Il 2002 ha confermato, casomai ce ne fosse ancora bisogno, l’importanza che hanno assunto le serie tv nell’immaginario popolare e all’interno dell’industria dell’entertainment, sia per ascolti che per buzz mediatico. Difficile stabilire, in certi casi, se di vero successo o insuccesso si stia parlando: il 2022 è stato un anno ricco anche di serie che si sono attestate “nel mezzo”, spesso amate o odiate senza mezzi termini… oppure, semplicemente, sono passate via senza che mostrassero velleità magari attese. Come considerare l’attesissimo Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del potere? Non è stato, probabilmente, quello che volevamo, ma non possiamo dire che non sia stata una delle serie dell’anno, nel bene o nel male. Si è tanto parlato, anche in virtù del successo delle precedenti stagioni, di The Crown, ma l’ultima saga è passata molto più brevemente sotto i riflettori. E che dire di un esperimento come Mercoledì, geniale e accattivante per alcuni, ma derivativo e fuorviante per altri? O, ancora The Witcher: Blood Origin, che come serie a sé stante non sarebbe neanche male, ma si prende parecchie libertà rispetto alla lore originale, spazientendo i fan più storici del franchise?
Limitiamoci dunque ora a citare alcune serie che, oggettivamente, sono state di successo… o palesemente dei fallimenti nella nostra lista di serie tv con le migliori e le peggiori del 2022.

TOP

A livello di belle serie tv, c’è da dire che le piattaforme hanno proposto molti show interessanti e ben fatti, ma magari “non per tutti”: Peacemaker, Scissione (Severance) e The Bear, ad esempio.

Better Call Saul

Better Call Saul 6

Di serie di successo ce ne stanno quante ne vogliamo, ma quante sono in grado di reggere molteplici stagioni senza perdere colpi e con un finale memorabile quanto tutto quello che lo precede? Pensate a quanti serial sono partiti col botto e si sono spenti come un cerino, quando meritavano molto di più. Nell’altra parte della lista citiamo Westworld, ma i casi del genere sono tanti. Better Call Saul, invece, riesce a chiudere perfettamente il cerchio e a non avere nulla da invidiare o dimostrare alla sua (seminale) serie madre, Breaking Bad. Scusate se è poco.

Andor

Andor - episodio 7, la recensione: una questione personale

Completamente a sorpresa, è Andor la vera “nuova speranza” per il franchise di Star Wars, sfiancato (se non svilito) dalla maggior parte delle proposte arrivate negli ultimi anni, spesso in pompa magna e con grandi promesse (Obi-Wan è solo il caso più recente tra quelli eclatanti). Su Andor, dopo gli altri e bassi “mandalorianici” non scommetteva nessuno, si pensava sarebbe passata via come un sorbetto al limone tra una portata e l’altra di un pranzo di matrimonio da venti portate.
Si è rivelata, invece, un contorno che è più un piatto unico, ricco e cotto a puntino con gli ingredienti giusti, senza l’ansia di mostrare camei, citazioni, strizzate d’occhio ma semplicemente facendo quel che dovrebbe fare ogni spin-off seriale: prendere un aspetto interessante della vicenda principale (in questo caso, le origini della Ribellione all’Impero) e mostrarlo sotto molteplici luci.

The Sandman

Rendere cinematograficamente un’opera a fumetti come The Sandman in modo fedele al 100% è letteralmente impossibile, ma quanto operato su Netflix, grazie all’attento apporto dell’autore originale, ha del miracoloso: un’attualizzazione della storia a uso e consumo del pubblico televisivo, scevro di orpelli e di tante sottigliezze ma sempre carico di significati importanti veicolati da personaggi carismatici. Tra le operazioni di genere migliori viste quest’anno.

House of the Dragon

Tra le serie che più hanno fatto discutere nel 2022 c’è sicuramente il prequel de Il Trono di Spade, che è stato capace di appassionare il suo pubblico quanto e più della serie originale, quantomeno sulla parte finale (il che non è da poco, a ben pensarci!). Numeri da capogiro ma anche un gradimento generale piuttosto alto, al netto di qualche sbavatura, ma si tratta comunque della cosa migliore accaduta al franchise da molti anni.

