Cattivissimo Me si è sempre distinto all’interno dell’offerta cinematografica animata di Illumination Entertainment per avere una trama solida che, di pellicola in pellicola, portasse avanti la storia di questo anti-eroe per eccellenza che finiva per compire il gesto più altruistico di tutti: adottare tre orfanelle rimaste senza famiglia. Non è tutto: nel terzo capitolo, uscito ben sette anni fa, c’era un’ulteriore evoluzione di quella dinamica, che finora abbiamo visto presentata agli spettatori più piccoli solamente in un altro franchise animato come quello di Kung Fu Panda: il (solo apparentemente burbero) protagonista Gru trovava l’amore nella super cattiva Lucy e lei riusciva non solo a farsi chiamare “mamma” dalle tre orfanelle ma prendeva anche l’importante decisione di adottarle.
Un nuovo film che arriva dopo così tanto tempo (sette anni, per l’appunto) non è mai un buon segno, soprattutto in termini di invettiva e di qualcosa di nuovo da dire; soprattutto in questi anni nostalgici in cui continuiamo a recuperare vecchie glorie e soprattutto saghe già conosciute che possono portare pubblico al botteghino con facilità, puntando sul brand già consolidato piuttosto che sulla novità inedita. Del resto, non tutti possiamo essere Il Gatto con gli Stivali 2. È successo – guarda caso – proprio con Kung Fu Panda 4 e ora accade nuovamente con Cattivissimo Me 4, dal 21 agosto nelle sale italiane distribuito da Universal Pictures, dopo l’anteprima in alcuni cinema del 7 agosto.
Gru passa definitivamente dall’altra parte?
Sono passati un po’ di anni anche nella storia raccontata e in questo quarto film del franchise ritroviamo la famiglia composta da Gru (in originale con la voce di Steve Carrell, da noi doppiato sempre da Max Giusti) e Lucy (negli Usa Kristen Wiig, in Italia Carolina Benvenga) e le loro figlie – Margo (Miranda Cosgrove), Edith (Dana Gaier) e Agnes (Madison Polan) – pronta ad accogliere una new entry, Gru Jr., neonato deciso a far disperare suo padre. Fin dai trailer sembrava che questo sarebbe stato un film che evolvesse ulteriormente la sotto-tematica principale, tra una battuta e l’altra, ovvero come l’arrivo di un nuovo figlio biologico potesse far ingelosire le bambine oramai ufficialmente adottate da entrambi i genitori. Peccato, sarebbe stato sicuramente un espediente narrativo sicuramente più interessante rispetto al risultato finale.
Gru non è solo papà a tutti gli effetti ma anche un agente doppiogiochista per la Lega Anti-Cattivi, andando quindi oramai ufficialmente contro i suoi idoli d’infanzia (quelli raccontati nel riuscito prequel Minions 2 – Come Gru Diventa Cattivissimo). A questo punto il film presenta, dopo una clamorosa scena iniziale anche a livello di ritmo e regia, il nuovo Cattivo del Cattivo protagonista, elemento su cui la saga ha sempre giocato fin dal primo film. In questo caso si tratta di Maxime Le Mal (in originale Will Ferrell, da noi un riuscito Stefano Accorsi) che insieme alla fidanzata, la femme fatale Valentina (Sofia Vergara) costringe i protagonisti alla fuga e ad andare sotto protezione testimoni. Un vecchio compagno di scuola di Gru che mette al centro (ma lascia sempre in superficie) il tema del bullismo tra i banchi di scuola: in fondo, parliamo sempre di super cattivi. Quest’aspetto maggiormente spionistico e “crime” rende la saga più adulta ma ben presto gli autori sembrano dimenticarsene.
Cattivissimo Me 4: un film superficiale
Si tratta di un film che non sembra fare il minimo sforzo per evolversi e raccontare qualcosa di nuovo, sia a livello narrativo che visivo, ma preferisca piuttosto dormire sugli allori e continuare il trend del resto dei titoli targati Illumination, privi di trama (e spesso temi). Finisce per essere insomma il risultato di una sequela di gag spesso di stampo social, che funzionano quindi sulla brevità piuttosto che sul lungo periodo, quasi a confermare la disattenzione generale delle nuove generazioni per contenuti più lunghi e complessi, anche se qui stiamo parlando di un film per famiglie. In realtà, di un film per bambini, dato che vengono meno le tematiche che potevano parlare anche ad un pubblico più adulto.
La sceneggiatura di Mike Wihite (proprio lui, il creatore di The White Lotus), nonostante la sua proverbiale critica sociale, qui (insieme a Ken Daurio) si ferma alle interazioni tra i Minions e Gru, mentre la regia di Chris Renaud (già dietro il secondo capitolo e a Pets – Vita da animali e qui insieme a Patrick Delage) propone omaggi al cinema action e pop – dalla celebre sequenza del treno di Spider-Man 2 ai Fantastici 4 in cui si trasformano i piccoli aiutanti del protagonista – ma senza un vero e proprio contributo personale che non sia già stato visto nel corso della saga. Il cattivo fa la propria parte, come gli altri personaggi, ma è soprattutto a livello della relazione tra i due Gru che il film rimane troppo in superficie.
Sia per la figlia dei vicini, aspirante cattivissima, che poteva portare ancora una volta una storyline parallela di figli-non-propri al protagonista ma viene lasciata sul vago. Sia per la più piccola delle adottive, Agnes, che non riesce proprio a mentire e non capisce come in talune circostanze possa essere un bene farlo. Avrebbe giovato una maggior caratterizzazione nell’evoluzione dei personaggi e delle loro storyline, invece si è preferito ancora una volta – di questi tempi – viaggiare su binari animati più sicuri.
Come abbiamo spiegato nella recensione, Cattivissimo Me 4 non è un brutto film ma una pellicola che ottiene il "massimo" risultato col minimo sforzo. Al quarto capitolo era lecito aspettarsi di più, o comunque una continuazione delle interessanti tematiche tra genitori e figli affrontate nei primi tre appuntamenti animati. Non bastano le citazioni ai cinecomic e alle spy story per salvare un film che intrattiene meramente i propri (piccoli) spettatori, ma che a fine visione (come adulti) abbiamo già dimenticato.
- La nuova famiglia di Gru.
- Le citazioni alla pop culture.
- Il cattivo e la sua fidanzata.
- I Minions: non se ne può più delle loro gag fini a se stesse.
- Non aver approfondito la tematica del figlio biologico con l’arrivo di Gru Jr.
- Aver lasciato in superficie la maggior parte delle storyline e della caratterizzazione dei personaggi.
- Aver prediletto battute sempliciotte a raffica a dispetto della trama.