Non è un iPhone e non è un MacBook. Sa soltanto quello che non è, direbbe il Boris di Balto. Ed è proprio per questo motivo che, secondo l’ex manageri di Apple Jean-Louis Gassee, l’iPad sarebbe rimasto un prodotto acerbo dopo tutti questi anni, e nonostante i passi in avanti fatti per colmare il gap tra tablet e laptop.
Nel suo blog Monday Note, Gassee ha spiegato di ritenere l’iPad un prodotto riuscito a metà che, dopo tutti questi anni, non è ancora riuscito a trovare la sua vera innovazione. “Il punto è che gli utenti non sanno ancora a cosa serve l’iPad e forse deve capirlo anche Apple”, ha detto.
“Cosa è, esattamente, un iPad? È un iPhone più grande o un Mac con dei compromessi?”, continua, per poi ricordare quella che era la visione di Steve Jobs: “dovrà trovare il suo posto tra iPhone e Mac”, aveva profetizzato il compianto fondatore di Apple. E il problema è proprio questo: secondo Gassee, quel posto l’iPad non l’avrebbe ancora trovato.
Perfino gli iPad Pro, nonostante la loro potenza, non sono tuttora in grado di eguagliare il livello di completezza e produttività dei Mac. E sì che ormai alcuni modelli costano perfino di più dei MacBook Air.
Tornando a Steve Jobs, l’ex manager di Apple sostiene che gli iPad non abbiano ancora trovato la loro dimensione, cioè un insieme di funzioni e utilizzi in cui siano meglio dei laptop e meglio degli iPhone. “Se gli iPad non sono mai preferibili agli iPhone o ai MacBook, allora non hanno una vera e propria ragione di esistere”. Forse – si chiede Gassee – si potrebbe iniziare da iPadOS, che ad oggi non è ancora in grado di offrire la versatilità di MacOS. E, infatti, sembra che le cose siano destinate a cambiare nell’immediato futuro.