Emilio Salgari, pirata della fantasia

« A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna. » Emilio Salgari

Abbiamo scherzato, abbiamo superato i 1000 commenti, alcuni hanno meravigliosamente editato e altri hanno fondato un fanclub su Facebook, ma la verità è che una certa giornalista, bibliotecaria, gattara, hater e sailcacchioancoracosa di cui non voglio fare il nome (dicono che se lo ripeti tre volte in una notte di luna piena ti ritrovi ricoperto di glitter rosa), rimarrà nella storia di Lega Nerd per il motivo sbagliato.
Penserete voi, giustamente, che sarà ricordata per la ridicola forma, lo scarno contenuto e la completa contravvenzione a tutte le regole della Guida Autori del suo primo ed ultimo articolo. Va bene, ve lo concedo, ma tra le poche righe di quell’articolo qualcosa di valido c’era…
Senza pretese o spirito competitivo, vorrei riportare la vostra attenzione su Emilio Salgari e sul fatto che il 25 aprile sarà il centenario della sua morte, evitando lo stile blog kuantoèfikoSalgaridabest.sticazzi e pure la pappardella in stile Wikipedia che per quella basta e avanza Wikipedia.

Breve biografia (che ci aiuta a capire le sue opere e le motivazioni del suo suicidio)
Emilio Salgari nasce a Verona nel 1862. La sua passione per l’avventura, lo spinge nel 1878 ad iscriversi al Regio Istituto Tecnico e Nautico “Paolo Sarpi” di Venezia; dopo alcuni viaggi di addestramento lungo le coste dell’Adriatico, fallisce miseramente nel tentativo di ottenere la licenza di Capitano di Marina. Non potendo visitare – proprio per la mancanza del suddetto titolo – i paesi lontani che tanto lo avevano affascinato nelle letture della sua infanzia, appena ventenne decide di cominciare a viaggiare con la fantasia.

I suoi primi racconti vengono pubblicati a puntate su alcuni quotidiani di Milano e Verona a partire dal 1883.
Tra il 1887 e il 1889 la brusca frenata, dovuta alla morte della madre e al suicidio del padre. Nel 1892 sposa l’attrice Ida Peruzzi (con cui avrà una figlia femmina e tre maschi) e con lei si trasferisce a Torino, dove lavorerà a contratto per la casa editrice per ragazzi Speirani fino al 1898. Nello stesso anno si trasferisce a Genova e comincia a lavorare per l’editore Donath; qui conosce Giuseppe Gamba, il famoso illustratore dei suoi romanzi. Nel 1900 le condizioni precarie della famiglia lo costringono a tornare a Torino, a rompere il contratto con Donath e a passare a Bemporad, sua ultima casa editrice. Nel 1903 la famiglia è piena di debiti, causati dall’ingenuità di Salgari stesso nei confronti degli editori disonesti e dalla critica negativa che lo definisce uno “scrittore per ragazzini”. A questa situazione, si aggiunge il ricovero della moglie in un manicomio.

Stremato dai problemi personali e dai pesanti contratti lavorativi che gli erano stati imposti, tenta il suicidio nel 1910, ma viene salvato. Il 25 aprile 1911, viene trovato in un bosco il suo corpo con la gola e il ventre squarciati da un rasoio. La tragedia colpisce tutta la famiglia: la moglie muore in manicomio, la figlia Fatima muore di tisi, il figlio Romero si suicida come il padre e come il nonno, il figlio Nadir perde la vita in seguito ad un incidente in moto e infine anche Omar, il minore, muore buttandosi da una finestra.

Salgari per sempre
Non voglio parlarvi delle sue opere, che se non conoscete (grande disonore su di voi) o volete approfondire, vi andate a scovare su Google, ma di quello che ancora oggi rappresenta questo avventuriero della letteratura. La sua impressionante produzione – 80 romanzi e più di 200 racconti, senza contare le opere pubblicate sotto pseudonimi – è stata di ispirazione per molti autori italiani e stranieri venuti dopo di lui. Ragazzi e ragazze di tutte le età sono cresciuti sognando di essere Sandokan o il Corsaro Nero, La Perla di Labuan o Jolanda. Il contributo dato alla letteratura italiana ha un valore inestimabile e anche per questo, Salgari rimane uno degli autori più letti nelle scuole, nonostante compaia raramente nei libri di testo.
Le sue opere sono diventate canzoni, giochi da tavolo, fumetti, album di figurine, giochi per pc e playstation, cartoni animati, serie televisive e film. Al “Capitano” sono stati dedicati un asteroide (27094 Salgari) e un Airbus dell’Alitalia oltre agli omaggi di Ernesto “Che” Guevara che dichiarò di aver letto più di 60 scritti dell’autore veronese.

Per me, nerd-piratessa al servizio della Corona di sua maestà Itomi, gli scritti di Salgari suscitano a distanza di anni dalla lettura, il gusto per l’avventura, la passione per i viaggi e l’amore per tutto ciò che è esotico. Mi piacerebbe che questo post rappresentasse la fine degli articoli su E.R. da qui all’eternità, come se fosse la chiusura di un cerchio partito da qualcosa di mediocre e concluso, mi auguro, degnamente.

Edit: ho scritto questo articolo su richiesta di laure3 e dei suoi canini affilati e assetati di sangue :D

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