Lanciato il primo piano nazionale per la protezione di disastri del clima. A farlo è stata la Nuova Zelanda. Le strategie adottate sono procedere con la riduzione delle emissioni e introdurre un programma di diminuzione del danno focalizzandosi sulla prevenzione.

Sorge la necessità di definire con urgenza una linea di difesa diffusa nell’intero territorio. Un piano nazionale ma con un’applicazione decentrata a livello locale. Nuovi regolamenti urbanistici, criticità climatiche, mappatura delle aree, in modo da rendere tutto facilmente consultabile dai cittadini. Dai dati registrati da un recente studio si rileva che sarebbero almeno 10mila le abitazioni a rischio entro il 2050.

 

Ci sono molte ragioni per credere che il cambiamento climatico possa diventare catastrofico, anche con modesti innalzamenti delle temperature. Il cambiamento climatico ha avuto un ruolo in ogni evento di estinzione di massa. Ha favorito la caduta di imperi e plasmato la storia. Effetti a catena come crisi finanziarie, conflitti e nuove epidemie potrebbero innescare altre calamità e impedire la ripresa da potenziali disastri come una guerra nucleare.

analisi di Luke Kemp e della ricerca del Centre for the Study of Existential Risk (CSER) dell’Università di Cambridge

 

 

Lo studio ha anche definito l’esistenza di quattro cavalieri apocalittici della crisi climatica: carestia e malnutrizione, condizioni meteorologiche estreme, guerre e malattie trasmesse da vettori. Il riscaldamento globale porta, inoltre, a crescenti probabilità di crisi del paniere dovute al crollo agricolo nelle aree più produttive mondiali.

Un altro fenomeno sottolineato dagli esperti sono le guerre calde, dove superpotenze tecnologicamente avanzate fanno la guerra per ottenere uno spazio vitale. Si tratta di disastri che potrebbero causare sconvolgimenti sociali e politici globali. In pratica, bisogna tenersi preparati a un aumento dei danni climatici addirittura fatale e disastroso.