L’inquinamento da plastica sta colpendo gravemente alcuni laghi, superando in alcuni casi persino l’inquinamento trovato negli oceani. Questa rivelazione emerge da uno studio guidato da Veronica Nava dell’Università di Milano-Bicocca, pubblicato sulla rivista scientifica Nature. Il progetto ha coinvolto 79 ricercatori appartenenti al network internazionale Global Lake Ecological Observatory Network (GLEON), che ha analizzato campioni di acqua superficiale provenienti da 38 laghi in diverse parti del mondo. I risultati hanno rivelato elevate concentrazioni di plastica, tra cui microplastiche, in laghi considerati fonti d’acqua potabile essenziali per le popolazioni locali e importanti per l’economia ricreativa.
L’inquinamento da plastica danneggia non solo la disponibilità di acqua potabile, ma anche l’ecosistema acquatico e l’atmosfera. La plastica accumulata sulla superficie dei laghi può contribuire al rilascio di gas serra come il metano. Inoltre, le microplastiche possono interagire con l’atmosfera, la biosfera e la litosfera, influenzando i cicli biogeochimici della Terra. Poiché i laghi e i bacini idrici di grandi dimensioni agiscono come collettori di plastica proveniente dai bacini idrici e dall’atmosfera, possono essere considerati “sentinelle dell’inquinamento”.
Questi risultati sottolineano la portata globale dell’inquinamento da plastica e la necessità di rivedere le strategie di riduzione dell’inquinamento e i processi di gestione dei rifiuti. Nonostante la distanza da attività umane, nessun lago è realmente esente da contaminazione. La ricerca fornisce un’importante chiamata all’azione per proteggere i laghi e gli ecosistemi acquatici, preservando così una delle risorse più preziose del pianeta.