Twitter e la disinformazione: come se la stanno cavando le Community Notes?

L’escalation del conflitto israelo-palestinese ha rimesso al centro del dibattito il problema della disinformazione sui social network. X, cioè Twitter, ha una risorsa in più: le Community Notes, un sistema di fact-checking partecipativo alimentato da una comunità di volontari con background, idee e nazionalità diverse. Ma sono davvero uno strumento efficace?

Alcuni articoli usciti su Wired USA e NBC News sembrano suggerire che le Community Notes, per come funzionano adesso, siano uno strumento tutto fuorché perfetto.

L’incapacità di tenere il ritmo con la mole di disinformazione pubblicata

La redazione di NBC News ha avuto accesso al terminale che viene usato dai volontari per partecipare alle Community Notes, raccogliendo informazioni importanti sul funzionamento del sistema di fact checking partecipativo.

Dal terminale, i giornalisti di NBC News hanno scoperto che diversi post con informazioni fuorvianti o inventate di sana pianta non hanno ricevuto alcuna nota, nonostante siano stati segnalati migliaia di volte e abbiano nel frattempo accumulato centinaia di migliaia di visualizzazioni. In alcuni casi i volontari riescono a raggiungere un consenso su una nota da applicare ad un post con informazioni false, ma questa rimane in attesa di approvazione finale per interi giorni se non addirittura settimane. La correzione di fact-checking, in altre parole, arriva quando ormai è troppo tardi e il tweet è già circolato indisturbato raggiungendo un vasto pubblico.

NBC News ha quindi monitorato due notizie false circolate molto sui social network nei giorni scorsi. Una delle due storie sosteneva che la Casa Bianca avesse approvato in gran segreto un fondo da 8 miliardi di dollari a sostegno della popolazione di Israele, mentre una seconda notizia riportava falsamente che la chiesa ortodossa di San Porfirio fosse stata rasa al suolo da un bombardamento israeliano.

NBC News ha quindi analizzato 120 diversi post che riportavano una delle due notizie false, scoprendo che solamente l’8% di questi era stato corretto da una Community Note. Grazie all’accesso al terminale, i giornalisti hanno scoperto che un altro 28% dei post pubblicati in teoria avrebbe già ricevuto una Community Notes, ma che nessuna delle correzioni proposte ha mai ricevuto l’approvazione finale da parte dello staff di X.

Il problema è ampiamente noto e discusso tra la comunità di volontari che partecipa al programma. “Durante tutto il fine settimana abbiamo lavorato in maniera instancabile a verificare, scrivere e approvare Note della Comunità su centinaia di post che erano chiaramente notizie false”, ha scritto Kim Picazio, uno dei volontari. “Sono passati più di 2 giorni prima che dietro le quinte premessero il pulsante per rendere finalmente tutte le nostre correzioni visibili pubblicamente. A quel punto… conoscete il resto di questa frase.”

Le lotte intestine tra fazioni diverse

Le Community Notes sono uno strumento partecipativo e funzionano in modo simile a Wikipedia, dove è frequente che non tutti gli utenti esperti siano d’accordo su come modificare una certa voce enciclopedica.

Elon Musk ha più volte spiegato che una delle priorità di X è assicurarsi che il team di volontari che partecipa al programma sia composto da persone con orientamenti politici, fedi religiose e nazionalità differenti, in maniera tale da evitare che il sistema di fact-checking non sia imparziale.

Tuttavia, questo approccio avrebbe fatto sì che all’interno del programma si creassero delle fazioni opposte, spesso in lotta tra di loro. Secondo un’inchiesta dell’edizione statunitense di Wired, alcuni Paesi autoritari come la Russia avrebbero già imparato ad usare le Community Notes come strumento di propaganda.

“Capisco perché questa iniziativa esista, ma non fa nulla di simile a ciò che dicono che dovrebbe fare”, ha spiegato a Wired un collaboratore che partecipa alle Community Notes di Twitter.  “È soggetto a manipolazioni ed è un sistema troppo lento e farraginoso. Non ha una vera utilità, anzi, penso che stia probabilmente contribuendo a peggiorare il problema della disinformazione“.

Lo stesso utente intervistato da Wired ha raccontato di far parte di un gruppo di 25 simpatizzanti della NATO, l’alleanza atlantica occidentale,  che ogni giorno si coordinano attivamente per manipolare le note della comunità, in modo tale da contrastare la propaganda russa.

Ma a questo gioco – quello di coordinarsi di nascosto per cercare di manipolare il fact-checking – non partecipano solo i simpatizzanti delle democrazie occidentali. Secondo Wired, lo stesso governo russo avrebbe infiltrato la comunità di volontari, in maniera tale da poter bocciare in massa le proposte di correzioni che rischiano di mettere in imbarazzo gli account controllati dalle ambasciate russe o dal Cremlino stesso.

Un altro utente ha invece confessato a Wired di star partecipando al programma di fact-checking con due account diversi. Insomma, una sola persona ha il potere di votare per due, e chissà quanti altri utenti stanno usando lo stesso trucco.

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