Chi ha inventato le uova di Pasqua? E perché sono di cioccolato? La storia è molto interessante e si intreccia con il mondo più antico.
Un uovo di Pasqua, chiamato anche uovo pasquale, è un uovo che viene decorato per la festa cristiana della Pasqua, che celebra la risurrezione di Gesù. Pertanto, le uova di Pasqua sono comuni durante il periodo pasquale. Sebbene le uova, in generale, fossero un simbolo tradizionale di fertilità e rinascita, nel cristianesimo, per la celebrazione del tempo pasquale, le uova di Pasqua simboleggiano la tomba vuota di Gesù, da cui egli è risorto. Inoltre, un’antica tradizione era la colorazione delle uova di Pasqua con il colore rosso “in memoria del sangue di Cristo, versato al momento della sua crocifissione”.
Questo è quello che Wikipedia racconta inerente alle Uova di Pasqua, soprattutto riferito alla tradizione cristiana, tuttavia l’uovo di Pasqua per antonomasia, soprattutto negli ultimi decenni, è quello ricoperto di cioccolato e anche questa tradizione si intreccia con la religione. Sì, perché le uova di cioccolato, ormai, a Pasqua non possono mancare, ma non è stato sempre così. Tanti secoli fa, come regalo a Pasqua, si scambiavano uova di gallina, cioè uova vere. Ma il primo che fece realizzare un uovo di cioccolato sarebbe stato, secondo alcuni scritti, Luigi XIV nel 1700, commissionando al suo cioccolatiere personale David Chaillou delle uova a base di cioccolato da regalare per Pasqua al posto delle “solite” uova d’oro. Ma prima di addentrarci sulla storia dell’uovo di cioccolato cerchiamo di comprendere quanto la tradizione cristiana, e non solo, abbiano giocato un ruolo importante per questo simbolo ormai universale. L’usanza cristiana delle uova di Pasqua è iniziata tra i primi cristiani della Mesopotamia, che macchiarono le uova con la colorazione rossa e il Cattolicesimo riprese le tradizioni che vedevano nell’uovo un simbolo della vita, rielaborandole nella nuova prospettiva del Cristo risorto. L’uovo, infatti, somiglia a un sasso e appare privo di vita, così come il sepolcro di pietra nel quale era stato sepolto Gesù. Dentro l’uovo c’è però una nuova vita pronta a sbocciare da ciò che sembrava morto. In questo modo, l’uovo diventa quindi un simbolo di risurrezione.
Il primo che fece realizzare un uovo di cioccolato sarebbe stato, secondo alcuni scritti, Luigi XIV nel 1700
L’usanza di donare uova “vere” a Pasqua, si ritrova citata nei documenti a partire dai romani, quando le persone si scambiavano le uova come dono augurale, durante la Pasqua cristiana.
All’epoca, infatti, mangiare uova non era permesso dalla chiesa durante la settimana che portava a Pasqua (Settimana Santa), quindi tutte le uova deposte in quella settimana venivano decorate per renderle “uova della Settimana Santa”, e regalarle ai bambini. Le uova come regalo continuano a trovarsi anche più avanti nella storia, difatti si ritrovano descritti nei libri durante il Medioevo, in Germania e nei paesi scandinavi, scambiati come pegno d’amore, o come premi per giochi e palii. Decorarle, e colorarle di rosso è un’antica tradizione dei paesi balcanici, ovviamente seguendo l’abitudine cristiana di usare il colore rosso in memoria del sangue di Cristo, usanza poi diffusa in tutta Europa come regalo di Pasqua. Tuttavia, le uova non solo furono decorate con il cioccolato, ma ci sono anche uova preziosissime a cura dell’orafo Peter Carl Fabergé della corte dei Romanov a cui lo zar Alessandro III di Russia nel 1887 commissionò le famose uova smaltate, arricchite di pietre preziose e gioielli.
