chi vorrebbe produrre accessori per quei telefoni?

Il valore dell’usato

I prodotti Apple, si sa, mantengono bene il loro valore. I prodotti Apple di successo come l’iPhone lo mantengono benissimo.

Questo non è dovuto unicamente alla forte richiesta di questi prodotti o al loro valore percepito, ma anche grazie alle politiche di rinnovamento di Apple. Le stesse che applica da sempre e di cui parlo oggi a proposito dell’iPhone. Un solo nome, un solo form factor.

La riconoscibilità del prodotto porta ad attribuire un valore allo stesso a prescindere dal suo valore reale. Per questo quando ho venduto il mio iPhone 3G per passare all’iPhone 4 l’ho venduto su eBay allo stesso prezzo a cui si vendevano gli iPhone 3Gs. Erano uguali, erano iPhone. Chi non se ne intende vuole un iPhone, compra un iPhone, compra la sua forma, il suo logo, non un processore più veloce.

Le mie tasche ringraziano Apple.
Le mie tasche ringraziano Apple anche quest’anno: potrò aspettare un altro anno prima di cambiare smartphone e passare direttamente all’iPhone 5 che verrà presentato il prossimo anno… e vendere il mio iPhone 4 a poco meno dell’iPhone 4s tra un anno, perchè sarà ancora nuovo, sarà ancora l’iPhone.

L’accordo con i carrier

L’iPhone è venduto in tutto il mondo soprattutto in “bundle” con un abbonamento. Abbonamento che fate con i vostri carrier preferiti, che possono quindi “vendervi” l’iPhone a prezzi agevolati (quelli nell’immagine di testa sono i prezzi americani) in cambio di un contratto di due anni che comprende anche minuti di telefonate, sms e traffico internet, fondamentale per usare un iPhone.

Apple questo lo sa e la sua strategia inevitabilmente si deve adattare a questo periodo: se avete fatto lo scorso anno un abbonamento con TIM o 3 o Vodafone per prendere l’iPhone 4, difficilmente vi comprerete oggi un iPhone 5 completamente nuovo, a prezzo intero.

Questa strategia è alla base delle grandi vendite dell’iPhone e di tutti gli altri nuovi smartphone che a prezzo “intero” sarebbero inavvicinabili per l’utente medio. 6/700 euro per un telefono non li vuole più spendere nessuno, io ho preso il mio iPhone 4 “gratis” con l’abbonamento di Tre e farò lo stesso appena mi scade con l’iPhone 5 quando uscirà.

L’abbonamento è diventato imprescindibile nell’economia degli smartphone.

Chi in queste ora parla di fallimento, di Apple in malora… non ha capito un cazzo di Apple. Le borse la puniranno per qualche ora, perderà un po’ di punti e poi tornerà a salire, come sempre, come è già successo ad altre presentazioni “deludenti”.

E chi ci guadagna da tutto questo, voglio sottolinearlo, non è solo Apple, ma anche e soprattutto i suoi acquirenti. Win-Win.

Adesso scusate, ma devo andare a comprare un Galaxy S II. ;)

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