Il Rotoscopio

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C’era una volta l’animazione bidimensionale. Correva l’anno 1915, 30 anni dopo l’invenzione della settima arte, quando un certo Max Fleischer, ebreo polacco emigrato in cocacolalandia nel 1887, brevettò un nuovo modo di produrre immagini in movimento. Con il suo brevetto produsse pietre miliari dell’animazione, quali Betty Boop e Superman (serie animata degli anni ’40).

Il rotoscopio non era un vero strumento, ma una tecnica: consisteva nel proiettare un filmato precedentemente registrato su pellicola, su una lastra di vetro traslucida, e ricalcare fotogramma per fotogramma le immagini. Inutile dire che quest’intuizione geniale segnò una rivoluzione nel campo dell’animazione.

Finalmente i cartoons avevano una fluidità e un realismo maggiore, mantenendo paradossalmente il loro tratto fantastico ed irreale, grazie all’abilità del creativo che disegnava.

Con l’evoluzione delle tecniche, il rotoscopio è ovviamente cambiato: schermi al posto di vetri traslucidi consentivano una ricopiatura migliore, fino ad arrivare a moderni software che consentono di sperimentare ed applicare effetti speciali.

Un’analisi dei più importanti lavori al Rotoscopio.

 

 

Betty Boop

Nata nel 1930, la sexy Betty balla e ancheggia come una diva, è modellata sulle forme della modella Clara Bow, nonostante il testone sproporzionato dovrebbe farle perdere l’equilibrio. Inventata da Fleischer in persona.

Tra i miei cartoni preferiti c’è Minnie The Moocher, anche perché la jazzata di Cab Calloway è veramente epica. Vi lascio alle immagini, prego notare la fluidità dei movimenti. Hare Hare Hare HA!

 

 

Snow White and the seven Dwarfs

Può il gran capo dei capi, gran visir dei cartoons, megadirettore lup. mannar. Walter Elias Disney farsi scappare una tecnica così innovativa? Ma certo che no, tant’è che la fa sua nel suo primo, e a dirla tutta primo nella storia del cinema, lungometraggio di animazione. La bella Biancaneve si muove realisticamente, ma anche i nani ballano in modo perfetto.

Le scene di ballo sono così ben fatte, che vengono presi gli stessi modelli per rifare la scena della danza nella foresta di Sherwood in Robin Hood (e se vedete il filmato, non sono le uniche scene riciclate). Ovviamente il nostro Walt spamma la tecnica per quasi tutti i suoi lungometraggi, fino al subentro dei computers (Cinderella, Sleeping Beauty, ecc…). Siamo nel 1937 e Biancaneve si divertiva così.

 

 

The Night Before Christmas

Di questo mediometraggio di animazione so poco. Completato nel 1951, deve al rotoscopio la buona riuscita delle sue immagini. È un adattamento di racconti popolari russi, con scopo di propaganda. Lo ricordo mandato a puntate in varie televisioni locali. Ma ero troppo piccolo per poterne dare un giudizio
A voi la sentenza.

 

 

The Lord Of The Rings

Ralph Bakashi, per chi non lo conoscesse, è stata la persona che più ha dato importanza a questa tecnica. Io ricordo con piacere anche Fire and Ice, fantasy niente male; e per Fritz The Cat, il primo cartone animato per adulti. Ma sicuramente è ricordato dai nerds per la prima trasposizione cinematografica di Frodo e compagni, distribuito nelle sale nel 1978. Un ottimo lavoro, a mio dire.

 

 

Heavy Metal

Tette ovunque, rock duro, barbari, orchi e spadate. Heavy Metal è un capolavoro del cinema. Forse uno dei miei film preferiti. Ho tanto da dire che dovrò farne un post apposito. Il film è un adattamento di diversi racconti di fantascienza, e fantasy. Sei storie diverse, con un unico filo conduttore: le poppe. Parker & Stone ne hanno fatto un tributo nell’episodio Major Boobage. Buona visione, e buone poppe. :)

 

 

He-Man and the Masters of the Universe

Il biondo muscoloso abitante del castello di Grayskull, ci ha accompagnati durante l’infanzia. Io avevo la spada con luci e suoni, che ricordi. Mi sono sempre chiesto come fosse possibile che nessuno lo riconoscesse, se non indossava neanche una mascherina, ma i supereroi sono fatti così. Molte scene utilizzano il rotoscopio, anche se di livello più basso rispetto agli altri esempi, ma si tratta di una serie. Correva l’anno 1988 e ricordo le infinite camminate/chiacchierate con i fondali ripetitivi, che viste oggi mi fanno capire quanto poco basti per far contento un bambino.
(qui lascio perdere la mia anglofilia, mostrandovi la sigla italiana, ma qui è una questione di abitudine)

 

 

A Scanner Darkly

Linklater ha utilizzato questa tecnica anche in un suo precedente lavoro, Waking Life. Qui stiamo parlando di un derivato digitale del rotoscopio, e l’effetto voluto non è di maggiore realismo, ma di straniamento e di allucinazione. Il racconto di Philip Dick esplora la mente umana e la dipendenza da sostanze, senza mai fare morali. Un film da vedere, con grandi attori, ed un ottimo ritmo. Tra le migliori trasposizioni da una novella di Dick. Del 2006.

 

 

Videoclip

Molti gruppi hanno usato quest’invenzione per i loro videoclip, soprattutto negli anni ’80. I più famosi sono gli A-Ha, e ovviamente il video di riferimento è Take on me. Ma anche i Beatles l’hanno usata per il lungometraggio di Yellow Submarine.

Stessa tecnica anche per Innuendo, con ogni musicista dei Queen ricalcato da vecchi filmati utilizzando uno “stile” artistico diverso, pensato quasi sicuramente come elegante stratagemma per evitare di mostrare il corpo di Freddie martoriato dalla malattia. (Scampaforche)

 

Tirate le somme, il rotoscopio mi ha sempre affascinato, e l’effetto a cavallo tra il reale e il fantastico ha sempre dato quel non so che di magico, non come il 3D, che ha veramente, ma veramente rotto il CATSO!!!!

 

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