10 Film da Brivido su Culti e Sette

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Adorazione, devozione, fede cieca. Tutto questo è tratto distintivo dei seguaci di un culto, o degli appartenenti ad una setta. Non strettamente religiosa: la storia ci ha insegnato che anche personaggi dalla dubbia moralità riescono ad affascinare persone fino a rendersi delle divinità.

Un tema che nel corso dei decenni ha affascinato il cinema e i suoi autori, con un’impennata a partire dagli anni Sessanta della controcultura e del misticismo, ma anche di efferati delitti ed episodi di cronaca inquietanti.

Con l’uscita di Regression del talento spagnolo Alejandro Amenábar (The Others), il prossimo 3 dicembre queste tematiche tornano alla ribalta ad opera del regista premio Oscar.

Regression schiera Ethan Hawke (ci ha preso gusto dopo Sinister) ed Emma Watson (indimenticata Hermione) assieme ad una serie di volti più o meni noti inglesi e americani, per un thriller dai risvolti spaventosi, ambientato negli anni ’90 del secolo scorso.

Hawke è il detective Bruce Kenner che indaga su un presunto e disgustoso crimine familiare che vede la giovane Angela (Watson) accusare pesantemente il suo stesso padre.

Ci si metterà di mezzo anche un famoso psicologo, mentre l’intera comunità è scossa dagli accadimenti ma sembra nascondere un brutto segreto…

 

 

Amenàbar, dopo tanti anni e film come Mare Dentro e Agorà torna dunque al thriller-horror, e ci tiene a far sapere che per lui è un gradito ritorno alle atmosfere del suo primo film Tesis (a proposito: l’hai visto?), un film che indagava sul mondo degli snuff-movies.

La trama di Regression parte da presupposti che hanno fatto la fortuna di molti cult-movies e pellicole comunque memorabili: anche il “suo” villaggio sarà preda di uno strano culto?

In attesa di vedercelo al cinema, ecco una decina di film dove sette e credenze esoteriche non ci permetteranno di chiudere occhio la notte.

 

 

 

 

Kill List

Uno degli esempi più recenti di film che hanno come sfondo una setta inquietante, e non dico di più per non rovinarvi il terrificante twist in the end.

Scrive e dirige Ben Wheatley, talento emergente tra i più dotati e anticonformisti d’Inghilterra.

Protagonista Neil Maskell, l’indimenticabile Arby (“Where is Jessica Hyde?”) della serie-capolavoro Utopia. Se non l’avete ancora vista, rimediate.
E poi brividi con questo gioiellino.

 

 

 

 

Rosemary’s Baby

Film cultissimo, mainstream e maledetto di Roman Polanski, che si avvalse anche della consulenza del famigerato artista/esoterista Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana.

Una coppiettina felice, con la indimenticabile e fragilissima Mia Farrow, fa i conti con una segreta e spietata setta che punta alla nascita dell’Anticristo.

Poco sangue, molta, moltissima angoscia: roba che ti trasforma il sangue nelle vene in ghiaccioli.

Per chi ancora non conoscesse questo capolavoro di angoscia, paranoia e Male, la visione è consigliata (magari non se c’è una gravidanza in famiglia)

 

 

 

 

The Wicker Man

Ah, il cult sui culti per eccellenza. British, folle, inquietante, inesorabile: Chistopher Lee guida una comunità rurale sulla sperduta isoletta scozzese di Summerisle.

Fin qui tutto bene, se non fosse che dove c’è Christopher Lee raramente le cose vanno per il verso giusto, e il povero poliziotto che si ritrova ad indagare sulla misteriosa scomparsa di una bambina lo scoprirà a sue spese…

 

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“Siete pronti per il folk-rock?!”

Amato, citato, scopiazzato ma soprattutto adorato da una “setta” di ammiratori: questo e altro è The Wicker Man, che è stato anche definito “Il Quarto Potere dei film dell’orrore”.

Da vedere d’estate, possibilmente stonati in qualche modo.
Evitare in qualsiasi modo lo SCULT ASSOLUTO del 2006 con Nicolas Cage.

 

 

Martyrs

Forse il film più riuscito e controverso del nu-horror francese degli anni Duemila.
Diretto da Pascal Laugier, raggiunge vette di inquietudine e gore da far attorcigliare le budella.

Praticamente due film fusi assieme, ma strettamente connessi l’uno all’altro e soprattutto realizzati divinamente, con grande sfoggio di regia virtuosistica e scrittura asciutta. Un binomio vincente.

Non voglio fare spoiler perché la visione è vivamente consigliata a chi ha lo stomaco forte ed è appassionato di horror esoterico.

Ancora oggi è oggetto di lunghe e feroci discussioni tra me e amici registi (e critici): o si ama o si odia, ma difficilmente lascia indifferenti.

Io sono stato male una notte intera dopo la visione.

