Da Paranormal Activity a Get Out: i successi di Jason Blum

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Eccentrico, coraggioso e vincente. Jason Blum è la spina nel fianco di Hollywood. Un uomo che ha costruito un impero spendendo poco e garantendo sempre qualità. Adesso arriva al cinema Scappa – Get Out, già un successo al botteghino internazionale. Ma qual è il segreto di questo produttore?

Jason Blum è una figura molto particolare. Un produttore che si è spinto oltre ogni limite, accettando qualsiasi tipo di rischio e conquistando sempre, nel bene o nel male, il botteghino mondiale.

Jason Blum, l’uomo dei miracoli o il Re Mida del cinema.

Possiamo chiamarlo l’uomo dei miracoli o il Re Mida del cinema. Jason Blum è quella persona che con un budget di soli 15 mila dollari può farti guadagnare oltre 200 milioni di dollari!

Inutile negarlo, non tutto quello che è uscito dalla Blumhouse, casa di produzione di Blum fondata nel 2000, è davvero oro, eppure Blum riesce sempre a contraddistinguersi per l’essenzialità dei suoi film, che hanno riportato l’horror alle sue origini attraverso uno stile fresco e innovativo.

 

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Blum ha scovato alcuni dei registi adesso più amati e seguiti, come per esempio James Wan, e continua a trovare nuove leve, come il giovane Jordan Peele che tra qualche giorno esordirà nei nostri cinema con il film Scappa – Get Out.

Ma Jason Blum sa guardare in prospettiva e sebbene il genere horror caratterizza moltissimo la sua cinematografia, Blum ha scovato anche talenti al di fuori del genere.

Talenti da premio Oscar. Un esempio? Damien Chazelle! Blum è stato, infatti, il produttore di Whiplash, vincitore di tre Premi Oscar su cinque candidature.

 

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Sappiamo tutti, adesso, la grande fama che Chazelle ha conquistato con La La Land, ma sicuramente l’amato film del 2016/2017, non sarebbe mai stato una realtà senza l’aiuto di Blum negli anni precedenti.

Le collaborazioni di Blum non si fermano qui e vanno anche a intrecciarsi con autori molto conosciuti, come per esempio M. Night Shyamalan. Ultimo successo dei suoi è Split, con protagonista James McAvoy, e che vanterà di un prossimo sequel, Glass, che vedrà protagonista nuovamente McAvoy ma anche altri due grandi attori, nei panni di due personaggi già visti nel cinema di Shymalan (non proseguirò oltre).

 

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Jason Blum è una voce fuori dal coro hollywoodiano.

Jason Blum è una voce fuori dal coro hollywoodiano. Una pecora nera ma decisamente più in campana rispetto a tante grosse major. A differenza dei grossi blockbuster, anche i film non estremamente riusciti di Blum, non hanno mai segnato grosse perdite per il produttore.

Perché? La più grande qualità di questo produttore, sebbene la terminologia autore sarebbe addirittura più appropriata, sta nell’aver riportato in auge un cinema, una produzione, vecchio stile basata unicamente sull’essenziale, su ciò di cui si ha davvero bisogno, senza inutili extra. Questo consente una produzione maggiore, molto più veloce e meno dispendiosa. Jason Blum lavora con l’etica, per così dire, del B Movie, ma senza mai perdere di qualità.

I soldi corrodono la creatività.

Afferma il regista, che continua sempre ad azzardare, a muovere nuove scommesse, ma senza il vero rischio di andare in perdita. Ed azzardare vuol dire proprio lasciare libere le menti degli sceneggiatori, dei registi. Fargli creare le proprie storie, cercando solo di usare il necessario.

Facciamo un esempio più pratico. Uno dei film più famosi di Jason Blum, che sicuramente hanno lanciato la carriera del produttore, è Paranormal Activity. Il film di Oren Peli è stato un vero fenomeno mondiale. Una pellicola girata interamente in una casa (l’abitazione dello stesso regista), con due attori pagati (all’inizio) solo 500 dollari e spendendo il grosso del budget, ovvero solo 15 mila dollari, per l’attrezzatura essenziale per girare.

 

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Il marketing è stato, sicuramente, una delle chiavi vincenti del film.

Le riprese sono durate dieci giorni. Il marketing è stato, sicuramente, una delle chiavi vincenti del film. Eppure la pellicola, nonostante diverse critiche negativa dalla stampa, è stata un successo mondiale fruttato oltre 200milioni di dollari e che vanta di ben cinque sequel. Un vero e proprio franchise nato dal nulla. Un franchise nato da una storia che obiettivamente non ha nulla di davvero speciale, eppure ha la magica intuizione di portare lo spettatore in quel momento della sua routine in cui si sente più al sicuro: il sonno.

