ByteDance, la parent company di TikTok, e l’americana Broadcom stanno discutendo una possibile collaborazione per lo sviluppo di un processore AI. A dare la notizia è l’agenzia Reuters, che anticipa anche che le trattative sarebbero ancora in una fase preliminare. La priorità? Assicurare l’egemonia del colosso cinese nella corsa alle IA di prossima generazione, nonostante le sanzioni che rendono l’importazione di tecnologia verso la Cina molto difficile.

La sfida di TikTok: produrre i chip assieme a Broadcom

Secondo una fonte anonima, le due aziende stanno considerando un chip specifico a 5 nanometri, sebbene non sia ancora stato raggiunto un accordo definitivo. Le due aziende hanno già un rapporto di collaborazione in essere: è Qualcomm a produrre i processori a 7nm attualmente impiegati nei data center del colosso cinese.

Se verrà concluso anche il nuovo accordo, il chip personalizzato sarà prodotto da Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC), garantendo a ByteDance un approvvigionamento costante di chip.

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Perché ByteDance vuole prodursi da sola i chip per l’IA

L’abbiamo visto più e più volte: il successo delle IA ha generato una corsa dei colossi tecnologici ad accaparrarsi più quote possibili della produzione di chip di ultima generazione. Le IA generative necessitano di un’enorme quantità di chip ottimizzati per il loro funzionamento e, dunque, in grado di offrire un’immensa capacità di elaborazione. Devono essere veloci ed efficienti e, si spera, nel futuro dovranno ottimizzare molto anche i consumi energetici – uno dei problemi più grandi dell’IA.

A controllare il mercato, almeno per ora, è NVIDIA, ma sempre più aziende stanno investendo nella produzione di soluzioni proprietarie, in modo da smarcarsi dalla dipendenza del colosso di Taiwan – che oggi vale 3,11mila miliardi di dollari. Nel complesso, ci si aspetta che il mercato dei chip IA varrà 140 miliardi di dollari entro il 2027. Nel 2030 potrebbe valere oltre 257 miliardi.

Nel caso di TikTok, la questione è più complessa. Trump e Biden hanno imposto barriere estremamente restrittive all’esportazione di tecnologia americana in Cina, limitando la capacità delle aziende locali di rifornirsi di componenti di ultima generazione. La collaborazione con Qualcomm e TSMC garantirebbe a ByteDance di rimanere competitiva, potendo contare su un flusso costante di chip per l’IA nonostante le restrizioni commerciali degli Stati Uniti.

Resta da vedere se le discussioni porteranno a un accordo concreto, ma è chiaro che ByteDance ha ogni motivo per non farsi scappare questa occasione. Interpellati da Bloomberg, i portavoce delle tre aziende coinvolte si sono rifiutati di commentare le indiscrezioni.

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