L’usanza dello scambio delle uova prima del Cristianesimo
Le tradizioni religiosi la storia insegna che il più delle volte vengono quasi sempre da tradizioni pagane o riti pre-cristiani: anche per le uova la storia non cambia. Difatti l’uovo ha avuto tratti simbolici sin dai tempi antichi rivestendo il ruolo del simbolo della vita in sé, ma anche della sacralità: secondo alcune credenze pagane e mitologiche del passato, il cielo e il pianeta erano considerati due emisferi che andavano a creare un unico uovo, mentre gli antichi Egizi consideravano l’uovo come il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco). La tradizione del dono di uova è documentata già fra gli antichi Persiani dove era diffusa la tradizione dello scambio di semplici uova di gallina all’avvento della stagione primaverile, seguiti nel tempo da altri popoli antichi quali gli Egizi, i quali consideravano il cambio di stagione una sorta di primo dell’anno, i Greci e i Cinesi. Spesso le uova venivano rudimentalmente decorate a mano.
Mircea Eliade scrive sulla cosmogonia:
Il motivo dell’uovo cosmogonico, attestato in Polinesia, è comune all’India antica, all’Indonesia, all’Iran, alla Grecia, alla Fenicia, alla Lettonia, all’Estonia, alla Finlandia, ai Pangwe dell’Africa occidentale, all’America centrale e alla Costa occidentale dell’America del Sud.
In Russia ed in Svezia sono state trovate uova di creta in molti sepolcri e le statue di Dioniso, trovate nelle tombe in Beozia, portano un uovo in mano, segno del ritorno alla vita. Era invece vietato mangiare uova agli adepti dell’orfismo (movimento religioso misterico, sorto in Grecia, presumibilmente verso il VI secolo a.C., intorno alla figura di Orfeo, considerato il fondatore) in quanto questo culto misterico ricercava l’uscita dal ciclo infinito delle reincarnazioni, cioè l’abolizione del ritorno periodico all’esistenza. L’uovo rappresenta quindi la «ripetizione della nascita esemplare del Cosmo, l’imitazione della cosmogonia»
La sorpresa all’interno e le prime uova di cioccolato.
Il simbolo di Pasqua è sì l’uovo di cioccolato, ma anche la tradizione di scartarlo per poi rompere il suo interno al fine di trovare un qualche oggetto misterioso è anch’essa una tradizione molto importante. Questa storia, di inserire all’interno dell’uovo un “dono” viene direttamente dalla Russia del XIX secolo e dai suoi zar che cercavano di condividere l’antica arte della fabbricazione delle famose Matrioske, che in quel periodo raggiunse vette ineguagliabili. Tutto merito dell’orafo di corte Peter Carl Fabergé (1846-1920), incaricato dallo zar Alessandro III di preparare per la zarina delle meravigliose uova decorate (la collezione imperiale vanta ben cinquantadue esemplari stupefacenti). Il primo uovo realizzato era in platino smaltato di bianco e al suo interno conteneva un altro uovo, questa volta in oro, il quale conteneva altri due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino dorato. La produzione di Fabergé fu enorme e si interruppe solo nel 1918 quando la Casa Fabergé venne nazionalizzata dai bolscevichi: l’orafo dopo quella rappresaglia non si riprese mai dallo shock della Rivoluzione Russa e morì due anni dopo. Quindi se oggi nell’uovo di Pasqua troviamo una sorpresa è gran parte merito dell’orafo Fabergé.
Molti studiosi convergono che la nascita dell’uovo di cioccolato sia l’anno 1828 quando il pasticcere olandese Van Hauten ideò uno stampo concavo per permettere la creazione di uova sottili
Tuttavia, altri studiosi ricordano come già nel Settecento, dalle parti di Torino, c’era l’usanza di inserire un piccolo dono dentro le uova di cioccolato, quindi secondo quest’altra interpretazione potrebbero essere stati proprio i piemontesi, maestri nell’arte del cioccolato, i primi a lanciare la moda delle uova pasquali con sorpresa. Ai fini della storia è giusto ricordare le entrambe versioni. Anche risalire alla nascita del primo uovo di cioccolato non è facile, tuttavia molti studiosi convergono con l’anno 1828 quando il pasticcere olandese Van Hauten ideò uno stampo concavo per permettere la creazione di uova sottili, vuote all’interno in modo da potervi inserire una piccola sorpresa.