 

 

 

 

V/H/S 2

Dalla serie “Sequel migliori dell’originale”, il secondo capitolo di V/H/S presenta i migliori cortometraggi horror realizzati negli ultimi anni racchiusi in una cornice narrativa, esattamente come il capostipite.

Si raggiungono però vette incredibili di divertimento orrorifico e WTF con il segmento diretto dai due pazzi Timo Tjahjanto e Gareth Evans (quello del dittico indonesiano di mazzate The Raid) dal titolo “Safe Haven”.

Beh, rifugio sicuro un corno, dato che gli amici documentaristi (di cui una incinta) troveranno ad aspettarli non una simpatica congrega di fricchettoni indonesiani ma di invasati che non vorrebbero altro che compiere un incredibile rituale

 

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Fantastico e da vedere a tutti costi, anche da solo!

 

 

 

Grano Rosso Sangue
(Children of the Corn)

Le trasposizioni live action delle opere di Stephen King, si sa, sono quasi sempre destinate ad essere prodotti di media-bassa qualità con notevoli eccezioni (Shining, anyone?)

Non fa eccezione questo film, datato 1984 ma che presenta l’interessantissima messa in scena del culto dei bambini che fa la pelle agli adulti.

La prima parte non è neppure malaccio, tensione e mistero si tagliano con il coltello.

 

 

Poi, come spesso accade, quando il gioco si fa scoperto la dimensione orrorifica va via via scemando fino al quasi-sbraco. Isaac, il leader mignon della setta, rimane una figura assi inquietante.

Tutto sommato però il film è carino e godibile, un piccolo divertissement ottantiano con una Linda Hamilton che quell’anno aveva spaccato (uscì anche Terminator, il primo e inimitabile!)

 

 

 

Suspiria

“Ma… cosa fanno le streghe?”
“Il Male. Nient’altro al di fuori di quello.”

Il masterpiece assoluto di Dario Argento ha dalla sua la setta di streghe più terrificante della storia del cinema.

Visionario, folle, immaginifico nelle scenografie e nei colori, incurante della trama e favoloso nell’atmosfera.

Suspiria è tutto questo e molto altro, una favola nera ad alto tasso di emoglobina e sospiri nei corridoi di un’accademia di danza di Friburgo.

Le streghe non sono altro che creature piene di malvagità decise a ottenere vantaggi sfruttando le debolezze umane e infliggendo dolore e sofferenze.

 

https://www.youtube.com/watch?v=aDRGMgDxHHY

Da vedere e studiare nelle notti buie e tempestose, anche in vista dell’annunciato remake (mi astengo da ogni commento) a firma di Luca Guadagnino.

 

 

 

The Sacrament

Eli Roth produce, Ti West dirige. Garanzia di efficacia per un mockumentary horror ispirato ai fatti di Jonestown, teatro del più grande suicidio di massa che la storia ricordi.

E come il reverendo Jim Jones, che trucidò una delegazione del governo americano e indusse quasi mille persone a togliersi la vita, così in questo film il carismatico “Padre” (come tutti lo chiamano) potrebbe meditare un destino simile per i tanti seguaci che vivono con lui nella giungla.

Riuscirà una piccola troupe di VICE a documentare la follia, salvare la sorella di uno di loro e darsela a gambe prima che la situazione degeneri?

 

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Lo scopriremo solo vivendo, in uno dei più interessanti horror-thriller degli ultimi tempi.

 

 

 

Tutti i colori del buio

Pensavate che tutti i film con Edwige Fenech fossero come Giovannona Coscialunga, eh?

E invece… Sergio Martino, il regista che l’ha diretta in molti film erotici, e lui stesso autore di cultissimi come L’Allenatore nel Pallone, realizza con Tutti i Colori del Buio uno dei migliori thriller italiani degli anni Settanta.

Orge e omicidi, sogno e realtà, esoterismo e psicanalisi si alternano con piglio visivo interessante e ritmo vintage: senza nulla da invidiare ad Argento o Polanski, Martino mette in scena sabba, volpi sgozzate e bambole inquietanti.

Immergersi in questo spaccato di cinema d’antan può creare voglia di recuperoni di cinema nostrano d’epoca: occhio. (Un consiglio? La Corta Notte delle Bambole di Vetro)

 

 

 

 

The Master

Beh, quale setta è più emblematica di Scientology, frutto del poliedrico Ron L. Hubbard?

Ovviamente qui non siamo nei territori di thriller/horror, ma di uno studio psicologico e sociale incredibile ad opera di quel geniaccio di Paul Thomas Anderson.

 

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Interpretazioni da brivido di Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman e Amy Adams, un film che non lascia scampo e solleva dubbi, ma al tempo stesso affascina, soprattutto grazie al carisma del leader incarnato da Hoffman: Lancaster Dodd.

 

 

Sarà lui, con il suo movimento “spirituale”, La Causa, a dare un senso all’esistenza del tormentato e ossessionato ex-militare Freddie.

Ma sarà un rapporto burrascoso, persino per un grande persuasore come Dodd.

Un film ipnotico.

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