E con un gioco di vedo o non vedo, suspense estremamente dilatata e l’illusione dell’amatoriale che rende tutto più vicino allo spettatore, Paranormal Activity è stato un innegabile successo (che possa piacere oppure no). Quanti sono stati capaci di far fruttare un tale guadagna da una pellicola così “misera”?

Prendiamo in esame uno dei kolossal uscita quest’anno più costosi: Ben Hur. Remake che si fonda su un cult molto importante, Ben Hur è la lampante dimostrazione di quanto Hollywood sia schiava dei soldi, senza realmente produrre nulla, e di come funzionante, invece, sia il metodo di Blum.

 

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Ben-Hur è costato la bellezza di 100 milioni di dollari, la metà di quanto ha guadagnato Paranormal Activity. Ben-Hur globalmente ha incassato 95 milioni di dollari, ovvero meno della metà di quanto ha guadagnato un film con soli 15 mila euro di budget.

Ben-Hur non è di certo un caso isolato nella Hollywood degli anni duemila. Nel 2012 c’è il caso di John Carter con un budget di 250 milioni di dollari e degli incassi che hanno superato il budget di appena 30 milioni, The Lone Ranger nel 2013 con un budget da 215milioni di dollari ne perde circa la metà, oltre a essere stroncato in modo feroce dalla critica; Lanterna Verde nel 2011 fa perdere oltre 105 milioni di dollari; perfino la cara Disney “ha pianto” sui 70 milioni persi a causa del suo 43esimo Classico, Il Pianeta del Tesoro.

Si potrebbe andare avanti per ore, facendo le pulci alla cara Hollywood che, imperterrita, continua a sfornare mega blockbuster dai grossi budget, ma che alla fine della giostra di grosso lasciano solo il vuoto nei portafogli delle Major.

Cosa ha di speciale Jason Blum che Hollywood non ha?

Niente, ma Jason Blum sa qualcosa che Hollywood non sa o non vuole sapere: i film sotto i 5 milioni di dollari si possono produrre, ed è proprio che sta alla base della filosofia di questo giovane, e ormai di successo, produttore.

E tutto questo Jason Blum l’ha saputo trasformare in uno stile.

E tutto questo Jason Blum l’ha saputo trasformare in uno stile. Adesso, quando andiamo a vedere un film prodotto dalla Blumhouse, ci accorgiamo immediatamente dello zampino del produrre. Riconosciamo la sua firma, il suo stile, il modus operandi che c’è dietro la costruzione di quel film, a prescindere dalla riuscita al botteghino o meno.

Parliamo della scoperta dell’acqua calda! Parliamo di un uomo che ha costruito un vero e proprio impero su film con un budget non superiore ai 5 milioni di dollari e che fruttano minimo dieci volte tanto con il botteghino.

Amato o non amato, il successo c’è comunque! Impossibile perdere! Certo, non tutti possono riuscire in questo. La bravura nel saper vendere e creare un prodotto ci deve essere sempre e Jason Blum ha un talento naturale, sicuramente frutto della sua gavetta nello spietato mondo dei soci Bob ed Harvey Weinstein, quando questo carismatico produttore non era altro che un galoppino trattato neanche troppo bene.

Ha imparato che le storie sono sempre quelle, ma il modo di raccontare cambia e deve cambiare.

Ma Jason Blum ha saputo affilare il suo fiuto e ha imparato tanto da quel mondo meschino, superficiale e ipocrita. Ha imparato che le storie sono sempre quelle, ma il modo di raccontare cambia e deve cambiare. Case stregate, spiriti inquieti, possessioni e fantasmi dal passato, canoni già visti, sicuramente. Eppure c’è modo e modo per raccontare queste storie. E Jason Blum punta proprio su questo, riscoprire le basi di capisaldi dell’horror attraverso la mente fresca di giovani autori, e poi reinterpretare il canone.

 

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La filosofia di James Blum ha iniziato a diffondersi, e a volte si è davanti a un film convinti di guardare una produzione di Blum, anche se così non è.

Piccoli budget, spese ridotte al minimo, solo il necessario per una storia che sappia giocare di suspense per un risultato convincente.

Un mantra usato da non pochi registi, rivelazioni degli ultimi anni, con pellicole come Babadook, Unfriended o It Follow. Spesa minima per massimo guadagno. Storie semplici che attirano, coinvolgono e animano sia pubblico che critica.

Ed ecco come da un successo, Blum ne passa ad un altro. Da un regista emergente, Jason Blum crea una star. E sicuramente nel suo firmamento la stella di James Wan è tra le più brillanti. Dal primo Insidious, film costato meno di 2 milioni di dollari e che ha incassato, a livello globale, oltre 97milioni di dollari, James Wan è diventato una delle menti più brillanti del genere horror, ma non solo. Ben presto, infatti, lo vedremo come regista di un grande blockbuster, ovvero Aquaman con protagonista Jason Momoa.

