Mercoledì New York è stata avvolta da una surreale nebbia giallognola, che in alcune ore della giornata ha completamente oscurato il sole, trasformando la città in una sorta di, inquietante, distopia post-apocalittica. È una condizione che non ha interessato solo New York, ma molte altre città del Nord America, e che dipende dal fumo generato da alcuni grossi incendi avvenuti in Canada. Merito dei cambiamenti climatici, ovviamente.

Come racconta un rapporto di The Verge, l’incidente non ha semplicemente prodotto un atmosfera surreale, ma anche un pericolo per la salute dei newyorchesi, facendo schizzare i valori dell’inquinamento dell’aria alle stelle:

Mercoledì, New York è stata sorprendentemente avvolta da una luce arancione a causa del fumo che ha invaso la città. La foschia proveniva dagli incendi che infuriavano nel Quebec, a circa 800 chilometri di distanza, causando danni alla qualità dell’aria nell’intero nordest degli Stati Uniti.

Il fumo era così denso che per un breve periodo la città di New York è stata considerata la città più inquinata del mondo. L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente ha emesso il suo avviso più alto per l’inquinamento, un “Codice Maroon” per la pericolosa qualità dell’aria. Mercoledì l’inquinamento ha raggiunto livelli record, con un punteggio di 392 nell’indice di qualità dell’aria intorno alle 16:00 (ora locale), superando il precedente record di 174 stabilito il giorno precedente (secondo i dati dell’EPA, che risalgono al 1999, riportati dal New York Times).

L’inquinamento da particolato fine è particolarmente preoccupante perché le particelle sono abbastanza piccole da penetrare nei polmoni e possono persino entrare nel flusso sanguigno. Inoltre, le particelle presenti nel fumo sono state trovate fino a 10 volte più dannose per la salute umana rispetto all’inquinamento proveniente da altre fonti come veicoli e fabbriche.