Stranger Things 4

I fratelli Duffer possono certamente essere accusati di essere derivativi nel creare la loro serie di successo, ma non si può negare quanto sono andati in crescendo nel corso degli anni, fino ad arrivare ad una quarta stagione che osa tantissimo, fino a sfidare lo spettatore e ambire a creare una miniserie quasi cinematografica, visti i valori produttivi in campo e la durata dei singoli episodi.
Non più, ad ogni modo, una riproposizione nostalgica di stilemi madeleinici, ma un giocarci con arguzia per proporre qualcosa di nuovo e significativo, pur restando fortemente pop.

FLOP

I gusti sono gusti, ed è difficile a volte compilare una lista di serie brutte, perché per il pubblico di riferimento possono essere perfette. In alcuni casi, però, oltre all’essere oggettivamente sbagliate, sono anche dannose, andando a essere cancellate e minando l’interesse del pubblico nel franchise in toto, come le seguenti cinque.

Westworld 4

Dall’essere una delle serie più acclamate alla cancellazione senza giungere a un vero finale: il triste destino di Westworld, che non avrà una stagione conclusiva. Un triste destino che ha travolto la serie ideata da Jonathan Nolan e Lisa Joy e che tanta fortuna aveva avuto inizialmente.
Lo show, che ha accumulato negli anni ben 54 nomination (e una vittoria) agli Emmy, si trova ora nella scomoda posizione di non poter assicurare ai fan neanche un finale degno, dopo sei anni di fedeltà e interesse… invero chiaramente scemato, ultimamente.

Obi-Wan Obi-Wan Kenobi, la recensione del terzo episodio:

 

Una delle saghe più amate di sempre che colma finalmente uno dei suoi gap più grandi, con il ritorno degli interpreti originali dei personaggi e le enormi possibilità date da una serie ad alto budget di Disney+: cosa potrebbe mai andare storto? Tutto.
Interpretazioni sottotono, personaggi out of character, situazioni risibili, errori logici e di continuity, contesto continuamente fuori fuoco… e non è neanche visivamente appagante. Fosse stata una serie collaterale, come Andor, ce ne saremmo fatti una ragione. Dato che qui si parla di Obi-Wan, Anakin e Leia, ci siamo rimasti molto, molto male, togliendoci anche un po’ la voglia di nuove storie in questo universo narrativo. Fortuna che poi è arrivato Andor. Anche se avremmo preferito un esito opposto, se proprio doveva esserci questo dualismo successo/fallimento.

Blockbuster

Ovvero: come rovinare una buona idea con una realizzazione scialba. La storia dell’ultimo Blockbuster d’America è anche una vestigia di come creare una serie vecchia nella concezione e nelle trovate. Non c’è alchimia, non c’è un guizzo creativo, non ci sono i giusti riferimenti e le citazioni alla cultura pop che potevano farne la fortuna. Spazzata via dopo una sola stagione: fosse andata sulla tv generalista e non in piattaforma, probabilmente, non sarebbe andata oltre al pilot.

Resident Evil

Resident Evil, la recensione

Le opere (o, meglio, i prodotti) multimediali su Resident Evil non si contano più, ma quest’anno non è stato fortunato per il franchise, dato che non abbiamo avuto successo di pubblico e / o critica né in sala, col reboot cinematografico, né in tv, con questo bizzarro sequel/spin-off che davvero azzarda un po’ troppo, anche per una ip abituata a essere reinterpretata a piacimento. Siamo ancora confusi sugli intenti di questa serie, e lo resteremo, probabilmente, in eterno.

Fate: The Winx Saga

Nonostante le ambizioni della seconda stagione, l’interesse del pubblico verso Fate: The Winx Saga non è stato abbastanza da convincere Netflix a produrre e ospitare una terza season del fantasy young adult ambientato ad Altea e (vagamente) ispirato alla serie animata ideata da Iginio Straffi. Il trattamento young adult è stato oggettivamente difficile da digerire, andando a creare un ibrido che si prendeva troppo sul serio per quel che poteva e doveva essere.