Wan è solo uno dei primi cavalli vincenti di Jason Blum, che fa sicuramente parte del periodo della sperimentazione del genere paranormale che va dai sequel di Paranormal Activity al primo Sinister, proseguendo con Oculus di Mike Flanagan, e il primo di Insidious, che pur mantenendo un budget inferiore ai 5milioni ha incassato 162milioni di dollari.

 

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Non è da sottovalutare il fattore “unico interno” e “vedo e non vedo”, dove sembra che Jason Blum voglia sperimentare tutte le possibili variazione dell’horror vecchio stile. Struttura tanto semplice quanto rischiosa. Molti sono i film con un apparato simile che dopo i primi minuti si mostrano essere per quello che sono davvero: sciatti, banali e dozzinali.

Jason Blum, per fortuna, non rientra in nessuna di queste categorie, o quasi, anche se pure lui non è stato estraneo a esperimenti mal riusciti. Un esempio? Dark Skies (2013), Il Segnato (2014), Ouija (2014), The Gallows (2015).

Pellicole che sperimentano diverse tipologie di horror, dal fantascientifico alle possessioni, dalle sedute spiritiche tra amici all’immortale (ma ormai un po’ banale) found footage.

Nel bel mezzo di questi titoli, però, sorgono anche nuovi successi e nuovi modi di interpretare il cinema horror e di genere. Il franchise di The Purge, conosciuto da noi come La Notte del Giudizio, e il recente Scappa – The Get Out, segnano l’inizio di un nuovo tipo di horror, ancora più riconoscibile, nella filmografia di Jason Blum.

L’incontro con James DeMonaco, segna l’inizio dell’horror e thriller politico. Pellicole mascherate da mero intrattenimento a colpi di suspense, ma che lanciano feroci attacchi, e critiche non poco costruttive, nei confronti dell’America odierna.

La Notte del Giudizio è un chiaro riferimento al fanatismo e follia americana. Un limite che, in un contesto sociale, politico e culturale molto critico, sembra possa essere superato da un momento all’altro.

 

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Il perverso escamotage dell’apparente civiltà e sicurezza americana di The Purge, sembra rispecchiare perfettamente i ricatti di adesso. Il continuo scendere a compromessi di una Nazione che sembra aver perso il senso della misura. Uno sgambetto equivale all’amputazione di una gamba, una scazzottata a un massacro. The Purge è il manifesto di un’America incapace a difendersi, ma solo ad attaccare. Ad un avvenimento di sangue si risponde con più armi, più violenza, più fuoco, senza mai voler davvero trovare una soluzione.

E il primo The Purge di De Monaco e Blum, coinvolgendo molti più attori, tra cui Ethan Hawken, e portando le telecamere dall’interno all’esterno, è costato 3milioni di dollari con un guadagno di 99milioni di dollari. Ma il canone di The Purge si evolve e con Anarchia e Election Day, sebbene meno convincenti e avvincenti del primo, Jason Blum scene totalmente per strada, trasformando la città in una giungla. Qui le pellicole sono costate, effettivamente, qualcosina di più, arrivando ai 10 milioni, ma i guadagni hanno sempre superato i 100 milioni!

Sullo sfondo politico, di un horror critico e che punta il dito contro la propria nazione, contro il fanatismo razziale e con un messaggio molto particolare, si muove anche l’ultimo grande successo di Jason Blum, Scappa – Get Out.

 

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La pellicola vede il debutto come regista dell’attore Jordan Peele, e anche in questo caso il fiuto da talent scout di Blum si fa sempre riconoscere. Jordan Peele costruisce un thriller psicologico su uno sfondo politico ben preciso, ma capovolge le carte in tavola in modo inaspettato.

La critica razziale mossa da Peele è molto più profonda e interessante di quanto possa sembrare, smuovendo riflessioni molto interessanti per una pellicola che si gioca benissimo la sua prima mossa, pur restando leggermente troppo incastrata sulla costruzione alla The Purge.

Scappa – Get Out è sicuramente una delle pellicola più di successo per Jason Blum e segna un nuovo inizio per la carriera del produttore. Noi vedremo questo thriller dal 18 Maggio, ma negli states la pellicola è già campione di incassi.

La filosofia dello spendi poco e spendilo bene di Jason Blum colpisce ancora.

Costato solo 5milioni di dollari, Scappa – Get Out ha incassato nel suo primo weekend negli States 30 milioni di dollari, arrivando attualmente a 173 milioni di dollari solo negli USA.

Il film globalmente è arrivato, per ora, a superare i 200 milioni di dollari, ma la partita è ancora aperta e vedremo la nuova gallina dalle uova d’oro saprà segnare un assist anche in Italia per Jason Blum.

 

 

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