Il 2023 sembra destinato a stabilire un nuovo triste record nell’aumento delle emissioni di anidride carbonica, secondo uno studio preliminare pubblicato dall’Istituto di ricerca sul Clima Cicero in Norvegia, con i dati definitivi previsti per dicembre. Le emissioni globali di CO2, in gran parte attribuibili all’uso dei combustibili fossili, sono previste aumenteranno di circa l’1% rispetto agli anni precedenti, raggiungendo così un nuovo massimo.
L’anno 2023 si preannuncia come un momento cruciale nel contesto della lotta al cambiamento climatico. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni entro questo decennio richiedono una diminuzione di circa il 5% delle emissioni globali, un compito estremamente ambizioso. Tuttavia, come sottolineato da Glen Peters, direttore della ricerca presso Cicero, la realtà mostra un quadro diverso: le emissioni continuano a crescere, e nel 2023 potrebbero aumentare tra lo 0,5% e l’1,5%.
La situazione è preoccupante, poiché l’accordo di Parigi mira a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Superare questa soglia rappresenterebbe un pericolo, con possibili conseguenze catastrofiche per il sistema climatico. Gli scienziati avvertono che il continuo aumento delle emissioni complica ulteriormente il compito di allineare gli sforzi con gli obiettivi di Parigi. Come afferma Peters, “Ogni anno le emissioni continuano ad aumentare, rendendo ancora più difficile raggiungere traiettorie coerenti con quelle di Parigi.”
Questi dati preliminari lanciano un segnale d’allarme, evidenziando la necessità urgente di azioni concrete per invertire la tendenza delle emissioni di CO2. La transizione verso fonti di energia rinnovabile e sforzi concreti per ridurre l’uso dei combustibili fossili diventano cruciali per affrontare la sfida del cambiamento climatico. La comunità internazionale deve unirsi per affrontare questa crisi e lavorare insieme per ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica e proteggere il nostro pianeta e il suo clima.